Natura, fuga, avventura. Nel comfort più totale. Ma portare a bordo le suggestioni di una casa non basta più. Oggi design e processi costruttivi sono focalizzati affinché lo yacht sia parte del contesto ma con il minor impatto possibile

Aprire al mondo. Creare trasparenze. Infrangere barriere. Il contatto con la natura e la relazione con essa è sempre stato importante per l’uomo e primario in architettura. Ma mai come oggi è stato così vitale, complici i lockdown della pandemia e una maggiore sensibilizzazione verso la sostenibilità. Anche (e soprattutto) se si parla di barche.

Il mare è a livello ancestrale il simbolo della libertà, dell’avventura e del viaggio. La barca il mezzo per pensarli ma anche per raggiungerli.

Sono sempre di più le persone che desiderano avere una barca, salpare e concedersi al piacere della navigazione.

Con stime del mercato impressionanti: secondo il Global Order Book elaborato dalla rivista Boat International sono 1024 i progetti in costruzione, più di 40 chilometri di yacht che arriveranno nel breve termine e fino al 2026. Con l’Italia che detiene la leadership in fatto di realizzazioni dai 24 metri in su.

Leitmotiv negli interni sono ambienti ampi e versatili, aperti e in continuità spaziale tra in e out, comfort e stile. Massima personalizzazione.

"E luce naturale, quanta più possibile e ovunque; spazi interni ed esterni fruibili in maniera flessibile. Tutto si gioca su distribuzione di spazi e volumi, su fattori tecnici e su canoni estetici. Ma senza rinunciare a velocità e prestazioni. Queste le bussole che guidano la rotta della nostra azienda", dice Gennaro Candida De Matteo, AD di Next Yacht Group, cui fanno capo storici brand Maiora, AB Yachts e Cbi Navi.

E non manca una attenzione al lifestyle, all’esperienza sensoriale a bordo. Il comfort è prioritario, nuove zone acquistano importanza.

"Un tempo il salone principale in un megayacht era il centro di attrazione, con una zona pranzo formale", dice l’avv. Alberto Galassi, AD del Gruppo Ferretti, che con i brand CRN e Custom Line declinano i desideri degli armatori più esigenti.

"Oggi i clienti preferiscono aree confortevoli e accoglienti e chiedono che lo spazio extra sia dedicato a luoghi come home theatre, palestre o sale massaggi. E stanze private dove lavorare, studiare e tenere riunioni online, aree tranquille e isolate, in cui muoversi e stare piacevolmente".

Lo yachting come esperienza emozionale in primis. "Lo yacht è una sorta di fuga e di ricerca di avventura" dice Jozeph Forakis, direttore artistico di CL Yachts, "un momento epico in cui l’esplorazione esterna coincide con la contemplazione interiore".

Portare a bordo le suggestioni di una casa non basta più. Design e processi costruttivi sono i punti focali della cantieristica per realizzare imbarcazioni con il minor impatto ambientale possibile.

"È un argomento fondamentale oggi, sia durante la costruzione sia durante la loro 'vita' in mare sia negli anni a seguire", dice Mario Pedol co-fondatore insieme a Massimo Gino di Nauta Design.

"Per quanto riguarda le scelte dei materiali per l’outfitting circa il 30% dei nostri clienti ha già optato per l'utilizzo di materiali sostenibili o riciclabili. Attualmente stiamo lavorando su un progetto a motore sopra i 100 metri in cui i ponti esterni saranno costruiti con un materiale sostenibile al posto del teak".

L’introduzione di materiali eco-friendly è un argomento sul quale puntano i cantieri. "Da sempre VanDutch ripone una certa attenzione sull’ecosostenibilità, compatibilmente con le tecnologie e materiali resi disponibili in questo ultimo decennio", dice Fabio Planamente ceo di Cantiere del Pardo, cui fa capo il brand olandese.

"Ne è un esempio l’utilizzo del teak sintetico, riciclabile al fine vita del prodotto. Oggi per la produzione degli scafi si sta cercando di utilizzare anche resine che possano essere parzialmente recuperate e riutilizzate".

