Le tendenze del furniture design 2022? Le ha raccontate la Milano Design Week 2022, senza nascondere nulla

La Milano Design Week finisce e le tendenze dell’arredo si rivelano. Più colore, più materia. Molta tecnologia e, per scaldare gli animi, tanto lavoro manuale che lascia segni unici, raccontando l’importanza della presenza umana in ogni oggetto.

La casa diventa rifugio: luogo di calma e di pace e di contemplazione. Ma c’è anche un abitare il ‘fuori’: lo chiamiamo outdoor ma sembra più un’invasione collettiva e felice dello spazio urbano open air.

Abitare dentro e abitare fuori

Ci sono tanti luoghi da arredare, fisici e virtuali, del mondo e dell’anima. Lo racconta bene il set design dell’evento di Hermès: le Water Tower di carta e frassino, una delle installazioni più instagrammate di quest’anno.

La relazione interno/esterno è segnata da confini leggeri, effimeri. C’è un fuori popoloso, invaso da gente che ha bisogno di strumenti utili alle relazioni: divani, tavoli, sedie.

E c’è un dentro intimo, con colori tenui (la bella palette di Ilse Crawford per Carl Hansen), forme confortanti e sistemi che seguono i desideri di chi abita la casa (Pebble Rubble di Front Design per Moroso).

Toccare non è vietato

I colori della nuova collezione Kvadrat di Alain Biltereyst  si chiamano Ardesia, Rosa, Celestia, Verde Erba, Luce del Sole, Rosso Terra, Blu Profondo, Ombra e Sabbia.

Affascinante, ma non solo. I tessuti da arredamento nel 2022 sono diventati tele su cui disegnare presenze naturali e su cui progettare piccole tridimensionalità.

Sono paesaggi e superfici su cui le mani vagano per trovare sensazioni tattili. E le varianti dei bouclé contemporanei sono infinite e su ogni divano, poltrona, tenda, tappeto.

Intrecci, nodi e legami

Intrecciare, tessere e annodare sono nuovi must antropologici. L’urgenza emerge anche, incredibilmente, nell’arredo.

Snobbati per anni, forse a causa dell’eccesso ornamentale, tornano i fili intrecciati e annodati in forma di corde, fibre, cuoio, tessuti naturali e artificiali.

Ovviamente in una declinazione contemporanea, che passa più codici grafici che intrecci involuti. Ma è curioso vedere come il design lavori a ridosso dei desideri in divenire. Più legami per tutti.

La traccia del lavoro manuale

In cerca di umanità. Anche negli oggetti, anche nella tecnologia. Il made in Italy non si è mai allontanato dalla produzione artigianale. Ma la Design Week 2022 ha riportato la manualità al centro.

A partire da Buccellati, che dedica un evento (curato da Federica Sala) alle sue collezioni tableware e coinvolge anche Richard Ginori per completare il gioco dell’alto artigianato italiano (di lusso). Galateo. A Journey into conviviality è la reinterpretazione di un art de la table preziosa, che ora però diventa quotidiana, entra nella normalità delle giornate ordinarie.

Buccellati è la punta di un iceberg che coinvolge mille forme diverse di hand making. Dal più hi-end al più artistico, dall’etnico (anche europeo) al artigianato 3.0. L’importante è la presenza dell’uomo nel fare e negli oggetti che decidiamo di abitare.

Siamo umani

La ricerca del design contemporaneo è filosofica, si concentra sull’umano. Non che prima non fosse così: il design è materia umanistica, oltre che tecnica.

Ma adesso è chiaro che cerchiamo tracce di racconti personali, del sovrapporsi dei gesti e dei pensieri anche nel paesaggio domestico. Caterina Frongia trasforma in pattern e in tappeti annodati a mano le storie dei suoi committenti. I Finemateria con la mostra Vita Lenta raccontano il passare del tempo (e la sua importanza) nel lavoro creativo.

Vogliamo colore

È una tendenza che ci aspettavamo tutti: il colore. Che è più vivace, fa meno paura, brilla su pezzi fuori misura, protagonisti, anche invadenti e buffi.

Da citare: Tribù di Paola Navone per Caimi Brevetti. Un sistema fonoassorbente che disegna maschere tribali sui muri degli uffici e, probabilmente, anche delle case. E Tramonto a New York, di Gaetano Pesce per Cassina. Un paravento che è anche un progetto grafico, un’opera d’arte, un omaggio.