Tutto è iniziato quando l’homo sapiens sapiens è comparso sulla terra e ha avuto istintiva necessità di procurarsi il cibo. Se l’avventura dell’essere umano è cominciata con l’Anno Zero dell’alimentazione, il viaggio del visitatore di Expo Milano 2015 parte dal Padiglione Zero che interpreta il tema del cibo e dell’alimentazione ripercorrendone le tappe attraverso processi emozionali, linguaggi simbolici, immagini suggestive, musiche originali appositamente composte. Un tema strettamente legato alle radici del nostro paese, anticamente chiamato Enotria (terra del vino) e poi Italia (terra dei vitelli).

La visita inizia con la scenografica biblioteca della memoria in legno intagliato da abili ebanisti, appartenenti a quella artigiania architettonica che aveva fatto grande la Cinecittà di Fellini e che ora sta scomparendo, come ha sottolineato Basili. La narrazione prosegue con la proiezione di un video realizzato da Mario Martone dedicato alle quattro arti (caccia, pesca, agricoltura e allevamento) e con la sorprendente ricostruzione di un albero di 23 metri che esce dal tetto della cupola a sottolineare il dominio della natura: le oltre 30 mila foglie della chioma sono state attaccate a mano una ad una da artigiane esperte.

In un’altra sala, frutta e verdura da tutto il mondo si ofrono alla vista grazie a proiezioni e giochi cromatici, mentre nella sala dell’addomesticazione animale statue e dipinti realizzati da artigiani scenografi riproducono le specie animali. Quindi si esce nella valle della civiltà, dove un tavolo in legno kaori, antico di 40 mila anni e realizzato da un maestro del legno come Maurizio Riva, riproduce la Pangea.

Nella sala degli strumenti, attrezzi, utensili e macchine raccontano storie e usi dell’uomo prima cacciatore, poi raccoglitore, quindi agricoltore e allevatore capace di modificare l’ambiente. Proseguendo, un orcio gigantesco insieme ad anfore, coppe, otri illustrano l’arte antica della conservazione del cibo che ha segnato la nascita del mercato e del commercio.

L’avvento della rivoluzione industriale, in uno spazio di 320 metri quadrati, trasforma il rapporto dell’uomo con l’ambiente modificando il paesaggio naturale, mentre una parete di 10 metri per 30, formata da 500 schermi video, affronta i temi di commercializzazione, comunicazione e consumo del cibo dell’epoca moderna.

Il Padiglione Zero sottolinea anche la piaga dello spreco alimentare, assurta ormai a stile di vita, con una installazione di ammassi di scarti: l’uomo moderno spreca il 30% di ciò che produce.

Un grande schermo proietta scene che hanno fatto la storia del cinema in cui il cibo è protagonista. E non mancano le catastrofi provocate dall’uomo osservabili attraverso una fessura, monito per riflettere e non dimenticare.

Il percorso si chiude però con due messaggi positivi. Quello della sala dei paesaggi: 12 proiezioni di paesaggi in 12 diversi paesi con esempi virtuosi del lavoro di agricoltori e dell’industria alimentare consapevole. E quello della sala delle cinque storie dei migliori progetti di cooperazione per lo sviluppo.

Un percorso conoscitivo in cui attraverso la luce, la musica, i rumori, la tradizione artigiana italiana e l’ausilio delle tecnologie più all’avanguardia si arriva a comprendere il tema del cibo. Così semplice e così complesso.

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Davide Rampello ph. Efrem Raimondi
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Giancarlo Basili ph. Efrem Raimondi
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Il grande albero
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La sala degli strumenti
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La sala della addomesticazione animale
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La sala della addomesticazione vegetale
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La sala della contemporaneità
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La vista sulle catastrofi
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Libreria della memoria
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Padiglione Zero