Le nuove collezioni del marchio marchigiano Bottega Intreccio, nato per valorizzare l'antica tradizione manifatturiera locale, sono un inno al senso di appartenenza alla terra

Bottega Intreccio è il giovane brand di design di Mogliano, un piccolo paese di nemmeno 5000 abitanti in provincia di Macerata, nelle Marche, nato nel 2019 con l’obiettivo di restituire vitalità alla tradizione locale dell’intreccio.

L’area è infatti conosciuta in tutta Europa per le sue raffinate produzioni di cesti e oggetti in midollino o vimini, una storia di passione e saper fare che ha origine nell’800.

È qui che, a conferma dell’importanza del valore di questo tradizionale distretto manifatturiero, è stata istituita la prima scuola italiana contemporanea per formare nuove generazioni di intrecciatori: Carteca.

“Noi crediamo in un artigianato che sia in grado di parlare del territorio e delle persone. I nostri artigiani sono custodi di un sapere antico che, attraverso la realizzazione di un bene comune, esprime e trasmette bellezza”, racconta Gianluca Maurizi, co-fondatore di Bottega Intreccio.

I contenuti valoriali, che includono quelli della sostenibilità ambientale e sociale, su cui ha preso vita il progetto della scuola sono poi stati trasportati nel marchio Bottega Intreccio, la cui direzione creativa è stata affidata allo studio AngelettiRuzza Design.

Bottega Intreccio: le nuove collezioni

Silene è la poltroncina di AngelettiRuzza Design che rilegge in chiave contemporanea l’archetipo del cesto intrecciato e lo trasforma in complemento d’arredo. Il cerchio, elemento base della composizione, replica se stesso in onde concentriche che si propagano armoniosamente nello spazio tridimensionale: trama e ordito rivelano la complessità di un lavoro che presuppone abilità tecniche e sensibilità artistica. Composta di una comoda seduta in vimini adagiata su una leggera struttura portante in metallo, Silene è un fiore che sboccia per rivelare tutta la sua bellezza. Il nome, infatti, è quello di una delle piante erbacee più diffuse in Italia.

Milli è il divano progettato da AngelettiRuzza Design che restituisce una perfetta armonia fra l’arte dell’intreccio e il comfort contemporaneo. L’elemento compositivo è il bracciolo che richiama un iconico motivo intrecciato, nato nel distretto di Mogliano e riletto nell’alternanza tra midollino e pelle. Pensato come seduta da interni, porta negli spazi dell’abitare il fascino dei giardini e delle verande di una volta: il materiale lasciato al naturale assume nel tempo l’irresistibile aspetto degli oggetti vissuti.

Shizé è il contenitore dalla sagoma morbida e organica, disegnato dal duo giapponese Setsu & Shinobu Ito. L’oggetto ricorda un grande sasso e gioca sul contrasto tra le dimensioni generose della parte in midollino intrecciato a mano e l’elemento in pelle che funge contemporaneamente da tappo e da piatto. Per la sua forma asimmetrica, che nella parte più lunga prevede delle 'passatemorte', ossia passaggi dove il filo non completa il giro, l’esecuzione di questo pezzo è decisamente complessa e prevede alte competenze manifatturiere.

Mawa è il contenitore progettato da Setsu & Shinobu Ito con l’idea di interpretare in chiave contemporanea le capacità delle maestranze di Mogliano nell’intrecciare cesti. La forma asimmetrica che restituisce un certo dinamismo all’oggetto è valorizzata dalle sue dimensioni generose. Realizzato a mano in midollino, è rifinito alla base con una fascia di pelle.

Antonym è la lampada di Silvia Stella Osella che racconta l’incontro tra due diverse espressioni dell’artigianato italiano: l’intreccio e il ricamo. Il risultato è un oggetto dalla forte carica poetica che gioca sul significato della parola antonimo, ossia il mettere in relazione termini di senso contrario per restituire un dialogo tra gli opposti. Il corpo centrale in midollino ha la forma di un geoide, una sfera schiacciata lungo la linea mediana, e sulla sua superficie si innesta un ricamo di ispirazione botanica realizzato a mano con fili di rafia nera.

Le atmosfere spensierate di un pic nic estivo ispirano lo specchio doppio disegnato da Maurizio Bernabei, che delle colazioni all’aperto prende il nome. In un sofisticato gioco di rimandi il classico cesto intrecciato si trasforma in vassoio per poi diventare un oggetto di vanità. Pic Nic è realizzato in midollino intrecciato a mano secondo le antiche tecniche della tradizione e rifinito da una fascia in pelle che corre lungo tutto il perimetro, trasformandosi in manico o in asola per appendere lo specchio alla parete.

Il saper fare italiano si racconta nella famiglia di vasi Nodo progettata da Intreccio Lab. Da una base in ceramica prende vita un prezioso intreccio realizzato a mano, che si apre dolcemente verso l’alto come se fosse la corolla di un fiore. La solidità e l’essenzialità dell’elemento ceramico incontrano il disegno ritmato del midollino per dar vita a un intrigante gioco di contrasti.

Il fascino delle atmosfere esotiche dialoga con il design contemporaneo nella collezione di poltroncine Lisetta disegnata da Elena Salmistraro. Realizzate con un complesso sistema di traverse in canna di bambù rifinito in paglia di Vienna, rivelano una straordinaria abilità manifatturiera: la struttura avvolgente curvata e intrecciata a mano racchiude uno spazio intimo in cui rifugiarsi. Lisetta è presentata in due versioni, con schienale alto oppure basso, che definiscono e movimentano gli ambienti dell’abitare.

Cover photo: Pic Nic, Bottega Intreccio