I migliori progetti degli studenti dell'Istituto Marangoni raccontano l'inedito incontro tra avanguardia culturale e nuovi linguaggi digitali. Ne abbiamo parlato con Stefano Caggiano, curatore della mostra

Istituto Marangoni Milano Design,

via Cerva 24, dal 28 settembre al 16 ottobre 2020

 

La School of Design di Istituto Marangoni presenta Memphis. Il colore degli oggetti, la mostra dedicata al noto fenomeno culturale degli anni ’80 creato da Ettore Sottsass e da un gruppo di giovani architetti, tra cui Michele De Lucchi, Alessandro Mendini e Andrea Branzi, che ha rivoluzionato l’idea di fare progetto e che celebra quest’anno il quarantesimo anno dalla sua nascita.

L’esposizione, allestita al primo piano della sede di via Cerva e aperta al pubblico, è curata da Gustavo Martini, ex alunno della scuola, nato a Rio de Janeiro.

Proprio intorno a questo Movimento postmoderno, Istituto Marangoni ha scelto di far lavorare gli studenti del terzo anno del corso di Visual Design e gli allievi dei Master Surface & Textile Design e Product & Furniture Design per l’ideazione di nuove proposte progettuali, a partire da brief specifici per ogni area.

Una selezione di queste idee creative costituisce il cuore della mostra, che si articola in quattro parti: tre dedicate ai dipartimenti della scuola (Product, Visual e Interior Design) che presentano ciascuno i migliori progetti degli studenti raccontati attraverso immagini e talvolta in modelli 3D, a cui si aggiunge una sezione dedicata alla storia di Memphis, con un'infografica e una selezione di pezzi storici tra cui spicca l'iconica libreria Carlton, simbolo riconosciuto in tutto il mondo.

Gli studenti di Visual Design hanno lavorato ad alcune proposte di restyling dell’identità visiva di studio Memphis che includesse le tre principali collezioni del marchio: Memphis Milano, Meta Memphis e Post Design.

Alice Braglia ha immaginato una nuova strategia per i social media che, grazie a una attualizzazione dei valori, dei colori e delle forme tipici del brand, sapesse conferire un'identità di marca dinamica e coinvolgente. Constanza Cosciaa partire da una approfondita analisi e review dei marchi delle tre collezioni, arriva a definire una strategia per i social channel e un concept per una installazione che cita i luoghi e le suggestioni di alcuni riferimenti pop del mondo della moda, dell’arte e del cinema degli anni 80. Dedica attenzione allo studio dei brand, del sito e del catalogo lo studente. Giovanni Gridelli indica invece nuove proposte per una visual identity omogenea e una fruizione delle aree on line più ingaggiante.

Nell’ambito del Master Surface & Textile Design, gli studenti hanno realizzato una serie di nuovi pattern decorativi destinati a superfici, tessuti e rivestimenti per il brand, attraverso la reinterpretazione di motivi grafici, simboli ed elementi visivi caratteristici di Memphis.

Il progetto proposto dagli studenti Pelin Aykar, Ipek Aslanboy e Hsiang-Chi Liu si basa sul concetto di aspetto ed essenza, attraverso illusioni visive che sono in grado di ingannare i nostri occhi. Arrivano quindi a proporre Dissimulation, una serie di tappeti, pannelli di vetro, film per il rivestimento di oggetti di arredo caratterizzati da effetti geometrici e ottici capaci di creare percezioni tridimensionali o pattern in movimento.

Ezgi Vural e Margherita Aletticon il progetto Living in Memphis immaginano nuove combinazioni di colori pastello e forme audaci, in una dimensione spazio-temporale infinita, ironica e giocosa. Ne risultano quattro diversi pattern, ognuno ispirato ad una diversa città: New York, Marrakech, Hong Kong e Città del Messico, capaci di animare wallpaper, ceramiche, tappeti o pannelli di plexiglass o ogni altra superficie per l’interior design.

Old to New è il titolo del progetto di Kao Ching-Ting e Semercioglu Eda che, a partire dai personali ricordi legati agli anni ’80, hanno generato nuove idee per raccontare la ricchezza e la giocosità tipiche dell’epoca rilette in chiave contemporanea. Nascono così elementi modulari realizzati utilizzando resine combinate ad altri materiali, utili per realizzare pattern per wallpaper, pannelli e oggetti d’arredo.

Infine, L’oggetto post-contemporaneo è il tema di riflessione lanciato all’interno del Master Product & Furniture Design. Gli studenti avevano il compito di progettato una lampada che declinasse l’identità estetica di Memphis in maniera coerente con il brand e, allo stesso tempo, in linea con le nuove sensibilità estetiche native dei social network, caratterizzate da colori accesi e geometrie destrutturate.

Artemii Solod progetta Personal lamp: un apparecchio luminoso a forma cubica che, grazie all’utilizzo della tecnologia digitale, può far vivere un’esperienza unica agli utenti: accensione, spegnimento, intensità e colori della luce possono infatti essere controllati attraverso una App direttamente dal cellulare, ed è stata immaginata in molte varianti e tipologie: da terra, da parete o da tavolo.

Fantasmino di Claudio Vicari è una lampada da tavolo in vetro soffiato trasparente con sembianze antropomorfe e che intende instaurare un rapporto animato tra il prodotto e l’utente. Il corpo centrale in metallo comprende infatti dei sensori di movimento che possono rilevare la presenza umana: quando una persona entra nel raggio di prossimità, la lampada si accende.

Roxanne Cepeda disegna Loop: una lampada da tavolo ricaricabile, che interagisce con gli utenti utilizzando un sensore tattile, grazie al quale è possibile regolare l’intensità della luce. La lampada utilizza una batteria agli ioni di litio, ricaricabile utilizzando un cavo USB-C e che ne permette quindi l’utilizzo anche quando è scollegata.

Un lavoro complesso, che ha visto gli studenti impegnati nel corso di tutto l’anno accademico, stimolati anche attraverso incontri e approfondimenti.

Il percorso si è concluso con esiti innovativi ed esplorazioni inedite, come racconta nell'intervista realizzata da Interni a Stefano CaggianoProgramme Leader di Product Design, autore dei testi della sezione storica della mostra.