La Triennale di Milano ha da poco restaurato la sua terrazza panoramica (costo totale del restauro 680 mila euro) allo scopo anche di offrire alla città una nuova proposta di ristorazione, innovativa e gourmand, ulteriore tappa nell’offerta che la Triennale propone sia per l’Expo 2015 che per l’appuntamento del 2016, quando la Triennale di Milano tornerà finalmente alla grande ‘esposizione internazionale’, che in passato l’ha resa punto di riferimento nel mondo.
Ed ha aperto al pubblico anche il nuovo ristorante Terrazza Triennale, affidato allo chef stellato Stefano Cerveni, e progettato da Paolo Brescia e Tommaso Principi dello studio milanese OBR che, tra 15 studi d’architettura, ha vinto il concorso d’idee indetto dalla Triennale nel luglio 2014.
All’atto pratico, la realizzazione di un padiglione vetrato sopra la terrazza del Palazzo dell’Arte della Triennale di Milano (restaurato di recente da Alessandro Pedron) che è lungo 33 metri, largo 4,7, alto 3 e ha una superficie di circa 150 mq.
Posizionato parallelamente al prospetto sul parco Sempione e arretrato di circa 3 metri dal perimetro dell’edificio, è caratterizzato da una leggera struttura modulare in acciaio inox costituita da sette campate modulari di 4,7 metri, seguendo lo stesso passo delle arcate dell’edificio storico disegnato da Giovanni Muzio.
Il perimetro del padiglione è completamente apribile sui quattro lati, mediante un sistema scorrevole sui lati lunghi e un sistema traslante sui lati corti. Nella sua configurazione aperta, il padiglione si presenta come un telaio metallico senza soluzione di continuità spaziale con la terrazza, non avendo più angoli che ne delimitano lo spazio.
Essendo completamente vetrato anche in copertura, il padiglione è protetto da una grande tenda costituita da otto moduli di 4,7 metri di larghezza e dieci metri di lunghezza, completamente avvolgibili su rulli motorizzati.
Grazie all’utilizzo dinamico e combinato della tenda e delle ante scorrevoli e traslanti, il padiglione diversifica il suo funzionamento seguendo le condizioni climatico-ambientali come una serra bioclimatica termoregolante, garantendo il comfort ambientale con il minimo apporto dei sistemi impiantistici e con modalità d’uso differenti durante il giorno e le stagioni.
L’utilizzo della tenda mobile ombreggiante garantisce il controllo ambientale interno, sia d’estate che d’inverno. Durante le mezze stagioni è prevista l’ottimizzazione della ventilazione naturale attraverso le generose aperture vetrate su lati contrapposti.
Se di giorno la tenda assume una valenza prevalentemente energetico-ambientale, di sera essa diventa diffusore luminoso o video-installazione animata da proiettori posizionati all’esterno e sincronizzati tra loro. Tra il padiglione e la pensilina esistente si articola un orto aromatico – concepito dal paesaggista Antonio Perazzi – che funge da buffer ambientale che accompagna l’ospite verso l’ingresso del ristorante lungo il porticato esistente.
La geometria del padiglione individua tre aree funzionali: l’area d’accoglienza con il bar panoramico all’estremità sudorientale; l’area dello show cooking all’estremità nord-occidentale; l’area da pranzo al centro, con diverse possibili configurazioni in funzione della flessibilità richiesta da performance ed eventi temporanei.
Secondo quest’approccio, il padiglione si propone come spazio sensibile in perpetua evoluzione, che interagisce in virtù degli scambi dinamici tra interno ed esterno.
a cura di Olivia Cremascoli