“Materiali e tecnologie hanno cambiato l’outdoor”: Monica Armani su come e perché i mobili da giardino sono diventati tanto simili a quelli da interni

Sempre di più si parla di outdoor e indoor che si somigliano, quasi si sovrappongono.

Si tratta di una tendenza iniziata da tempo ma che si concretizza e si rinnova a ogni stagione - con un vigore particolare dopo la pandemia.

Abbiamo chiesto a Monica Armani, designer trentina che ha al suo attivo diverse collezioni di arredi da esterni, cosa sta succedendo e perché. E abbiamo scoperto che, anche se le sovrapposizioni esistono, outdoor e indoor rimangono comunque due realtà distinte

Esiste ancora una differenza fra indoor e outdoor?

Monica Armani: “Dal punto di vista del progetto degli spazi e del furniture design direi proprio di no: negli ultimi anni abbiamo progettato prodotti comodi, ampi, duraturi, che hanno un riferimento formale ai salotti e alle aree lounge degli spazi chiusi.

Dal punto di vista progettuale invece outdoor e indoor rimangono due habitat distinti, con esigenze e caratteristiche molto diverse dal punto di vista dei materiali, dei finishing e della durabilità.

C’è stata un’evoluzione decisiva nelle tecnologie dei materiali e anche questo ha contribuito al trend estetico e ha aperto nuovi mercati ai brand specializzati in imbottiti.

Fino a qualche tempo fa le cuscinature non erano previste su prodotti outdoor per ragioni ovvie: si impregnavano d’acqua quando pioveva, i tessuti stingevano e si deformavano.

Adesso abbiamo materiali e tecniche costruttive nell’ambito degli imbottiti che permettono una costruzione dei prodotti molto diversa”.

Quali sono i trend di settore?

Monica Armani: “Abbiamo visto un aumento di interesse per l’outdoor durante la pandemia e l’abbiamo imputato alla forzata domesticità.

Ma era un trend già presente da qualche anno: trasformare il giardino, il patio o il terrazzo in un ulteriore spazio domestico, da sfruttare pienamente quando le temperature lo permettono.

Il lockdown e la temporanea tendenza a organizzare situazioni conviviali all’interno di casa propria hanno fatto il resto.

Oggi il settore outdoor sta vivendo un culmine progettuale e di mercato, una fioritura di innovazioni tipologiche dettate dall’attenzione delle aziende e il conseguente brillante lavoro di sperimentazione dei designer”.

Qual è la novità principale dal punto di vista del prodotto?

Monica Armani: “L’end-user è molto sofisticato, si aspetta cataloghi con collezioni composte da molti diversi pezzi. Non solo sedute, tavoli e lounge chair, ma pergole, daybed, accessori tessili, divisori, dondoli trasformabili, amache…

Il mercato è completamente cambiato anche nelle sue fasce più basiche. Le aziende si sono adeguate e in alcuni casi hanno addirittura avviato la produzione delle versioni outdoor dei propri long seller e dei classici del design storico.

La mia seduta Flair O’, che fa parte di una collezione piuttosto completa per B&B Italia, è da qualche tempo prodotta anche nella sua versione outdoor.

Non è raro che accada: B&B Italia ha da poco festeggiato quindici anni di presenza nel settore, confermandone la significativa portata economica”.

A nessuno mancano quindi sdraio di plastica e mobili di ferro?

Monica Armani: “Non c'è stato un salto evolutivo così dirompente: abbiamo ancora tutti bene in mente i classici mobili da giardino, le sdraio in legno o in plastica, quei pochi elementi che arredavano i nostri pranzi primaverili e i pomeriggi estivi. E sono elementi estetici che ritornano.

Gli strap di tessuti tecnologici conservano la memoria delle stringhe in plastica colorata, gli intrecci sono un pattern tipico del prodotto outdoor e continuano a essere usati. Così come i cuscini non sono una novità: semplicemente in passato li spostavamo e sedute e divani erano costruiti per essere facilmente disassemblabili.

Abbiamo mantenuto molte abitudini formali e funzionali, involontariamente diventando persino più sostenibili. Sono i materiali e le soluzioni tecnologiche che ci hanno permesso di disegnare prodotti più sofisticati”.

Quali sono le forme e i materiali dell’outdoor ideali per l’outdoor?

Monica Armani: “Ci sono vari tipologie di prodotto. Più astratte, con una struttura leggera e sottile, cuscini minimi, in alluminio o in acciaio che sono i materiali d’elezione per l’outdoor...

Oppure ci sono i prodotti imbottiti, volutamente abbondanti, comodi, accoglienti e facili da manutenere, praticamente impermeabili e con tessuti resistenti agli agenti atmosferici.

In realtà quello che fa la differenza sono i materiali e il finishing, che rendono  tutto più durevole. Sono i dettagli tecnici insomma a rendere un mobile adatto a vivere all’esterno”.

Dal punto di vista della sostenibilità, meglio un mobile riciclato e riciclabile o uno in materiale naturale?

Monica Armani: “Per quanto mi riguarda, la sostenibilità merita un discorso molto approfondito, tecnico e interdisciplinare.

Sarebbe sciocco fare una valutazione così su due piedi.

Da designer mi sento di dire che il nostro lavoro ci concede di occuparci di una parte fondamentale: la bellezza del prodotto. Disegno pensando a creare pezzi che rimangono a lungo nelle case perché sono belli, è la prima forma di sostenibilità”.