Dal micro al macro, dalla teoria alla pratica. Feeling the energy, l’installazione di Plenitude (Eni) presente all’Orto Botanico di Brera dal 6 al 13 giugno, è un invito a scoprire le diverse forme di energia sostenibile

Carlo Ratti Associati e Italo Rota hanno progettato l’installazione Feeling the energy perché sia un’esperienza fisica, un’esperienza multisensoriale in cui l’energia che ci circonda può essere percepita in diversi modi attraverso i 5 sensi. Nel percorso dell’installazione l’energia si rivela in varie forme: dal suono, alla luce, al vento, tutto produce energia di cui beneficiamo ogni giorno nelle nostre vite.

Attraverso il fare, che è la strada maestra della comprensione e della memoria. È la scelta più giusta per mostrare un dato di fatto: la transizione ecologica è iniziata e la tecnologia è il suo motore principale. Insieme alle scelte individuali.

C’è un rischio evidente quando si parla di sostenibilità: non sapere da che parte cominciare. I temi sono molto complessi, la consapevolezza delle infinite relazioni fra ambiente e persone rischia di togliere significato ai gesti individuali. La misura dell’impatto che ogni azione ha sull’equilibrio naturale sembra togliere potere e possibilità alle scelte collettive, invece che costruire un futuro diverso.

La sostenibilità è una rete virtuosa

"Feeling the Energy è un parco energetico situato nel centro di Milano. Composto da un tubo di rame antibatterico, di lunghezza complessiva di quasi 500 metri, si snoda attraverso i sentieri dell’Orto Botanico di Brera. Attraverso oltre sei tappe lungo il percorso, Feeling the Energy crea un’esperienza interattiva e multisensoriale", racconta Carlo Ratti.

Insistendo sul concetto di interdipendenza, che dal punto di vista simbolico spiega anche le dinamiche di distribuzione energetica e le possibilità di fare scelte che modificano veramente il futuro.

In meglio. "Feeling the energy infatti è una riproduzione su piccola scala di reti energetiche cittadine – o persino nazionali e continentali – composte da un’infrastruttura energetica autosufficiente, con i vari punti del percorso connessi in una microrete", aggiunge Carlo Ratti.

Capire facendo

Passare attraverso il fare per capire in profondità e soprattutto ricordare, è un processo tipico del pensiero italiano, su cui si basa molta pedagogia esperienziale e autodeterminata del Novecento. Oltre che tanto lavoro artistico e creativo di Bruno Munari coi bambini.

Imparare facendo ha un altro grande vantaggio: è divertente. Attiva in modo trasversale una dimensione ludica, anche negli adulti. Carlo Ratti: "L’installazione di Plenitude è stata pensata per permettere ai visitatori di “sentire l’energia”, facilitando la riflessione su temi di grande attualità".

Come in concreto? "Suonare uno speciale xilofono, toccare il vapore, passeggiare attraverso un'orchestra nella natura, muovere una girandola. Si tratta di azioni semplici che però possono diventare altrettanti modi per scoprire le molteplici forme della produzione e del consumo di energia sostenibile".

Cominciare dalle risorse

Feeling the energy è sotto tutti i punti di vista un progetto che ha l’obiettivo di indurre curiosità, allegria e divertimento all’interno di un contesto naturale, nel mezzo di una grande città. Ogni parte della mostra ha un senso simbolico e al contempo risponde a criteri di una razionale sostenibilità.

La location, l’Orto Botanico di Brera, è uno spazio ideale, che racconta la possibilità di integrare la natura nella città e viceversa. La scelta di usare un solo materiale, il rame, in un percorso ininterrotto di attività e sperimentazione, dimostra come la disciplina progettuale si inserisce con scelte sensate anche in contesti complessi, per quanto ludici. Spiega Carlo Ratti: "Il tubo in rame, realizzato da KME, ha proprietà antibatteriche.

Per un'installazione così interattiva, inserita in una cornice come quella della Milano Design Week, consentire dei contatti tattili sicuri era un elemento fondamentale". In una cornice di attenzione alle singole azioni, c’è inoltre la volontà di non sprecare, di usare le materie prime in modo consapevole. "Volevamo che il materiale potesse avere la possibilità di essere riutilizzato a fine evento, in un’ottica di design circolare", conclude Carlo Ratti.