“La residenza comprende una serie interconnessa di gallerie, spazi di lavoro, ambienti di vita formale e informale, intrattenimento, zone living, pranzo, gioco, letto e bagno, composte in un continuum dall'esterno all'interno, dal pubblico al privato, dal piano terra verso l'alto” spiega l'architetto.
“Era nata come villa singola nel 1903, è stata trasformata in un condominio di nove unità, con un successivo intervento. Ora ha ritrovato il suo spirito indiviso autentico, anche se abbiamo implementato finiture e dettagli a misura di bambino per disegnare un habitat soft e organico, pronto ad accogliere e anticipare eventuali cambiamenti a breve-medio termine, secondo le esigenze dei fruitori più giovani”.
In breve, il passato cede il passo al futuro, la tradizione all'innovazione. Nella flessibilità della costruzione, che ha previsto gli spazi giorno, dai candidi pavimenti in marmo bianco Sivec, ai primi piani e quelli notte, con servizi dedicati, agli ultimi, il filo conduttore è rappresentato dalla scenografica scala a nastro, che si configura come un'interrotta sequenza di marmoree lastre bianche sostenute da una barra centrale in curva, a formare una suggestiva spirale.