Abaco è stato definito "futuristico", che è sempre un aggettivo ambiguo: da un lato suona come un complimento, dall'altro sembra preludere a un domani che potrebbe non arrivare mai. Come ha lavorato per realizzare un sistema innovativo che, allo stesso tempo, possa trovare il favore del pubblico?
“È da 40 anni che lavoro in questo settore, dapprima come impiantista progettista, poi come interprete e realizzatore di bagni sartoriali a fianco ad architetti e interior designer. Da quasi vent’anni ho trasferito questa mia esperienza nel mondo della rubinetteria sanitaria, cercando di coniugare al meglio design, tecnologia e innovazione. Come risolvere in modo definitivo il tema della progettazione del bagno quale spazio in cui la bellezza sia in equilibrio con la funzionalità, è sempre stato il mio cruccio. Includere i sanitari all’interno di una composizione armoniosa, mono-materica, pulita, essenziale e soprattutto funzionale: questo è quanto mi sono prefissato di raggiungere con Abaco. Un progetto avveniristico volto a diventare l’evoluzione e al tempo stesso la rivoluzione del bagno: un contenitore di esperienza, tecnologia e innovazione. Abaco è un sistema modulare, semplice e lineare, che mette ordine alle cose e riorganizza funzioni e tecnologia impiantistica all’interno di un unico volume, che arreda il bagno con ogni singola funzione: lavaggio, toilette, contenimento. Devo dire che non mi aspettavo tutto il successo che questo prodotto ha avuto in occasione della sua presentazione. A oggi è già molto richiesto da ogni parte del mondo. Sembra che Abaco non abbia riscontrato limiti culturali: l’Italia, paese avveniristico e vocato al design, nonostante la tradizione del bidet, è tra i paesi che maggiormente lo stanno richiedendo e non posso che esserne orgoglioso e onorato”.