A partire da Ruins del 2018, Roberto Sironi compie una indagine metodica e meticolosa sui siti archeologici; reinterpreta e ristruttura reperti architettonici classici con un’attenzione quasi da archeologo.
L’ultimo lavoro, Domus Pompeii, nasce da una ricerca in situ, dove il designer analizza le cromie degli affreschi per sviluppare cinque colori 'pompeiani'.
Sironi è affascinato, quasi ossessionato dalla storia, non solo dal periodo classico, ma proprio dall’idea di stratificazione – infatti, aggiunge anche riferimenti alla rivoluzione industriale in epoche più contemporanee.
Con tutt’altri materiali e processi costruttivi, lo spagnolo Sergio Roger mette in discussione le convinzioni e la visione idealizzata dell’antichità.
Ne Il Gran Ballo di Delfi contorce, piega e stravolge le colonne di un tempio, realizzate in lino, seta e velluti che portano i segni del passare del tempo, sottolineando la coesistenza di elementi satirici e solenni.
Arte e cultura classica sono il fondamento della sua espressione estetica ma, contrariamente a Sironi, non le prende del tutto sul serio.