Tre professionisti siciliani under 35 lanciano una campagna di crowdfunding. L’obiettivo? Realizzare a Mazara del Vallo il primo polo del Sud Italia dedicato al riuso e riciclo delle reti da pesca e della plastica recuperata in mare

Si chiama Risacca ed è un innovativo e virtuoso progetto siciliano di economia circolare: borse e zaini, oggetti d’uso quotidiano e arredi, realizzati con le reti non più utilizzabili per la pesca.

Per realizzare a Mazara del Vallo il Risacca Lab, il primo centro di raccolta e riciclo della plastica del Sud Italia, Carlo Roccafiorita, Cristiano Pesca e Federica Ditta, i tre fondatori under 35 del progetto di moda e design etico e sostenibile, hanno lanciato una campagna di crowdfunding a cui si può partecipare fino al 13 febbraio.

Un modo dinamico, intelligente (e fresco) di ‘fare rete’ per affrontare lo smaltimento delle reti in disuso, un serio problema in tutto il mondo ma soprattutto a Mazara del Vallo, uno dei centri ittici più importanti d’Italia, che produce ogni anno 10 tonnellate di scarti di materiale per la pesca.

Salvare il mare trasformando i rifiuti in risorsa

“Trasformare il rifiuto in risorsa: così salveremo il mare facendo rete”. Hanno le idee chiare i fondatori di Risacca, che in pochi mesi hanno riciclato una tonnellata di reti da pesca, testato i primi prodotti e vinto il premio europeo Green Impact Med 2021. Adesso Carlo, Cristiano e Federica, dopo l’incubazione con Fondazione di Messina, lanciano una prima raccolta fondi per realizzare il Risacca Lab: una sartoria sociale e un centro per il riciclo in un container recuperato.

La raccolta fondi per realizzare un presidio ecologico in un container

Se finanziato (lobiettivo è raccogliere 35mila euro), nascerà a Mazara del Vallo un nuovo presidio ecologico in grado di trasformare le reti in oggetti d’uso quotidiano, offrire opportunità di lavoro e sensibilizzare sempre più abitanti sul tema della plastica nel mare. Fino al 13 febbraio è possibile partecipare alla raccolta fondi promossa da Banca Etica, on line sulla piattaforma produzionidalbasso.com, e ricevere in cambio prodotti artigianali, servizi e persino vacanze studio per i donatori più generosi.

Come nasce Risacca

Ma torniamo al progetto: Risacca nasce un anno fa da Carlo Roccafiorita, Cristiano Pesca e Federica Ditta, tre professionisti under 35 con background in design, rigenerazione e impatto ambientale. La missione? Promuovere soluzioni innovative sul riuso e riciclo degli scarti dell’industria ittica, dalle reti da pesca alla plastica recuperata in mare.

Perché Mazara del Vallo

Non è un caso che Risacca nasca a Mazara del Vallo, città storicamente legata all’industria ittica, da diversi anni in piena crisi tra disoccupazione, calo dell’indotto e mancato ricambio generazionale. “Oggi più che mai dobbiamo essere resilienti”, spiega Carlo Roccafiorita, manager del progetto, “e introdurre innovazione può aiutarci a trovare soluzioni in grado di generare lavoro e tutelare l’ambiente. Con Risacca abbiamo disegnato un processo che consentirà di trasformare le reti in risorsa, generando impatto sociale”.

Un progetto di rigenerazione delle reti da pesca sostenibile, etico...

“L’inquinamento è ormai un’urgenza globale” prosegue Federica Ditta, designer. “Il nostro stile di vita ci ha spinti finora a produrre moltissimi rifiuti, la plastica è presente nel dna del pianeta ammalando gli ecosistemi e si stima che nel 2050 i nostri mari avranno più plastica che pesci. A Mazara ogni anno vengono prodotte più di 10 tonnellate di reti da pesca, i cui oneri di smaltimento gravano sulle economie dei pescatori, a volte spinti a ricorrere a metodi di smaltimento illegali”.

... e sociale

È da queste osservazioni che nasce l’obiettivo di Risacca: dare una seconda vita alle reti da pesca per creare nuove opportunità di lavoro e tutelare l’ambiente. “Abbiamo collaborato con armatori, pescatori, artigiani”, spiega Cristiano Pesca, “e il nostro laboratorio è un’occasione unica per rispondere al loro desiderio di ripartire diversificando il mercato e rievocando le tradizioni”.

Un progetto replicabile

Il laboratorio sorgerà nel parco rigenerato di Periferica, già luogo d’innovazione locale “ma la nostra visione”, incalza Carlo Roccafiorita, “prevede di replicare il Risacca Lab in ogni porto italiano. Vediamo Mazara come un primo test per rispondere a un bisogno diffuso in molte città e comunità nate intorno al mare”.

Come sostenere Risacca

Per sostenere il progetto Risacca bisogna collegarsi alla pagina dedicata di produzioni dal basso e donare scegliendo tra le ricompense: borse in rete fatte a mano, elementi stampati in 3D, esperienze e attività di formazione. Per i più creativi c’è anche la possibilità di partecipare alla trasformazione del container in laboratorio, scoprendo Mazara in sette giorni.

C’è tempo fino al 13 febbraio per salire a bordo e promuovere questo giovane progetto etico e sostenibile.