A spiegare quali sono le principali difficoltà nel rendere efficiente e proficuo l’uso dei materiali circolari nell’arredo è l’esperto di economia circolare Arthur Huang, fondatore di Miniwiz, uno studio di progettazione e consulenza con un brand di arredo, Pentatonic, che impiega solo materiali post-consumo: “Dobbiamo sviluppare metodi più efficienti di raccolta e smistamento dei materiali. La tecnologia dei materiali biodegradabili è ancora allo stadio iniziale. E non corrisponde alle prestazioni richieste dall’industria, in quanto il fattore biodegradabile influisce negativamente sulla durata dei prodotti.
Per me la strada è utilizzare materiali non smaltibili e trasformarli in qualcosa di bello, in modo che continuino a essere utilizzati in cicli di produzione chiusi. Un’economia circolare riduce la necessità di materiali biodegradabili. Stiamo comunque lavorando sull’utilizzo di rifiuti biodegradabili provenienti dall’industria alimentare e persino dagli insetti. In termini di concettualizzazione dell’economia circolare, l’Europa è avanti.
Tuttavia, deve ancora mettere a punto dei passaggi: lo dimostra il fatto che molta spazzatura viene spedita in Asia o agli inceneritori. Il Regno Unito e i Paesi Bassi sono i migliori nel proporre soluzioni, ma mancano le infrastrutture per perseguire queste idee”.
In questa direzione si è mosso lo studio di Rotterdam The New Raw che, per la città di Amsterdam, ha realizzato un prototipo di panche utilizzando la stampa 3D e pellet di plastica riciclata dai rifiuti comunali.
Agli svedesi Form Us With Love sono occorsi quattro anni per sviluppare la citata sedia Odger di Ikea, composta da fibra di legno e plastica (Wpc) proveniente fino al 70% dai pallet Ikea. “Il materiale ha delle buone proprietà strutturali”, racconta John Löfgren, co-fondatore e direttore creativo di FUWL.
“Grazie al supporto di un colosso come Ikea, abbiamo potuto fare molta ricerca e test, giustificabili con i previsti volumi di produzione. In termini economici”, spiega, “è importante che l’azienda sia il fornitore stesso del materiale. Per incentivare l’utilizzo di prodotti realizzati con materiali post-consumo, favorendone l’abbassamento dei costi di produzione, è necessario lavorare sulla loro percezione. L’obiettivo è che la gente inizi a interessarsi alla loro provenienza e qualità così come già fa per il cibo. L’impiego di materiali circolari è anche una questione di produzione e accesso alle informazioni”.