Tra il Carrobbio e Cordusio, nella Milano più storica delle 5Vie, durante questo FuoriSalone 2021 nuove aziende da tenere d’occhio, installazioni minimali e una bella riflessione sulla cultura del Novecento. Perchè noi veniamo da lì

Una guida ragionata avrebbe consigliato di cominciare dal Carrobbio il giro delle 5Vie. Tappe obbligate la mostra di Jorge Penadés curata da Maria Cristina Didero, Davide Groppi, Orografie a Palazzo Litta, dove si veniva dall’eterea installazione di Aires Mateus: A beach in the Baroque.

E se per caso avete avuto la fortuna di essere in zona sabato, nel tardo pomeriggio, non vi potete essere persi la perfomance della social designer Sara Ricciardi, in una versione che più teatrale e performante non si può. Perchè il design è serio ma il progetto si adegua al contesto con grande libertà.

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Looks like magic! di Jorge Penadés

Una performance del designer spagnolo Jorge Penadés durata tutta la settimana del FuoriSalone. La curatrice Maria Cristina Didero si affida allo sguardo curioso di Penades, alla sua ricerca sul riciclo e sullo spreco quotidiano e inosservato i materiali. È l’occhio del Millennial, programmato per vedere altro e per sfidare alla disattenzione.

Penadés ha guardato nei cestelli di raccolta delle asciugatrici industriali: sapete già cosa ha trovato. Con i lanosi avanzi di tessuti più diversi ha pensato di creare un’argilla destinata alla produzione di oggetti. Interessante l'attitudine di minuzioso recupero laddove nessuno vede la possibilità di fare operazioni di upcycling.

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Buio di Davide Groppi

Della mostra di Davide Groppi e di ciò che contiene questa commovente operazione sui maestri del secolo scorso, ne abbiamo già parlato qui. Rimane, una volta terminata la settimana del FuoriSalone 2021, la certezza di aver visto una mostra memorabile, in cui con una certa audacia il designer ha ragionata sul fare progetto in solitudine, con le mani, senza pensare a raggiungere lo stadio del prodotto commerciale. Quasi lampade, quasi opere d’arte, quasi idee poetiche e misurate che forse non sono oggetti industriali ma idee in sospensione, in attesa di maturare. Il design che riflette.

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Urban Trader’s Revolution di Sara Ricciardi

Uno dei momenti più allegri e entusiasmante al FuoriSalone 2021, il sabato all’ora dell’aperitivo, con Sara Ricciardi alla testa di un micro corteo colorato e multigender. La social designer ha ragionato sul ruolo del design nella progettazione dell’uso dello spazio pubblico. E questa volta mette in scena la sua attitudine teatrale per dimostrare che si può vivere la strada con una grande creatività.

E che i luoghi vanno guardati in un modo diverso, perché possono diventare spazi in cui far tornare il teatro, la riflessione artistica, il progetto spontaneo. E un certo modo di essere insieme fuori dall'abitudine radicata: usando monete disegnate apposta sempre dalla Ricciardi per comprare streetfood poetico e barocco.

Sara ha accompagnato un “carro” iper decorato, capace di sbandierare tutta la cultura italica (quella più mediterranea, non certo quella milanese) e ricordarci che scherzare, esagerare, metterci la faccia, è davvero importante per non cedere all’oscurantismo del “siamo nei guai”. Nei guai ci siamo, ma ci sono modi per provare a venirne fuori. 

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Orografie

Non c’è nulla da dire su questo nuovo brand presentato a Palazzo Litta durante Design Variations 2021. Perché se ne parlerà tanto e ampiamente nei prossimi mesi. A dir di molti una delle cose migliori del FuoriSalone 2021. Bello il progetto ideato da Giorgia Bartolini, nato da una call/concorso curata da Vincenzo Castellana (che è anche art director del marchio) in occasione di Edit Napoli. Bello il concept raccontato dalla curatrice del MAXXI Domitilla Dardi.

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Interessanti i progetti dei 15 designer, più o meno noti, che si confrontano con la progettazione di oggetti “anfibi”, capaci di far mutare i comportamenti o di adattarsi a nuove gestualità rituali. Belle persino le foto, realizzate da Max Rommel, che ha fatto vivere queste nuove e strane creature di design in un’atmosfera a alta carica

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I nomi celebri sono: Elena Salmistraro, Lanzavecchia+Wai, Francesco Faccin e Martinelli Venezia Studio, Anna Polisano, Luigi Patitucci, Gaetano Di Gregorio, Davide Frattini Frilli, Giuliano Fukuda, Andrea Branciforti e Antonio Iraci. Accanto a loro i tre under 35 selezionati dalla call/workshop di Edit Napoli 2020: Barbi/Brunone, Linda Salvatori, Livia Stacchini, .

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La collezione, vista dal vero, è molto bella. Gli ultimi quarant’anni di design spuntano qua e là con citazioni delicate e amorevoli. Gli oggetti sono nuovi, nel senso che occorre osservare per capire a cosa servono. Che è un po’ quello che accadeva davanti al design negli anni Cinquanta. Poi una volta che lo si capisce, la voglia di relazione e di utilizzo è immediata, perché c’è sempre l’invito a cambiare prospettiva e una serie di piccoli nuovi pensieri e riti. Siamo cambiati e Orografie ha risposto al cambiamento. Infine la cura della manifattura: materiali e finishing scelti ragionando. Bravi!

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Articolo in aggiornamento

 

Foto di copertina: la performance Urban Trader’s Revolution di Sara Ricciardi nel distretto delle 5Vie.