Ispirandosi all’iconografia dei tradizionali pannelli decorativi orientali, caratterizzati da masse montagnose e cumuli nebulosi delicatamente sovrapposti per generare effetti di profondità variabili, la designer spagnola Patricia Urquiola ha interpretato il tema Open Borders progettando un “paesaggio empatico” (l’esatta traduzione del titolo), un percorso interattivo polisensoriale costituito da pareti/pannelli aperti, realizzati mediante la sovrapposizione di materiali diversi.
L’installazione “site specific”, pensata da Urquiola per Cleaf, azienda leader nella sperimentazione e produzione di superfici per l’interior design, esprime la curiosità della progettista verso il concetto di “non finito”. Le pareti che compongono l’installazione rappresentano una densità da attraversare e intravedere, illustrando compiutamente la bellezza del percorso produttivo, del “come è fatto”, piuttosto che del prodotto finito.
I pannelli utilizzati, pensati come una sorta di derma, sono composti da strati di diversi materiali prodotti da Cleaf, lasciati volutamente aperti per valorizzarne l’ibridazione. Queste sovrapposizioni, creano paesaggi grafici inaspettati. Forme, colori e consistenze differenti guidano i visitatori attraverso un’inedita esperienza tattile e percettiva.
In tal modo Patricia Urquiola invita alla scoperta di una nuova era dei materiali, valorizzando, grazie alle nuove tecnologie, il fascino multiforme e complesso dell’artificiale.
Progetto: Patricia Urquiola
Realizzazione: Cleaf