Torna da Assab One 1+1+1, mostra d’arte, design e architettura a cura di Federica Sala che quest’anno vede protagonisti Zilla Leutenegger, Studio Ossidiana e Cino Zucchi e Chiara Zucchi

In occasione del FuoriSalone 2022 e fino al 16 luglio, torna il format espositivo ideato da Elena Quarestani dedicato al rapporto tra architettura, arte e design. Per la sesta edizione di 1+1+1, curata da Federica Sala, gli autori chiamati a condividere gli evocativi spazi industrial di Assab One interagiscono tra loro e con il pubblico attraverso tre grandi installazioni partecipative ideate da Zilla Leutenegger + Studio Ossidiana + Cino Zucchi e Chiara Zucchi.

Th dncr by Zilla Leutenegger

L’installazione ambientale site specific di Zilla Leutenegger dialoga con le cabine in legno realizzate da Inge Vinck e Jan de Vylder per la precedente edizione di 1+1+1 grazie a una videoproiezione realizzata a partire da ritratti dell’artista stessa. Th dncr instaura così una connessione con lo spazio e le sue preesistenze ma anche con il visitatore, la cui presenza interrompe dapprima casualmente il fascio della proiezione fino a diventare, volendo, atto performativo esso stesso.

In un delicato gioco di ombre e sorprese la figura danzante dell’artista svizzera compare nella videoproiezione ma anche nei grandi monotipi su specchio, la cui illusione contribuisce a restituire l’incanto del ballo.

Wandering fields by Studio Ossidiana

Studio Ossidiana (Alessandra Covini e Giovanni Bellotti), duo di architetti e designer italiani basati a Rotterdam, presenta Wandering fields, un’installazione “geografica” immaginata per trasformare gli spazi di Assab One in una superficie capace di riavvicinarci alla terra. La sequenza immaginaria di campi è composta da materiali organici (quali carbone, sabbia, conchiglie, canapa, argilla espansa, terra rossa e terriccio) come tributo alle pianure olandesi e padane abitate da Studio Ossidiana ma è anche un ponte concettuale tra le persone attraverso una serie di volumi realizzati con le stesse materie del terreno.

Rastrelli e altri grandi strumenti in legno, disegnati e fresati a mano dai designer, consentono al pubblico di intraprendere azioni dirette di disegno e di gioco sul suolo, divenendo parte dell’installazione. Al termine della mostra questo tappeto di materiali, che avrà ormai perso la sua definizione cromatica e materica, sarà convertito in un cumulo fertile e trasportato all’interno del parco Trotter per essere donato alla comunità cittadina come opera di design pubblico destinata a integrarsi nel paesaggio nell’arco di dodici mesi.

Ouroborobeats by Cino Zucchi e Chiara Zucchi

Cino Zucchi e Chiara Zucchi hanno creato Ouroborobeats, installazione partecipativa costituita da due parti complementari che ci accompagnano in un percorso di suoni, vocalizzi e rumori che, attraverso il filtro dell’arte trasformano ciò che è astratto e individuale in qualcosa di condiviso. Da una parte una grande struttura realizzata con tubi metallici e aste di sostegno prende la forma geometrica della lemniscata, quell’8 orizzontale che è il simbolo dell’infinito. Un ”portico senza fine” che divora sé stesso come il serpente Ouroboros.

Il suo tracciato sospeso crea un “palcoscenico aperto”, nel quale i visitatori sono invitati a interagire generando suoni e rumori grazie ai più disparati strumenti a percussione. La seconda parte dell’installazione prevede una galleria di Lari e Penati musicali, che riportano al tema della memoria, della riproducibilità e della trasmissione di saperi attraverso le generazioni.