La ricerca è quindi alla base di tutto. "Grazie alla relazione fra gli uffici tecnici, i designer e gli uffici stile, abbiamo introdotto gradualmente materiali che soddisfino i gusti degli armatori contenendo l’impatto ambientale", dice Giovanna Vitelli, vice-presidente del Gruppo Azimut | Benetti.

"Diversi tipi di eco-decking sono già oggi disponibili in alternativa al teak naturale e l’uso di legno FSC è stato esteso alla quasi totalità. Stiamo inoltre sperimentando il sughero come alternativa ma anche materiali realizzati con fibre naturali come il lino, interamente biodegradabile".

Finiture di origine organica o rigenerate. È un tema sentito anche da Giuseppina Arena, interior designer con una consolidata esperienza nella cantieristica: "Un’altra componente altrettanto importante è l’uso di elementi di arredo costituiti da materie derivanti da processi di riciclo; l’accuratezza nella scelta dei materiali nel processo di design ha un ruolo fondamentale quando l’obiettivo è ridurre i pesi per ottenere prestazioni migliori e ridurre i consumi".

Alberto Galassi a riguardo sottolinea che è fondamentale la svolta green sui materiali: "Dalle vernici ecologiche al teak sostenibile, fino ai pannelli in fibra di lino, stoffe e pelli riciclate o materiali ecosostenibili per un miglior isolamento sonoro. Gran parte degli investimenti del Gruppo in design e engineering puntano a ridurre anche la quota di elettricità o aria condizionata necessarie a bordo".

Sempre sul tema dei materiali Patricia Urquiola chiamata da Sanlorenzo per il progetto di interior per l’SD90/s di Sanlorenzo Yachts, ha incentrato la ricerca sull'utilizzo di materie prime provenienti da fonti alternative: "In un’ottica di circolarità dei materiali, all’interno dello yacht, le boiserie sono rivestite di Paper Factor in carta riciclata cannettata", spiega il cavalier Fabio Perotti presidente e ceo di Sanlorenzo, "i dettagli dei soffitti e degli arredi sono fatti con bio-resine mentre la parete di prua del salone è stata realizzata in vetro riciclato".

Focale per la sostenibilità è sempre il progetto delle carene: "Siamo concentrati sulla loro efficienza e sul contenimento dei pesi dello yacht" dice Martin Lo, yachts director di CL Yachts "il nostro obiettivo è l'attenzione ai consumi". Argomento sul quale tutti i cantieri concentrano le risorse.

"Da tempo", aggiunge Perotti di Sanlorenzo, "il Gruppo lavora per uno sviluppo responsabile di yacht e superyacht portando avanti progetti come la partnership strategica in esclusiva con Siemens Energy sulle fuel cell a metanolo.

In Azimut | Benetti la ricerca si è concentrata negli ultimi anni su due binari paralleli. "Ossia", spiega Giovanna Vitelli "la riduzione dei consumi mirata all’abbattimento progressivo delle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di NOx (ossido di azoto) e la sperimentazione nel campo delle propulsioni diesel-elettriche e ibride, ottenendo risultati concreti in entrambi i casi".

E in un momento storico dove il conflitto bellico tra Russia e Ucraina purtroppo mette in ginocchio anche la fornitura di materie prime di ogni genere, è ormai doveroso rivolgere il pensiero verso forme di alimentazione alternative. "Stiamo puntando sull’idrogeno", sottolinea Fabio Ermetto del cantiere Baglietto, "ma da ancor prima della situazione in Ucraina. Cercare di utilizzare fonti green è un dovere verso il Pianeta. Dobbiamo essere anche realistici: non è pensabile, nel breve/medio periodo, per imbarcazioni della nostra taglia, una totale sostituzione delle fonti energetiche classiche ('zero emissioni'), ma si può lavorare per trovare soluzioni ibride e che permettano di poter ridurre quanto più possibile i consumi di idrocarburi.

In quest’ottica, il progetto Bzero ha come obiettivo primario quello di aumentare l’autonomia elettrica di crociera dell’imbarcazione in modalità zero emissioni.

Il sistema prevede l’implementazione di un modulo di produzione di idrogeno che, a partire dall’acqua di mare filtrata e deionizzata, produce questo gas, grazie a un sistema di elettrolizzatori. È questa una delle prossime mete della nautica. La rotta è tracciata.