Gio Ponti e l’incanto del viaggiare
È solo nel dopoguerra che Ponti affronta il tema dell’arredo navale in prima persona.
L’opportunità è data dal programma di rilancio promosso dalla Marina Mercantile Italiana che vede tra il 1948 e il 1953, la costruzione ex novo o il riammodernamento di diverse unità passeggeri destinate a collegare l’Italia con il Nord e Sud America, L’Africa, l’Estremo Oriente e l’Oceania.
Navi non più solo destinate al trasporto dei migranti ma anche concepite per i viaggi di piacere o come Ponti afferma "L’arte di sedurre al viaggio è giunta a tanto e non l’incanto della meta dinnanzi a noi, ma l’incanto del viaggiare: viaggiare per viaggiare anzi viaggiare per ben viaggiare…".
Tra il 1948 e il 1953, partecipa, da solo o assieme a Nino Zoncada, altro grande architetto navale, a diversi concorsi indetti per l’allestimento degli interni e ne realizza alcuni, come Il Conte Grande (1949); il Conte Biancamano (1949); La Giulio Cesare (1951); Africa (1951) ed Oceania (1952) e il suo capolavoro L’Andrea Doria (1952).
Anche per Vittoria (1953) ed Asia (1953) partecipa al concorso senza aggiudicarsi la realizzazione.