Poco distante dalla città, la costa di Panama presenta ancora paesaggi caratterizzati da una vegetazione lussureggiante, dove una fitta giungla tropicale arriva a cingere le spiagge affacciate sulla vastità dell’Oceano Pacifico.
Qui, in un contesto naturale che nonostante la vicinanza alla capitale, appare come un ‘mondo a parte’, è stata costruita su progetto di Mallol Arquitectos questa casa su due livelli affacciata e proiettata verso il mare che unisce a un linguaggio e a una logica di montaggio compositivo contemporanei il desiderio di integrarsi fortemente con il contesto, la natura e il paesaggio che la circondano.
Le modalità di confronto e la ricerca di legami tra gli spazi dell’architettura, interni ed esterni, e la scena naturale dell’intorno (la giungla alle spalle e sui lati, la fascia di sabbia a cingere le onde e una piccola isola prospiciente a interrompere la linea dell’orizzonte), non sono state quelle di ricercare forme di mimetismo architettonico-vegetale, mascheramenti o soluzioni pseudoecologiche di architettura green.
Piuttosto si è privilegiata la definizione di un percorso geometrico e progettuale in grado di aggregare stanze e spazi, porticati e specchi d’acqua. Una prospettiva capace di costruire, dall’ingresso, una successione armonica di ambienti chiamati ad accompagnare i tempi dell’abitare, le ore della giornata, nella traiettoria che dalla macchia vegetale arriva al mare. Nel riuscito tentativo di proiettare lo sguardo, una volta varcata la soglia di marmo dell’ingresso, verso l’orizzonte.
Tre materiali sono stati impiegati principalmente per costruire questa proiezione progettuale tra terra e mare: marmo color senape, specchi d’acqua e legno, distribuiti in orizzontale a creare una sorta di piattaforma di fondazione su cui accogliere una composizione di volumi regolari bianchi, quelli della casa, scanditi da ampie vetrate continue.
L’ingresso dal prato retrostante è baricentrico alla costruzione ed emerge dai volumi pieni dei fronti rivolti verso l’entroterra con la pensilina aggettante sostenuta da esili pilastri inclinati e con tre gradoni di marmo di quella che si propone come piattaforma di accesso.
Aperta la porta-quinta a tutt’altezza di legno massiccio, la scena che si offre è una sorta di ‘corridoio d’acqua’, parte della piscina che ingloba una vasca idromassaggio a raso, che prolunga visivamente nella casa l’orizzonte marino.
Sulla sinistra è organizzata un’ampia sala polivalente (home-theatre, sala musica e giochi), quasi un padiglione a sè, sormontata al primo piano, interamente dedicato alla zona notte, dalle camere da letto per gli ospiti. Sulla destra, oltre alla scala di salita, pensata come un’essenziale gradonata a doppia rampa con rivestimento ligneo per la superficie di calpestio, si sviluppa l’asse di riferimento dell’intero progetto segnato da un lungo camminamento rettilineo ligneo che inserisce nella pavimentazione marmorea, caratterizzante gli interni, il materiale impiegato per gli spazi en-plein air e i deck della piscina.
Nell’interno, sulla destra del lungo tappeto ligneo si dispongono in successione la zona pranzo a doppio livello affiancata dalla cucina. Queste si estendono nell’ampio porticato prospiciente, pensato come spazio complementare e a essi strettamente collegato, dove sono organizzati un’area pranzo all’aperto, un bar con servizio, il barbecue e un soggiorno in ombra che sfrutta il piacere della brezza marina, chiamata a invadere anche gli spazi interni una volta aperte le vetrate scorrevoli a tutt’altezza dei fronti rivolti verso il mare.
Al primo livello l’arrivo della scala nello spazio a doppia altezza si affaccia sulla zona pranzo per trovare sulla destra una sala studio con terrazza. Spostandosi verso il mare lungo la vetrata aperta sullo specchio d’acqua dell’ingresso, si accede alla zona notte padronale di testata anticipata da una camera per ospiti con bagno dedicato.
La camera da letto principale si configura come un ambiente unitario sospeso sul mare; una grande stanza che ingloba il proprio bagno e da questo è separata dal blocco lavabi con specchi che arrivano al soffitto e da un volume vetrato che funge da quinta trasparente tra il letto e la vasca-doccia.
A sottolineare il carattere teatrale della scena fissa dell’oceano con la piccola isola che spunta dai flutti, cui l’intero progetto si rivolge, due grandi maschere bianche sono poste a concludere il percorso ligneo di riferimento che oltre il filo della piscina si spinge verso il mare; due volti muti che Fabio Novembre ha disegnato per Driade in forma di simboliche sedute.
Foto di Fernando Alda – Testo di Matteo Vercelloni