Unire, separare, filtrare, nascondere, contenere, esporre. Tutte queste funzioni dell’abitare sono oggi interpretabili, contemporaneamente, da un unico sistema d’arredo. In una dimensione trasversale tra mobile e architettura. Sono i cosiddetti sistemi Total Living, camaleontici programmi pensati all’insegna di una libertà totale di progettazione, studiati per risolvere esigenze diversificate di contenimento e per ridefinire lo spazio abitativo. Grazie a una modularità praticamente infinita, a una cura delle finiture a 360 gradi, a una vasta gamma di attrezzature e dotazioni tecnologiche. La scala di intervento parte dalla singola parete, magari con boiserie attrezzate, per svilupparsi nella dimensione dell’armadio, meglio ancora se bifrontale. Fino ad arrivare a complesse composizioni di volumi ‘funzionali’ capaci di scandire, anche con passaggi, i vari ambienti della casa. Il tutto senza dovere ricorrere a interventi di muratura. In un certo senso è il design stesso che che genera lo spazio. Il mobile contenitore diventa un principio architetturale e cambia il paradigma, perché organizza lo spazio e non lo occupa. In questa galleria di immagini, l’accostamento di due ambienti diversi - un’area living e una zona notte - arredati con il medesimo programma che ne declina le differenti funzioni, dimostra la natura di ‘moderni Zelig’ di questi sistemi di archi-arredo.