Abbiamo selezionato idee, progetti ed esperienze sussurrate che restituiscono il calore delle feste in forma essenziale. Senza retorica, ma con autenticità. Come in un racconto di Carver

Se dicembre è un mese chiassoso, nei toni cromatici ma anche acustici , nelle luci sbriluccicanti e nei decori infiocchettati, noi abbiamo selezionato una serie di idee, prodotti, letture ed esperienze silenti distillate che restituiscono il calore avvolgente e rassicurante proprio e sacrosanto del periodo festivo con una cifra stilistica essenziale.

Un’essenzialità che non è un minimalismo sterile e distaccato, tutt’altro. Un’essenzialità che nasce da un immenso e faticoso lavoro di cesello che, strato dopo strato, scaglia dopo scaglia, sveste il progetto del superfluo per enfatizzarne il nucleo.

Se l’aspetto può sembrare (fin troppo) scevro di ornamento, la preziosità sta nelle increspature. E l’effetto è potente. Come un racconto di Carver.

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Una pagina su cui immortalare pensieri luminosi

Con la luce si può disegnare, scrivere, immaginare storie. Ecco allora una lampada che si dispiega come un gesto simbolico, ascetico, spirituale. Poetica e lieve, appena percettibile, pare un lenzuolo di luce arricciato sulla parete. Increspando la superficie a formare geometrie vive dai riflessi morbidi, Pagina, disegnata da Alessandra Dallagiovanna per Davide Groppi, è lampada che racconta una storia. O meglio, la sussurra.

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La luce è narrazione 

Una pagina di luce che riporta una storia. La lampada è realizzata in modo essenziale, con uno speciale foglio di carta dotato di micro ventose che può essere appeso a ogni superficie, spostato a piacere, disposto in modo da creare onde ed effetti tridimensionali. Una piccola penna a led completa l’idea: inserendosi nelle curve del foglio crea arabeschi di luce diffusa

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Rincantucciarsi nei libri

Durante le feste si regalano e si leggono libri come in nessun altro periodo dell’anno: il freddo e la neve conciliano immersioni sotto a strati di coperte. La ricerca è quella di un angolo appartato tutto per sé per rincantucciarsi: basterà un libro in mano nient’altro per avere un rifugio e al contempo un accesso a viaggi straordinari mondi altri, domestici come lontanissimi, in cui poter entrare. E se il lettore si dimostrerà un esploratore instancabile, nelle parole e nelle vite narrate, troverà l’accesso soprattutto a se stesso.

Consigli di lettura 

Noi vi diamo qualche consiglio di lettura: qui abbiamo selezionato una serie di pubblicazioni in cui la casa è al centro della narrazione, mentre qui vi parliamo di cosa ci ha incantato del nuovo Di chi sono le case vuote? edito Adelphi che raccoglie alcuni tra i numerosi scritti di Ettore Sottsass. Spoiler: il capitolo sulla luce di Filicudi è commuovente.

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... e di cantucci

E se cercate un consiglio anche riguardo ai cantucci, un ottimo nascondiglio per sfuggire ai rumori disturbanti delle feste e isolarsi nella lettura è People Home. Ispirato alla casa archetipica, quella disegnata dai bambini con il tetto a capanna, il sistema disegnato da Alessandro Crosera per Milani in questa particolare configurazione assume una sagoma dall’aspetto familiare. Una sorta di tana (super accessoriata) da popolare di pensieri e parole.

Tessere grafica e artigianato dai rimandi altoatesini

Coperte, plaid e cuscini, ma anche poncho, scialli e sciarpe, dalle geometrie nette, dalle tonalità vibranti e dai contrasti arditi, declinati in tre diversi abbinamenti di fibre tessili, che donano colore e calore alla casa. È il caso di Hütte, il nuovo brand di textile design e homeware fondato da Raffaella Colutto che mutua il suo nome dalla Ütia, il focolare in legno tipico dell’Alto Adige.

I tessuti Hütte si rivelano non soltanto come pelle per gli arredi ma come chiave per rinnovarne la funzione: gli spazi domestici diventano rifugi intimi, custodi di un’anima green e slow, tanto lineari e raffinati, contemporanei eppur antichi, da catapultare in un racconto ancestrale dai contorni fiabeschi.

Un albergo fiabesco attorniato solo dal silenzio dei boschi 

Per gli incantevoli shooting Hütte ha scelto di vestire luoghi speciali come gli ambienti dall’aura naturale e monacale dell’hotel Briol in Val d'Isarco, sopra Barbiano, per la cui nuovissima struttura Einäugel ha anche disegnato ad hoc plaid in lana e alpaca. Dalle linee semplici e razionali che pare disegnato, l’edificio principale dell’albergo altoatesino si trova a 1310 metri di altezza, attorniato solo da prati e boschi, è raggiungibile solo a piedi o in fuoristrada e non dispone di televisioni né radio. Perché il vero benessere, in montagna, è fatica, raccoglimento e silenzio.

La montagna che rimane montagna

Per preservare le radici tradizionali dellhotel Briol, una pensione del 1928 che vanta unaffascinante storia famigliare avviata da una donna tenace (e rigorosa) con 15 figli, i proprietari hanno volutamente rinunciato a dotare le stanze di bagni privati, “desideriamo che conservino il carattere semplice e puro del loro anno di costruzionespiegano.

