Mario Cucinella, architetto e designer, portavoce di una costruttività sostenibile, e Fabio Renzi, segretario generale di Symbola (Fondazione per le Qualità Italiane), hanno condotto la platea in sala dal Design all’Impatto Zero. Un viaggio nel progetto del futuro, in un nuovo rapporto con la natura in cui l’uomo non vive al centro ma al suo fianco. Un futuro a impatto zero che apre un mondo di opportunità, opzioni etiche e interpretazioni estetiche.
Per raccontare il tema occorre partire da tre concetti di base: tecnologia, sostenibilità, industrializzazione. Negli ultimi decenni, il concetto di tecnologia si è evoluto. La tecnologia non è più qualcosa di “muscolare”, novecentesco (come veniva rappresentato da Fritz Lang nel suo Metropolis). Si è passati a un’idea più “genetica”: non più la macchina, ma la materia al centro. In virtù di questo, oggi gli architetti possono dedicarsi in modo più preciso al rapporto tra forma e materia.
La sostenibilità in architettura altro non è che costruire edifici in equilibrio con l’ambiente. E’ stato così per millenni. Poi a un certo momento gli architetti, depositari della conoscenza, costruttori di cattedrali e castelli, hanno visto la loro professione scindersi in forma (architettura) e materia (ingegneria). Uno scollegamento che ha avuto e sta ancora avendo un prezzo in-sostenibile. Occorre recuperare quella conoscenza antica e unitaria e ri-connettere forma e materia.
Infine l’industrializzazione, che è stata un grande sogno, anche se molto di quel sogno è rimasto fuori da un ambito di creatività, intendendo per creatività bellezza, energia, aspetti sociali. Quel sogno (non sbagliato) non è più adeguato al nostro tempo. Il compito è ri-pensare, ri-generare la città e gli edifici, tenendo conto del fattore umano.
In questo panorama, architetti e designer sono tra i pochi che sanno vedere il futuro. E futuro significa sobrietà, sostenibilità, nuove forme e contenuti. Il tema dell’energia, per esempio, si esprime anche attraverso la forma. Allora perché ecovillaggi ed ecoquartieri vengono progettati esteticamente simili a prima?
E’ necessario quindi ripensare l’architettura come business sociale, urgono nuove conoscenze. Il BIM (Building Information Modeling) è un nuovo metodo di progettazione 3D che amplifica la creatività, è un altro modo di pensare il progetto. L’architetto, da questo punto di vista, riveste un ruolo importante. E’ un sognatore che vuole realizzare un sogno attraverso ostacoli spesso immensi in cui servono conoscenza e mediazione.
Il 2020 è vicino (il Piano Energetico 20 20 20 prevede di ridurre le emissioni di gas serra del 20 %, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico), la svolta che ci attende è epocale: non più l’uomo al centro, ma la natura, l’ambiente. Urge un cambio di prospettiva. Architetti e designer sono tra gli attori protagonisti.
Testo di Danilo Signorello – foto di Efrem Raimondi