“La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura” scrive Paolo Cognetti ne Le otto montagne edito da Einaudi. Ed è lo stesso fare lento e cadenzato del modellare, decorare e cuocere la materia; lo stesso non fare: quell’aspettare paziente e sapiente a cui non siamo più abituati, essenziale per la riuscita dei lavori artigianali. Gesti ponderati e attimi dilatati in cui ricalibrare un ritmo – di passo, di respiro, di vita – analogico.
Se negli ultimi due anni la vita contemporanea è diventata sempre più digitale e multitasking, più stanziale ma ancora più veloce e frenetica, anche i professionisti della comunicazione tornano a usare (e a sporcarsi) le mani, per plasmare materiali grezzi ma soprattutto per ritrovare un modo di fare vecchio stile (se non di antica memoria): rallentato e focalizzato. Per (ri)trovare il tempo di ascoltarsi.
Come Lucia Portesi che da oltre dieci anni lavora in un’agenzia di comunicazione, settore che con la pandemia ha accelerato i suoi ritmi già parecchio sostenuti, e che ora propone un suo progetto (imbevuto di passione) personale: Gli Appuntiti, una serie di piatti decorati a mano che riproducono il profilo essenziale di tre cime delle Dolomiti Ampezzane.