The object becomes, Cinema Anteo, il 6 e il 7 settembre
Dopo il bagno di eventi, brand e novità, il consiglio è di fermarsi per “integrare l’esperienza”. Un approccio scelto da Belgium is Design, che rappresenta il meglio del panorama progettuale belga da ormai più di un decennio. Quest’anno la scelta, per dare un senso forte ai 18 mesi appena trascorsi, è di presentare un prodotto immateriale, il film The object becomes (Anteo, 6 e 7 settembre). La regia è di Alexandre Humbert, designer che esplora la pratica cinematografica da tempo. La curatela del progetto è di Giovanna Massoni.
Cosa aspettarsi? “Cerchiamo di raccontare qual è la direzione presa dal design, disciplina che ha che fare sempre di più con l’immaterialità e con un atteggiamento di apertura e di non finitezza”, spiega Giovanna. “La pratica dell’open source applicata a un oggetto ha lo scopo di superare la serialità dell’industria, e la certezza illusoria che essa sia in grado di incontrare e soddisfare bisogni e desideri individuali”. Pratiche di intervento sulla realtà, sull’esistente, che mirano a trovare soluzioni e dialogano con il contesto sociale, culturale ed ecologico. “È un film in cui non ci sono oggetti, ma un atteggiamento di ricerca, di possibilità. Ogni oggetto è in realtà un’intenzione in cui convergono diverse discipline, che dialogano grazie al design”.
Cosa ci piace? L’ambizione è grande: raccontare un mondo che sta un passo avanti alla produzione tradizionale. Il progetto belga ha dato prova di essere sensibile al tema, e coltiva uno sguardo coraggioso che porta la riflessione ben oltre la consueta idea del fare materiale. Così la fragilità, nostra e degli oggetti, diventa una qualità che invita all’evoluzione, alla transizione. Non è un film complesso, né difficile. Anzi: è quello che serve per comprendere dove e come il progetto dell’immaterialità diventa utile, funzionale e pragmatico.
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