Dalla riscoperta del Brutalismo ai progetti alpini di Carlo Mollino passando per la storia dei computer, ecco sei titoli di libri da non perdere

Nel mese della ripresa e del rientro in città dopo la pausa estiva, ecco sei libri per tornare a immergersi nella storia del design e dell’architettura.

A partire dalla riscoperta in atto dello stile Brutalista (ne abbiamo parlato anche qui) e dai progetti alpini di un visionario come Carlo Mollino, di cui quest’anno ricorre il 50mo dalla morte.

E con alcune interessanti incursioni in Oriente, tra gli edifici di architettura islamica e i progetti di un outsider come Tadao Ando, e nel linguaggio estetico contemporaneo, con i prodotti stampati 3D della francese Audry Large.

1. Brutalist Italy: Concrete architecture from the Alps to the Mediterranean Sea. A cura di Damond Murray e Stephne Sorrel (Fuel Pub, 35 euro)

È un momento di riscoperta del brutalismo e questo nuovo libro, in uscita il 7 settembre, lo affronta con un taglio tutto particolare. Cosa rende gli edifici brutalisti italiani diversi da quelli di altri paesi?
Per rispondere, il libro dei designer ed editori londinesi Murray e Sorrel prende in analisi più di cento architetture italiane tra case, come il complesso di edilizia sociale Le Vele di Scampia, chiese come il Santuario di Nostra signora delle lacrime di Siracusa, ma anche scuole, stadi di calcio e cimiteri attraverso le 140 immagini dei fotografi di architettura Roberto Conte e Stefano Perego.
Si scopre così il rapporto complesso del brutalismo con la storia italiana perché, per prendere le distanze dal fascismo, nel dopoguerra si sviluppa nel nostro Paese uno stile architettonico moderno che, però, attinge a riferimenti estetici del passato.
A chi piacerà: ai fan di uno stile per anni sottovalutato e che, soprattutto nel nostro Paese, ha lasciato moltissime tracce in provincia, nei piccoli centri, caratterizzandone -con il suo cemento a vista- fortemente la fisionomia.

2. ANDO. Complete Works 1975-Today di Philip Jodidio (TASCHEN, 150 euro)

«Un mistico in un Paese che mistico non è più» così Philppe Starck anni fa ha definito Tadao Ando, ex pugile, maestro (autodidatta) del modernismo e unico architetto al mondo ad aver vinto nella sua vita tutti i più prestigiosi premi per l’architettura.

Con il suo stile unico, considerato a metà tra land art e architettura, e progetti che giocano con spazio, luce e materia, continua a sorprendere ancora oggi che, all’età di 81 anni, nel suo studio di Osaka è sempre attivissimo.

Questo libro ne ripercorre la storia e il lavoro dalle origini, passando dalle case alle chiese (come la cappella sull’acqua a Hokkaido), dai musei agli appartamenti (come il complesso redisenziale Rokko) e agli spazi culturali che in 50 anni di lavoro ha realizzato in Giappone, Corea del Sud, Francia, Italia (uno su tutti: il complesso Fabrica realizzato a Treviso per Benetton), Germania, Messico e Stati Uniti. A chiudere il libro, i nuovissimi progetti della Bourse de Commerce di Parigi e l’He Art Museum a Foshan, in Cina.

E, per i più appassionati, Taschen ha pensato anche a una versione del libro in edizione limitata con un disegno originale firmato dall’architetto.

 

A chi piacerà: ai giovani che potranno trovare ispirazione dalla vita di un architetto “per caso” (ha fatto il pugile e il camionista e studiato l’architettura viaggiando) che si è istintivamente collocato tra modernità e tradizione. Facendo della curiosità e del coraggio il suo mantra, come ricorda sempre quando incontra gli studenti.

3. L’architettura islamica. Una storia mondiale di Eric Broug (Einaudi, 76 euro).

Esuberanza creativa, geometrie ipnotizzanti, raffinatezze cromatiche. Sono alcune caratteristiche dell’architettura islamica, che ritroviamo nelle moschee più importanti e conosciute al mondo come negli edifici meno noti e - a sorpresa - preziosi, selezionati per questa pubblicazione accompagnata da 300 immagini sontuose.

Un libro che, attraversando epoche e latitudini differenti, percorre 1400 anni di storia e cultura islamica soffermandosi sugli arabeschi floreali nei pishtak delle moschee (le decorazioni attorno ai portali) e sui richiami all’armonia geometrica dell’intera arte islamica. Che, come lo erano le cattedrali gotiche per l’Occidente cattolico, rappresentano la “sublimazione architettonica” della filosofia islamica.

