Foto di Leo Torri, F. Oudeman, Andrea Pisapia
Testo di Antonella Boisi

“Tom Mix! Il suo cavallo è stato ‘vestito’ da Hermès negli Anni 20.

Allure, brio, spazio… questo amiamo del western  americano” raccontava compiaciuto Émile-Maurice Hermès, nipote del fondatore, agli inizi del secolo scorso. Ora che il quadrupede è stato sostituito dalla più ecologica due ruote e gli spazi sono diventati densi, l’immagine di “campo” potrebbe anche filmarsi così: la signora percorre in bicicletta via Montenapoleone; porta al collo un carré in seta color giallo Milano e anche la sua esclusiva city bike riflette la stessa nuance; quasi quella della borsetta, una Kelly, of course.   Giunta al numero 12, si ferma. Altro ciak. Cambiano città, Los Angeles, 434 North Rodeo Drive, attrice (anche se non si può più contare su testimonial quali Lauren Bacall, Greta Garbo, Marlene Dietrich, fedeli clienti della maison) e colore – blu – di oggetti e borsa (una Birkin): la scena restituirebbe pressoché la medesima regia di un’eleganza sussurrata. Come se l’atmosfera della boutique al 24 di rue du Faubourg-Saint-Honoré nella Ville Lumière, dal 1880 iconica sede di Hermès, venisse magicamente triplicata, nel cuore di Milano (dallo scorso ottobre) e di Los Angeles (dallo scorso settembre).   Ma repetita iuvant, sempre e solo con guizzo. Intanto perché la fedeltà a un gusto francese, sinonimo di raffinata artigianalità, innovazione, senso estetico nel prodotto, non può venire meno alla sensibilità di interpretare lo spirito delle città che lo accoglieranno. Poi perché, dal 1837, dalle origini come manifattura di selle e finimenti per cavallo a oggi, presieduta da Patrick Thomas e Axel Dumas (la sesta generazione della famiglia), Hermès continua a farne tanta di strada.   “La maison è presente in 51 Paesi. Ogni nostra boutique si caratterizza per un rispetto discreto del genius-loci” spiega Denis Montel dello studio RDAI (Rena Dumas Architecture Intérieure), responsabile artistico della progettazione di tutti i punti vendita nel mondo. “Nella nuova ‘casa’ meneghina, unica apertura europea dell’anno 2013, il filo conduttore è il colore di derivazione asburgica, per gli esperti giallo Schönbrunn, che l’imperatrice Maria Teresa ha voluto per l’architettura milanese della seconda metà del 700”. Una particolare tonalità zafferano dell’intonaco che mitigava l’austerità delle dimore storiche e, nella fattispecie, riaccende la facciata di un bel palazzo neoclassico con corte interna.   “Ma non solo” continua Montel. “Diventa l’elemento con cui abbiamo reso omaggio alla città, nelle sue suggestioni e storia, anche negli spazi interni, caratterizzandoli con una serie di prodotti speciali, tra pezzi iconici e nuovi classici rieditati per l’apertura proprio in ‘giallo Milano’ e disponibili unicamente qui. Rispetto alla prima boutique di via Sant’Andrea, aperta 26 anni fa, abbiamo raddoppiato la superficie di vendita: spazi generosi, 600 mq su due livelli (e altri 600 mq di uffici), molto luminosi grazie alle quattro vetrine su strada e alle finestre ad arco terra-cielo che si affacciano sulla corte interna. Ci hanno offerto l’opportunità di raccontare meglio la ricca varietà dei 16 mestieri della maison”.   Alias, esposizione di 16 tipologie di prodotti tra borse e valigie, agende e piccola pelletteria, selleria, seta, prêt-à-porter donna e uomo, gioielleria, orologeria, cinture, guanti, calzature, cappelli, smalti e accessoires bijoux, profumi, arts de la table, art de vivre, ai quali si aggiungono recenti collezioni di arredamento, tessuti e carte da parati. L’articolazione spaziale del negozio restituisce una matrice classica: l’entrata principale centrale, il discreto ex-libris appena varcata la soglia, un asse di riferimento ortogonale e, sui lati, il ritmo di episodi narrativi fluidi e ampi con angoli più intimi e privati.   La scala che conduce al primo piano risulta, qui come a Los Angeles, figura connotante della messa in scena. Nel suo disegno avvolgente – al cospetto di un involucro neutro e chiaro, dominato dal pavimento in terrazzo alla veneziana, impreziosito da schegge di cristalli Saint-Louis color ambra, e dallo stucco di finitura delle pareti – coltiva il savoir-faire di un corrimano curvato rivestito in pelle: la sapienza sartoriale di un dettaglio architettonico che, per analogia, sostiene il valore delle nobili materie e dei disegni dei prodotti in seta e in pelle esposti negli ambienti.   A punteggiatura unica di tutte le zone, spiccano opere d’arte della Collezione Hermès di Fotografia Contemporanea e della collezione Émile Hermès. Il binomio con l’arte è un elemento costante per tutte le boutique nel mondo. Così come il concept progettuale by RDAI/Denis Montel che, adattato alle specificità del contesto, si rispecchia nel flagship store di Los Angeles, aperto nel 1997 e re-inaugurato la scorsa estate, dopo un intervento di rinnovamento radicale.   “L’omaggio a Beverly Hills e al suo lifestyle” spiega Montel “corrisponde a una quadruplicazione della superficie di vendita, oggi di 912 mq (+ 300 dedicati allo stock e agli uffici), ottenuta grazie alla possibilità di elevare di un livello (il quarto) un palazzo di personalità e charme di Rodeo Drive.   Un segno puro, senza effetti postichè, che comunica solidità garbata, ma anche brillantezza, preziosità di materiali. La facciata dell’edificio, una scatola rettangolare, è stata infatti riportata al disegno classico e simmetrico di una superficie riflettente in marmo bianco di Carrara, punteggiata da profonde bucature che appartengono alle finestre arretrate per filtrare, come persiane, il sole del sud California e produrre un gioco dinamico di luci e ombre.   Così come il volume svuotato dell’atrio d’ingresso è diventato un monolite di luce, che attraversa tutti e quattro i livelli del palazzo fino alla copertura piana vetrata. In un vortice plastico sottolineato dalla figura della bianca scala in marmo e stucco veneziano”.   Sullo sfondo, i suggestivi motivi intrecciati dei pavimenti composti a mosaico in tessere azzurre che richiamano i movimenti delle onde del mare poco distante. E la collezione limited edition di prodotti che Hermès ha realizzato, per celebrare la nuova apertura, questa volta in colore blu. Come il bauletto porta calici rivestito in pelle, un omaggio ai vini della California o il pallone da basket cucito a mano, che celebra uno sport molto amato da queste parti.