Torna Audi City Lab a Milano, dopo l’esperienza dello scorso dicembre. Per parlare di automobili e di tutto quanto accade intorno all’automobile. Per dialogare con Milano attraverso la Design Week e attraverso Expo Milano 2015. Il laboratorio di idee e progetti di Audi resterà infatti aperto fino al 10 maggio, entrando così nell’esposizione universale.
Audi Mind Movers è una serie di incontri su auto, mobilità, tecnologia del futuro, ma anche sostenibilità, smart city, luce e musica. Il primo appuntamento ha visto dialogare sul tema “Motoristica e Umanistica. La frontiera vicina”, Walter de Silva, responsabile del design del gruppo Volkswagen, e Philippe Daverio, critico d’arte.
Il design non è una scienza ma una disciplina, mentre la motoristica non è una disciplina ma è una scienza. La scienza si fonda su osservazione, esperimenti, calcoli; la disciplina, nel senso medievale del termine, è invece arte. Il punto è quindi come la tecnologia applicata all’auto diventa design?
La tecnologia, per diventare design, deve dare estetica a una forma. Un designer può realizzare un buon disegno, scegliere ottimi materiali, ma poi un’auto bisogna “sentirla” in fase di progettazione. E’ questione di feeling. E lo stesso vale per il cliente cui l’auto è destinata. Quando la vede, la tocca e decide di sceglierla.
La tecnologia, in Audi, non può prescindere dal design. Oggi industrial design vuol dire Italia, è qualcosa che attiene l’intelligenza vivace e la vocazione alla bellezza di questo Paese. Bellezza intesa come armonia, grazia. Doti che sono innate nel design italiano. Che in Audi sposa la tecnologia tedesca, conosciuta in tutto il mondo. Due culture che si incontrano, dialogano, si arricchiscono. E hanno tra i numerosi punti in comune la volontà di andare sempre oltre l’impossibile.
Il design non è stilismo, tendenza passeggera dettata da una moda. Il design è utopia. Un oggetto di design è sempre nuovo, non invecchia mai anche quando ha 50, 60, 70 anni. Tanti potrebbero gli esempi. Audi con le sue auto rappresenta questa utopia, perché ha scelto di unire a una tecnologia elevata (in termini di sicurezza, prestazioni, aerodinamica, meccanica) la poetica del design.
Testo di Danilo Signorello – foto di Efrem Raimondi