Secondo Catalano e Barberis, l'oggetto celibe cerca, attraverso la propria unicità, un dialogo con gli altri. "Non in virtù della similitudine", dicono, "ma attraverso una dinamica integrazione tra le differenze". Non una caduta nel manierismo fine a se stesso quindi – perché di moda – ma la ricerca di una propria cifra interpretativa condivisibile.
Questo può generare, come nella mostra milanese, un racconto plurimo e diversificato. Come Slow Blur, del sound artist Steve Piccolo, una video installazione composta da uno strano strumento realizzato e suonato da Luca Formentini e Stefano Castagna e accompagnato dalla sua voce fuori campo.