Come in un rifugio, spartano e basato sullidea di condivisione: la montagna che rimane montagna. Non resa più ammiccante dotandola di mille attività di svago come fosse un villaggio turistico, quella che viene proposta nelle diverse strutture che compongono l’hotel Briol è la montagna autentica, come quella raccontata nei romanzi di Paolo Cognetti, di cui segnaliamo, in particolare, Le otto montagne e La felicità del lupo, entrambi editi da Einaudi, entrambi custoditi da copertine dipinte, con grazia sapiente e restituente, da Nicola Magrin

Esperienze: dormire sotto le stelle o scoprire luoghi d’arte inaccessibili

Un regalo personale  non ‘gridato può essere un’esperienza, a tu per tu con la natura o con l’arte. Se un gift voucher di StarsBox permette di passare una notte sotto le stelle, protetti da in una scatola di legno, un po’ tenda e un po’ capanna, che può aprirsi al cielo, i cofanetti di IF Unique Art Experiences, realtà fondata dalla coppia Daniela Bianco e Filippo Cosmelli, offrono sorprendenti e coinvolgenti visite private in luoghi d’arte solitamente inaccessibili.

Dai misteri di Napoli ai segreti di Venezia, dalle città nascoste ai grandi musei svelati, dagli inviti a palazzo fino alle avventure urbane, si viene guidati alla ricerca della bellezza nascosta per disvelare l’anima segreta di un mondo per pochi.

A caccia di capolavori nascosti

Immaginate di introdurvi nei recessi sconosciuti di un museo chiuso al pubblico e di esplorare da soli un’inaccessibile wunderkammer, di essere accompagnati nelle soffitte di antichi palazzi nobiliari o in archivi silenziosi e polverosi, in caveaux sotterranei o in sacrestie ignote dove sono custodite opere singolari e preziose, dipinti, gioielli, documenti antichi e oggetti simbolici in grado di restituire il sapore di epoche lontane.

Per vivere esperienze immersive esclusive si può regalare anche il libro Il tesoro invisibile, Viaggio nell'arte custodita nei depositi dei musei italiani edito da UTET. A caccia di capolavori nascosti, le due guide d’eccezione Filippo Cosmelli e Daniela Bianco aprono le porte dei luoghi dove, celate allo sguardo del grande pubblico, sono conservate migliaia di opere di inestimabile valore.

Progetti fotografici natalizi come racconti analogici

Brand spagnolo che con il suo direttore creativo Jonathan Anderson promuove iniziative creative volte a enfatizzare limportanza dell'artigianalità nella cultura contemporanea, Loewe per la sua Holiday Collection ha pensato a un’elettrica combinazione di colore e arts and crafts, dove neon audaci incontrano le stampe caratteristiche di Charles Francis Annesley Voysey (1857-1941): fiori, uccelli e cuori. Semplicità nella decorazione: è una delle qualità essenziali senza le quali nessuna vera ricchezza è possibile, disse una volta larchitetto e designer britannico è una delle qualità essenziali senza le quali nessuna vera ricchezza è possibile. Regali semplici (e quindi) belli, il cui dono è la premura nella scelta.

 

Sbriluccicare sì, ma in modo colto

Si possono realizzare progetti fotografici che trasmettano la sensazione di Natale anche senza sbriluccicare. O meglio, che sbriluccichino pure purché possa permettermelo. Come? Curando oggetti, shooting e dettagli con una meticolosità colta, dai rimandi vintage ma non nostalgici, permeata da una convivialità non scontata, per restituire un’atmosfera partecipativa, inclusiva senza doverlo essere.

Come la campagna natalizia della capsule collection di piccola pelletteria e accessori di Loewe scattata da Tyler Mitchell che celebra la stagione festiva con un cast composto da veri amici e familiari fotografati in salotto. Una narrativa allegra, a volte evocativa, altre esplosiva in un tripudio di colori e texture, forme morbide e giocose.

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Le increspature dense che rivelano l’essenzialità

La laboriosa ricerca formale può riguardare progetti, prodotti e immagini ma anche la scrittura. Quella di Raymond Carver, definita da frasi brevi che si susseguono con ritmo cadenzato, sospinge in un’atmosfera densa che avviluppa il lettore con apparente noncuranza, lasciandogli addosso l’essenza – o forse l’essenzialità –, emanata dalle increspature di situazioni quotidiane (apparentemente) marginali raccontate con (apparente) distacco.

Come descrivere una cattedrale medievale a chi non vede? È nella risposta a questa domanda insolita il cuore di Cattedrale, il racconto che dà il nome alla raccolta di Carver edita da Einaudi.

Citazioni

Non è che fossi entusiasta di questa visita. Era un tizio che non conoscevo affatto. E il fatto che fosse cieco mi dava un po’ di fastidio (...) Ora, questo cieco, immaginate un po’, aveva un gran barbone! Un cieco con la barba! Un po’ troppo, secondo me.

“Ehi, sta’ a sentire. Me lo fai un favore? Mi è venuta un’idea. Perché non ti procuri un pezzo di cartoncino? E una penna. Proviamo a fare una cosa. Ne disegniamo una insieme”, ha detto. (...)“Stiamo disegnando una cattedrale. Ci stiamo lavorando insieme, io e lui. Premi più forte”, ha detto, rivolto a me. 

“Ce l’hai fatta amico. Si capisce bene, adesso. Non credevi di farcela, eh? Ma ce l’hai fatta, ti rendi conto? Adesso sì che vai forte. Capisci cosa voglio dire?”

E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia.

Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha detto. “Da’ un po’ un’occhiata. Che te ne pare?” Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare.

“Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?” Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente.“È proprio fantastica”, ho detto.

Non retorica, ma autenticità

Diffidenza, distacco, sorpresa, imprevedibilità. Contatto (tattile) umano, condivisione, inclusività. In Carver non c’è retorica, c’è autenticità. C’è l’essenza del Natale.