Dai giardini di pietra alle gallerie d’arte fino a inaspettati campi da basket. Tra Cersaie e Marmomac, i tre allestimenti – materici – che ci sono piaciuti di più. Ma soprattutto perché

Quanto conta oggi l’immagine per un’azienda di design? Quanto incidono sull’identità e sulla riconoscibilità i progetti fotografici vividi e inaspettati pubblicati sui social? Quanto comunicano raccontano, impattano uno shooting, uno spazio, uno stand estremamente curati e personalizzati?

A queste e ad altre domande abbiamo provato rispondere in questo articolo spiegando perché per le imprese del design è sempre più importante adottare un modo personale di comunicare la propria identità dimpresa. Distinguersi per lattenzione minuziosa e calibrata. Che sia a livello di immagine o di testi non cambia, tutto è storytelling: una narrazione che esprime in modo immediato lofferta e spiega, se non tutto, molto sulla visione aziendale.

 

Ora però focalizziamoci sulle realtà specializzate in materiali che tra fine settembre e inizio ottobre hanno presentato con notevole riscontro le novità nell'ambito di due fiere di riferimento, Cersaie a Bologna per la ceramica e il bagno e Marmomac a Verona per i marmi e le pietre naturali. Ne abbiamo scelte tre 41zero42, Margraf e Mutina –  e spieghiamo perché, secondo noi, hanno vinto sul campo.

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41Zero42: comunicazione vincente

Il brand di ceramiche 41zero42 non è nuovo a progetti di comunicazione che veicolano un contenuto, raccontano una storia, in cui la grafica diventa prodotto e viceversa, dando vita a unimmagine coordinata. Quel che è certo è che nessuno si aspettava un campo da basket al Cersaie. Un playground anni Ottanta, con tanto di giocatori, in grado di catapultare i visitatori nella palestra di un liceo americano come quelli resi celebri serie tv.

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Lo stand pensato per il Cersaie, oltre a sorprendere di per sé, raccontava al meglio la nuova collezione Pixel, spiegata in questo reportage del Cersaie 2021. Composta da 41 colori è pensata per costruire’ superfici da videogioco anni Ottanta o motivi anni Quaranta, equalizzatori di musica Techno o piscine dallo stile sovietico. Le combinazioni possono essere pop oppure classiche, i macro mosaici geometrici o astratti, i toni freddi alternati a quelli caldi. A vincere, insomma, è la libertà compositiva, dai rimandi assolutamente vintage.

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Il giardino di pietra di Cristina Celestino per Margraf

Spostiamoci ora a Verona, a Marmomac, dove è andato in scena lesordio, super chic, della collaborazione tra MargrafCristina Celestino che racconta al meglio le potenzialità colte, plasmabili e femminili dei materiali lapidei. Presentato nell’ambito della mostra In Our Time di The Italian Stone Theatre, Repére è uno spazio ibrido interno-esterno, una sorta di giardino di pietra, pensato come luogo dove prendersi il tempo per la cura di sé, in contatto diretto con l’acqua.

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Permeabile alla vista e al passaggio, il piccolo giardino di pietra è strutturato in gradoni su cui sono collocati, come sculture, oggetti funzionali: un lavabo, una fioriera e un piatto doccia. I volumi nascono dall’accostamento di marmi differenti Fior di Pesco Carnico, Verde Giada e Onice Rosa lavorati come un unico blocco di materiale che fa emergere nelle concavità i diversi strati di cui è composto.

A spiccare è Repère Collection, la texture che si distingue per le borchie in marmo collocate sulle lievi concavità della lastra di marmo.

Per lo stand di Marmomac, Cristina Celestino ha ideato uno spazio espositivo che enfatizza marmi e pietre come materiali primordiali di costruzione. Ad emergere è la capacità realizzativa di Margraf che da sempre estrae e plasma blocchi grezzi di pietra naturale per trasformarli in architetture ma anche arredi, complementi e strutture ibride, appunto.

Protagonisti dello scenografico stand, i rivestimenti 3D della nuova collezione Fluctus, sviluppata da Margraf Innovation Lab, che si ispira al movimento delle onde del mare e al loro effetto sul fondo marino.

Mutina e i Bouroullec: 10 di una collaborazione ad arte

Ma torniamo in Emilia-Romagna, per la precisione a Fiorano Modenese, dove, in occasione del Cersaie, l’headquarter di Mutina è stato allestito come una galleria d’arte per celebrare 10 anni di collaborazione con Ronan e Erwan Bouroullec. Un progetto ceramico industriale e al contempo sartoriale che è anche artistico e intellettuale.

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Dalla collaborazione tra eccellenze, produttive e culturali, non possono che nascere collezioni da esporre come opere artistiche. Per Mutina la ceramica è concepita come un prodotto d’autore realizzato con un processo che combina sapienza artigianale e tecnologie innovative. Testimonianza tangibile della filosofia concettuale del brand è Mutina for Art, un percorso dedicato allarte contemporanea nato allinterno di Mut, lo spazio espositivo che prevede un programma di mostre e il riconoscimento This Is Not a Prize, ospitato nella sede aziendale progettata da Angelo Mangiarotti.

Nato per celebrare il fecondo sodalizio tra Mutina e i fratelli Bouroullec, Ensemble è un progetto ampio, composto dalle riedizioni di Pico e Rombini e da due nuove collezioni ceramiche, Punto e Bloc, a cui si aggiunge linedito Pico Bois, il pattern della linea Pico declinato su un pavimento in parquet di vero legno.

Apparentemente molto diverse fra loro, tutte le linee esprimono appieno la ricerca e l’essenza del lavoro portato avanti nel corso di questi dieci anni. Unite da una comune cifra stilistica, le collezioni possono essere mixate tra loro per creare interni dalla sofisticata, colta e rarefatta coerenza estetica.

Il termine Ensembleinsieme, in francese – si riferisce proprio all’organicità di forme e colori che contraddistingue i progetti permeati dalle atmosfere della Bretagna, terra d’origine di Ronan ed Erwan Bouroullec a cui sono profondamente legati.

Il progetto che celebra la collaborazione tra Mutina e i fratelli Bouroullec è impreziosito dagli scultorei e sofisticati Rombini Vases. Prodotti in collaborazione con Bitossi, i vasi sono realizzati interamente a mano, applicando uno a uno i listelli del nuovo Rombini Triangle Extra Small. L’utilizzo di moduli in ceramica ha permesso di sviluppare degli elementi decorativi dal gusto architettonico che prendono vita attraverso i giochi di luce che si creano sulla superficie.

Ensemble incarna perfettamente il continuo scambio su cui si fonda il rapporto tra lazienda e i designer. “La relazione con Mutina è molto particolare”, spiegano i fratelli Bouroullec, “si basa sulla passione ma anche sul divertimento, sulla condivisione di idee, su un’intensa attività culinaria, qualche volta perfino su una partita di tennis. È magnifico avere un legame così forte, un’amicizia così vera e intensa”. Ed ecco che, dallarte, la ceramica torna in campo.

È così che si vince, a tutto campo.