Dove (in quali ambiti e in quali Paesi) la cultura del progetto deve indirizzare le sue energie nel prossimo futuro?

Edward Barber e Jay Osgerby
Questa è davvero una domanda difficile: i Paesi sono tanti, ma dovunque il design dovrebbe avere come obiettivo quello di utilizzare materiali sostenibili e riciclabili.

Stphen Burks
Senza cercare di prevedere il futuro, penso che sia importante che il design si ponga come obiettivo quello di penetrare in nuovi territori, mercati e settori. L’innovazione dovrebbe sempre essere la forza motrice che si cela dietro al futuro del design: ce n’è poca, secondo il mio punto di vista, nel settore dei complementi d’arredo per la casa.

Antonio Citterio
La cultura del progetto è parte integrante del processo industriale: laddove si sposterà, l’industria la seguirà. Gli ambiti di interesse sono tutti quelli che riguardano la realizzazione di prodotti veri, non l’obsolescenza strategica indotta dal mercato e dalla concorrenza. Stiamo assistendo, e siamo soltanto agli inizi, a degli spostamenti di aree industriali sul mercato mondiale, inimmaginabili trent’anni fa, che creano fenomeni incredibili sul piano economico. Il vero problema è che molta della nostra industria non ha capito cosa è successo nel mondo: ha vissuto producendo al 70% per l’Italia. Oggi, che questo mercato non c’è più, anche la distribuzione va ripensata in modo strategico. Difendere un primato vuol dire riuscire a reinventare la dimensione delle aziende del ‘furniture design’ italiano. Le nostre piccolemedie imprese devono adottare una distribuzione che sia all’altezza delle sfide di un mercato globale: in caso contario sono destinate a scomparire. E devono imparare a ‘fare sistema’, come nella moda hanno fatto i francesi.

Claesson Koivisto Rune
Non esistono ambiti dove la cultura del progetto si possa ‘rilassare’. Detto questo, l’Africa appare forse dimenticata – un Continente così pieno di storia, di cultura e di imprenditorialità. E nel Nord America è ora di ripristinare un design che abbia identità ed autonomia.

Carlo Colombo
La cultura del progetto è internazionale. Ci sono Paesi in grande crescita che erano poveri; penso, per esempio all’India, all’Africa, all’Asia, dove negli ultimi anni si sono registrati cambiamenti notevoli. Oggi, quando sviluppiamo un nuovo progetto non dobbiamo pensarlo solo per l’Italia o per l’Europa: dobbiamo considerare che verrà usato e fruito in un mercato globale.

Odo Fioravanti
Come sempre nella storia del design lo sforzo per l’innovazione pone le radici in alcuni Paesi dove c’è un ‘design system’ solido ma propaga i suoi rami verso aree culturali e Paesi dove il design può ancora dire molto, cimentandosi soprattutto sui temi scottanti della contemporaneità. In questa prospettiva, credo che molti dei Paesi che abbiamo imparato a considerare ‘Terzo Mondo’ potrebbero diventare oggi per il design il ‘Primo Mondo’.

Front
Il principale obiettivo di tutte le attività di design è quello di migliorare le condizioni di vita e pensiamo che questa ambizione non possa essere certo ridotta in termini geografici.

Martí Guixé
Per me il design è transnazionale, ogni area va bene. Basta evitare le mode.

Ineke Hans
Dobbiamo riuscire a produrre in Europa. Anche nell’Estremo Oriente o nei Paesi a basso sviluppo, succederà che le persone riusciranno a conquistare un salario giusto, che garantirà una concorrenza più leale. Forse, la sfida è concentrarsi più sulla qualità che sul costo.

Ferruccio Laviani
Naturalmente il mondo si volge verso i mercati emergenti ma non credo significhi per forza dover cambiare il nostro modo di pensare e progettare solo ed esclusivamente perché l’economia si sta spostando in altri luoghi.

Mathieu Lehanneur
Dove? Ma in America! Sono diversi anni che aspetto il risveglio del design americano. La cultura americana è fatta di artisti, ingegneri e scienziati tra i migliori nei rispettivi settori. Tutte le condizioni sono riunite per assistere alla nascita di un nuovo design…

Arik Levy
Credo che bisogna fare un lavoro educativo per spiegare cos’è il design, che cosa fanno i designer, come il design si integra nella vita quotidiana: il grande pubblico è ancora ben lungi dall’averlo capito, in qualunque parte del mondo!

Lievore Altherr Molina
Be’, la Terra è un unico continente: oggi più che mai tutto è interconnesso, anche le distanze più estreme sono ‘valicabili’. Di conseguenza si potrebbe individuare una sorta di responsabilità globale, che coinvolga tutti. L’obiettivo? Progettare soltanto ciò che è realmente necessario e, aggiungerei, sostenibile. Non importa dove.

Piero Lissoni
Comincerei dall’Italia, dove ci sono aziende straordinarie, realtà produttive che hanno potenziali intellettuali spettacolari, che significa possedere contemporaneamente conoscenze commerciale, industriale, tecnologica, creativa. Ecco, io è qui che voglio indirizzare le energie del prossimo futuro. Perché noi abbiamo avuto (ma abbiamo ancora!) una marcia in più: siamo stati in grado di costruire una qualità manifatturiera che altrove non c’era. Siamo riusciti a tirare fuori idee e qualità produttive in un colpo solo: è questo che ha fatto balzare il design italiano in un’altra dimensione. Ed è su questo che dobbiamo tornare a lavorare. Tutti insieme.

