SPECIALE EXPO
Il linguaggio del sapore nel padiglione spagnolo. “Fonte di ispirazione? Il tipo della serra, una forma sintetica, archetipa, tranquilla, basata su una griglia regolare e ortogonale sviluppata su tre livelli e sul dinamismo dei percorsi che privilegiano i vuoti spaziali (rispetto ai pieni) come gesto di accoglienza, quasi domestica” spiega il progettista Fermin Vazquez/studio b720 Arquitectos.
“Una struttura prefabbricata e riciclabile a doppia navata, due file di portici in acciaio inox, legno di recupero e sughero, un’area all’aperto come un classico patio de naranjos (giardino degli aranci). Un’immagine tradizionale, alla fine, ma resa vitale grazie all’innesto delle superfici materiche di Cosentino che restituiscono, alla sobrietà formale dell’architettura, un messaggio di innovazione.
Lo veicola la metafora del genoma del pomodoro, uno dei maggiori progressi nel campo della biotecnologia scientifica, inciso con tecnologia inkjet su lastre ultracompatte Dekton®, di 2 cm, posate a pavimento nella zona espositiva e nello spazio pubblico del piano terra. Da ieri a domani passando per l’oggi, insomma. Come in cucina, tra prodotti di riferimento storici della nostra cultura agro-alimentare quali olio, vino, verdure e avanzate decodifiche molecolari”.
Un modo per dire che sul mercato globale si può gareggiare solo attraverso la qualità. E l’esperienza di Cosentino, che ha fornito nella fattispecie quasi 1000 mq dei suoi materiali di punta, personalizzabili in fase progettuale, lo dimostra. Perché come racconta Santiago Alfonso, direttore comunicazione marketing: “Abbiamo scommesso sull’architettura. Siamo nati dalla pietra, da una base locale, Almeria, in Spagna, ma ci proiettiamo su scenari internazionali. Con rispetto delle persone e del loro ambiente e con una ricerca tecnologia sostenibile, valore fondante della sfida per il futuro”.
di Antonella Boisi – foto di Saverio Lombardi Vallauri e Luca Rotondo