In Italia, anticamente, i due terzi delle strade erano mulattiere e sentieri: spesso il loro tracciato era legato al commercio, ma i camminamenti erano percorsi anche dai pellegrini che si recavano nei luoghi santi.

Negli ultimi anni la pratica del camminare ha conosciuto un grande rilancio: si cammina per tenersi in forma, per riscoprire la lentezza, per conoscere più da vicino la natura e il paesaggio.

Muovendo da queste considerazioni, l’architetto e designer Marco Ferreri ha interpretato il tema di Open Borders nell’ottica di un rinnovato contatto con la natura e ha ideato la mostra Casetta del Viandante proponendo un modello di albergo diffuso a basso impatto ambientale dedicato ai nuovi pellegrini.

La mostra presenta quattro moduli abitativi autonomi di circa 9 mq, realizzati prevalentemente in legno. All’interno di ciascuno trovano posto due giacigli, un tavolo edue sedie pieghevoli, una cucina e un bagno. Ogni modulo è energeticamente autonomo grazie a pannelli solari, microeolico e accumuli di acqua, energia termica ed elettrica.

Ciascuno dei quattro moduli è stato allestito e personalizzato con proprie creazioni da Marco Ferreri, Michele De Lucchi, Denis Santachiara e Stefano Giovannoni.

Casetta del Viandante è stata designata come mostra ufficiale della XXI Triennale Internazionale di Milano ’21st Century. Design After Design’.

Partner: Cacciati Costruzioni Restauri, Arex, Esa Progetti, DeMarinis, D’Officina, Pertinger, SID

Progetto di illuminazione e luci Artemide

 

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Marco Ferreri
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La casetta del viandante by Marco Ferreri. “Il tetto in lamiera della casetta convoglia l'acqua piovana in una gronda che alimenta una vasca. La quantità d'acqua permette a due persone di fare una doccia. D’inverno, l’acqua è riscaldata da una stufa a legna su cui si possono anche cucinare i cibi, mentre d’estate il calore è fornito da un piccolo pannello solare termico. Un pannello fotovoltaico alimenta una batteria a bassa tensione che fa funzionare tre lampadine led ed è sufficiente per ricaricare il cellulare”. Arredi di: Billiani, Danese, Magis, A Ferro e Fuoco.
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Michele De Lucchi (ph. Giovanni Gastel)
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Il viandante sei tu? by Michele De Lucchi. “I viandanti, si sa, camminano e camminano. Hanno tanta forza, tanta volontà e spirito di sacrificio ma ogni tanto sono stanchi. Una casina piccola piccola va proprio bene, anzi meglio, perché c’è più intimità, si sta più vicini e si può dormire abbracciati stretti stretti e può scoppiare l’amore… Ci vuole però una lucina bassa bassa che fa vedere senza disturbare e può essere girata dove si vuole. Ho quindi messo una Tolomeo attaccata al muro così non ingombra il poco spazio a disposizione… Poi alla mattina, dopo una notte d’amore, ci vuole proprio un caffè caldo e sopra alla stufa a legna ho messo una caffettiera Pulcina… I viandanti che camminano normalmente pensano anche tanto e ogni tanto vengono delle belle idee che bisogna fissare da qualche parte. Infatti i viandanti hanno sempre una penna e un pezzo di carta o un taccuino in tasca… Allora le pareti interne delle casette sono tappezzate da foglietti attaccati al muro con le puntine... Sono scritti e disegnati fitti fitti e i viandanti li lasciano come messaggi per ispirare e stimolare alla riflessione.” Arredi di: Alessi con illy, Artemide
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Il viandante sei tu? by Michele De Lucchi. “I viandanti, si sa, camminano e camminano. Hanno tanta forza, tanta volontà e spirito di sacrificio ma ogni tanto sono stanchi. Una casina piccola piccola va proprio bene, anzi meglio, perché c’è più intimità, si sta più vicini e si può dormire abbracciati stretti stretti e può scoppiare l’amore… Ci vuole però una lucina bassa bassa che fa vedere senza disturbare e può essere girata dove si vuole. Ho quindi messo una Tolomeo attaccata al muro così non ingombra il poco spazio a disposizione… Poi alla mattina, dopo una notte d’amore, ci vuole proprio un caffè caldo e sopra alla stufa a legna ho messo una caffettiera Pulcina… I viandanti che camminano normalmente pensano anche tanto e ogni tanto vengono delle belle idee che bisogna fissare da qualche parte. Infatti i viandanti hanno sempre una penna e un pezzo di carta o un taccuino in tasca… Allora le pareti interne delle casette sono tappezzate da foglietti attaccati al muro con le puntine... Sono scritti e disegnati fitti fitti e i viandanti li lasciano come messaggi per ispirare e stimolare alla riflessione.” Arredi di: Alessi con illy, Artemide
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Stefano Giovannoni
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Rabbit House by Stefano Giovannoni. Una seduta a forma di coniglio è l’ultima creazione di Stefano Giovannoni ed è protagonista dell’arredo pensato dal designer per la sua Casetta del Viandante. Oltre ad essere un oggetto funzionale, la Rabbit Chair è anche uno strumento di comunicazione ed è quello che più si addice al tema ispiratore della mostra. Le sedute sono sistemate all’interno della casetta per dare il benvenuto al viandante, comunicandogli un senso di rassicurante domesticità. Gli interni e le sedute sono connotati dall’impiego dello stesso colore, il bianco, per evocare un’atmosfera di pace e di tranquillità nella quale il viandante possa trovare il meritato riposo. Arredi di: Qeeboo
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Denis Santachiara
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I viandanti romantici by Denis Santachiara. Nella sua interpretazione della Casetta del Viandante il designer si è ispirato al dipinto il Viandante sul mare di nebbia (1818) di Caspar David Friedrich e all’opera narrativa Il piccolo viandante (1930) di Tomaso Monicelli. La sua casetta racchiude una seconda casa per il piccolo viandante: gonfiandosi, un letto d’emergenza Casetta Canada di Campeggi materializza un volume in tessuto leggero che ha la stessa forma iconica della Casetta del Viandante. Oltre alla casa effimera del piccolo viandante, Santachiara ha inserito alcuni oggetti d’uso e d’intrattenimento, tra cui vassoi da frutta, spremiagrumi e sgabelli colorati di Cyrcus.it. “Alcuni sono rompicapi, altri vanno montati, altri ancora decisamente romantici…", racconta l’autore, "piccoli passatempi per ingannare il tempo, in attesa dell’imminente tempesta di neve”. Arredi di: Campeggi, Cyrcus.it
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Casetta del Viandante è stata designata come mostra ufficiale della XXI Triennale Internazionale di Milano ’21st Century. Design After Design’.