Ross Lovegrove
Il design dovrà affrontare nuove questioni collettive e planetarie che mettono alla prova la nostra qualità di vita. I progressi registrati nei campi scientifici della fisica e dell’informatica quantistica ci daranno conoscenze radicalmente nuove che influenzeranno il nostro approccio, mentre il concetto di ‘complessità’, inteso come un fattore che alimenta l’incomprensione, è destinato a stemperarsi. Assisteremo pertanto alla razionalizzazione dei sistemi, della distribuzione e dell’uso delle risorse che comporteranno una rivoluzione nel settore industriale (di cui anch’io faccio parte), dagli aspetti meccanici a quelli biologici. Tutto è pronto per la convergenza: Digital Design, Sequencing, stampa 3D, materiali impiegati su scala nanoscopica o pixelati, ‘la Natura’ e ‘l’Istinto dell’Uomo’… questo e altro si fonderà per accrescere le potenzialità della fantasia e creare nuove automobili, architetture, prodotti…

Jean-Marie Massaud
Ci sono sicuramente luoghi in cui vivono, studiano e lavorano persone ‘illuminate’ e succede che questi luoghi, più di altri, si trasformino in catalizzatori per il progresso: la Silicon Valley, per esempio, o l’area di Tel Aviv. Ci sono anche importanti capitali storiche europee, dove avvengono costanti e interessanti cambiamenti culturali e anche nuove e grandi città che diventano laboratori ad alta densità ma si caratterizzano per condizioni di vita non a misura d’uomo, come Dubai e Shangai. Da queste situazioni, diciamo, estreme possiamo imparare e migliorarci almeno per le prossime generazioni. Ma tornando alla domanda: dove indirizzare le energie del progetto? Risponderei: dovunque perché ormai ‘il mondo è un villaggio’ perché tutti siamo interconnessi.

Ingo Maurer
Indipendentemnete dall’ambito culturale o dal Paese, credo in uno sviluppo autentico.

Alberto Meda
Semplicemente a partire dagli ambiti dove è possibile migliorare il benessere: ad esempio, l’acustica dei luoghi pubblici dove spesso l’impossibilità di comunicare compromette la relazione tra le persone.

Paola Navone
In ogni unità produttiva, ovunque essa sia. Il design serve all’artigiano, alla piccola realtà produttiva e alla grande industria. Il ‘dove’ non è importante.

Nendo
In tutte quelle aree che sono strettamente connesse alle emozioni delle persone.

Luca Nichetto
Non in Europa: il fatto che oggi qui sia tutto fermo è legato a un raggiungimento di benessere di cui non ci rendiamo neppure più conto. Terrei d’occhio i Paesi del Bric (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) o quelli del Mint (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, ovvero le prossime Nazioni emergenti): sono Paesi che possono servire a noi designer per capire ‘cosa stiamo facendo e dove stiamo andando’.

Philippe Nigro
Ovunque sia necessario: è utile mettersi in questione sempre, anche quando si pensa di essere in anticipo o di possedere ‘una certa cultura del progetto’. Ovunque sia importante: ed è sempre necessario coltivare buon senso e coscienza che tutto quello che si fa può avere un impatto positivo o negativo. Noi, naturalmente, lavoriamo per avere un risultato positivo.

Patrick Norguet
L’Europa è sicuramente un ricco Continente ma i Paesi europei non sono stati in grado di intercettare i cambiamenti più importanti, né di valutare l’emergenza dei Paesi poveri. Sarà necessario rimettere in questione e ripensare la nostra politica spesso aggressiva e campanilistica. Soprattutto è urgente trasmettere alle generazioni future nuovi insegnamenti e comportamenti. Questo presuppone istruzione e cultura per restituire all’uomo la sua dimensione e il suo ruolo nella società: più intelligenza per una maggiore libertà!

Jorge Pensi
Credo nei talenti individuali e non nelle nazionalità. Il prossimo futuro sarà appannaggio delle energie dei designer e delle aziende che credono nella forza del design, nella sua capacità di cambiare la società e di migliorare la qualità della vita, indipendentemente dal Paese dove vivono e lavorano.

Marc Sadler
Direi in maniera del tutto trasversale. Nei Paesi emergenti, quelli del cosiddetto boom economico del XXI Secolo, la cultura del design sarebbe necessaria per trasmettere quel senso d’equilibrio fra funzionalità ed estetica, laddove spesso prevale il consumismo che registra come valore aggiunto degli oggetti la quantità piuttosto che la qualità. Nei Paesi più sviluppati, quelli che hanno visto nascere il design industriale a partire dagli Anni 40/50, la cultura del progetto dovrebbe rinnovarsi, o meglio ritrovare le sue radici più profonde, ripensando alla produzione industriale alla luce dei bisogni e della situazione economica contingente.

Sawaya&Moroni
Penso che si dovrebbero aiutare i Paesi emergenti a intraprendere un percorso creativo/ produttivo corretto e non corrotto. Da questo punto di vista, il design ha una carta importante da giocare.

Matteo Thun
Occorre investire nel software, meno nell’hardware: cioé, bisogna focalizzarsi sul design di servizi, su tutto ciò che crea nuovi gesti e attitudini.

Tokujin Yoshioka
Globalizzazione vuol dire che ogni Paese può esprimere liberamente i propri valori e dare grande considerazione alla propria cultura. Quindi risponderei: dovunque.

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