Pagina dopo pagina l’autore, l’artista e studioso di pattern islamici Eric Broug, uno dei massimi esperti di questi particolari disegni geometrici ai quali ha dedicato numerosi saggi, ci accompagna al confronto di dettagli architettonici e stili diversi.

A chi piacerà: ad artisti, graphic designer, architetti e studenti interessati a scoprire, comprendere e ammirare gli edifici più significativi della storia architettonica islamica.

4. The Computer. An History from the 17th Century to today di Jen Müller (Taschen)

“Che cos’è un computer?” Per rispondere a questa domanda il direttore creativo dello studio di Design Vista di Düsseldorf impiega 700 pagine. Scopriamo così che - dagli albori dell'informatica- la storia dell’evoluzione di questa macchina è lastricata di innovazioni dirompenti.

Un libro che esplora tutti i passaggi tecnologici ma anche estetici più importanti, dalle prime idee di una macchina calcolatrice ai computer da ufficio di grandi dimensioni negli anni Cinquanta fino ai laptop e ai dispositivi che possiamo indossare come gli smartwatch. E, trovando i collegamenti tra prodotti iconici come l'Apple Macintosh e la Sony Play Station, o passando per le pietre miliari dello sviluppo dei videogiochi e del web, l’autore traccia anche le storie di visionari, pionieri e imprenditori della tecnologia.

Il tutto accompagnato da immagini molto belle e curate, documenti storici e spiegazioni scientifiche che aiutano a cogliere tutti i passaggi più significativi della storia del computer. Inclusa l'influenza della tecnologia sul panorama politico odierno.

A chi piacerà: a più giovani, che -essendo nati in piena era digitale- non sono consapevoli dello straordinario potere e l’impatto sociale ed estetico del computer. Ma anche a tecnici, giornalisti e creativi interessati alla cultura, all’economia, alla politica e alla scienza. Desiderosi di capire come siamo arrivati fin qui.

5. La montagna di Carlo Mollino di Alberto Rossi e Roberto Dini (Hoepli editore, 49 euro)

Dalle origini del Modernismo alpino alla nascita di Cervinia (con edifici come Casa del Sole) e Sauze d’Oulx, dai rilievi delle architetture rurali ai progetti per le nuove realtà urbane valdostane, dalla reinvenzione della casa di montagna (come Casa Garelli a Champoluc) fino all’ipermodernismo della fase del turismo di massa.

Attraversa questi temi il primo libro mai dedicato alle architetture montane dell’architetto torinese Carlo Mollino (ed Hoepli).

Sessanta progetti illustrati dai disegni dell’archivio Mollino che rivelano come, per un architetto anticonformista ed eccentrico, ma anche appassionato sciatore e alpinista come lui, la montagna sia stata soprattutto un grande laboratorio di sperimentazione.

A chi piacerà: A chi, per passione o per lavoro, abbia mai avuto l’occasione di confrontarsi con un’architettura di Carlo Mollino (1905-1973). Perché potrà ricostruire la filiera progettuale di edifici che hanno cambiato il paesaggio alpino. Lontani non solo dall’architettura locale ma anche dal linguaggio canonico dell’architettura italiana del secondo dopoguerra.

6. Audry Large. Metamorphosis Signals di Barbara Brandi e Marco Rainò (Quodlibet, 18 euro)

Anche se uscita da qualche settimana, infine, ci piace segnalare questa monografia dedicata ad Audry Large e al suo lavoro, perennemente in bilico tra arte e design e che, nel trasformare in materia forme di estetica digitale, modifica e caratterizza lo spazio circostante.

Che si tratti di tavolini, lampade, vasi, caraffe o vere e proprie sculture, Audry Large ne manipola le forme utilizzando le tecniche del cinema digitale fino a creare con la stampa 3D oggetti in PLA (Acido polilattico) completamente al di fuori da qualsiasi codice estetico, oggetti-mutanti dagli squillanti colori metallici. Un libro firmato dai fondatori dello studio di architettura BRH+ e curatori del programma IN Residence.

I quali, da sempre interessati alla sperimentazione interdisciplinare, hanno trovato una perfetta sintonia con il lavoro di questa artista-designer francese.

A chi piacerà: ai creativi che, di fronte a ciò che è considerato reale, hanno la tendenza a interrogarsi circa l’autenticità della visione e della percezione. E a chi, un po’ annoiato dal design contemporaneo, ama guardare al lavoro di chi sa prenderne le distanze