Un altro settore che alimenterà molto la creatività fantascientifica è senz’altro quello dell’illuminazione. Nelle serie TV così come nei film si incontrano spesso le lampade Pileo e Ruspa di Gae Aulenti (prodotte rispettivamente da Artemide e Martinelli Luce ma non più a catalogo), e anche la Tizio di Richard Sapper per Artemide. Quest’ultima è stata la prima lampada con bracci a bilanciere ad aver sfruttato, all’inizio degli anni ’70, la neo-nata tecnologia dell’alimentazione alogena, grazie alla quale le linee oblique dell’oggetto sono potute restare pulite: le alogene, infatti, permettono la trasmissione a basso voltaggio, eliminando pertanto il passaggio di cavi tramite i bracci che avrebbe compromesso l’essenzialità del segno.
Pensata guardando alla luna è, come è noto, l’Eclisse di Vico Magistretti per Artemide. Qui le calotte semisferiche creano un movimento semplice e intuitivo che riporta alla fisica delle fasi di un’eclisse. Un oggetto perfetto, che unisce la razionalità funzionale e produttiva con la poesia di un gioco di luce che non smette di accompagnarci dal 1965. Ovviamente uno dei campi di maggior sviluppo di quegli anni è stato quello di radio e televisori, che conoscono un boom commerciale corrispondente alla fioritura della loro progettazione. Ma, come spesso accade a questo settore, la rapida obsolescenza della tecnologia va di pari passo con quella delle forme, tanto che per questi prodotti sopravvivere a lungo è doppiamente difficile. Non ha infatti vinto la battaglia contro il tempo quello che per molti designer contemporanei è ancora considerato il più rivoluzionario televisore della storia del design, il Black di Zanuso e Sapper per Brionvega.