Di Maddalena Padovani
Foto Graziano Ottomano

In principio era il metacrilato: quello estruso in lunghi filamenti, trasparenti, colorati e luccicanti, con cui Jacopo Foggini crea, dagli anni ’90, opere e installazioni dalle forme sorprendenti e luminescenti. Oggi la magia della plastica che diventa materia d’espressione artistica si rinnova grazie alla caparbia sperimentazione condotta dall’artista torinese e, attraverso il policarbonato, arriva a trovare una sua specifica applicazione nel campo dell’oggetto d’arredo. Il risultato è una serie di sedie inaugurata nel 2014 con Gina che quest’anno si amplia con Gilda B., dedicata al direttore di Interni con cui Jacopo ha condiviso progetti e avventure. L’idea è di declinarla con altri modelli nel prossimo futuro.

Certo, non stiamo parlando di comuni prodotti industriali ma di pezzi realizzati uno a uno mediante un processo di lavorazione manuale. Ma quando Foggini dichiara “è la prima volta che creo qualcosa che ha un’utilità concreta”, si percepisce tutta la sua soddisfazione nell’avere raggiunto un sogno coltivato da tempo. Il sogno si chiama Edra e nell’immaginario dell’artista è il marchio del design italiano che, meglio di qualunque altro, ha saputo fare dell’arte e delle visioni ‘altre’ dell’abitare l’ispirazione di una produzione amata da chi desidera circondarsi di oggetti speciali. “Ho sempre pensato” precisa “che Edra fosse l’unico marchio del design per cui avrei voluto lavorare”.

La collaborazione tra Jacopo Foggini e l’azienda toscana inizia nel 2009 con il tavolo Capriccio in cristallo e tubolare metallico, la cui forma irregolare si ispira alla dinamicità di uno strumento musicale. Prosegue nel 2011 con il progetto di Alice che introduce il policarbonato, estruso in fili che plasmano, attorno a una forma scultorea, una seduta monomaterica dall’aria tremula e provvisoria, ma in realtà solidissima. Approda poi, nel 2014, a Gina, la prima sedia vera e propria: una scocca formata da un unico ricamo prezioso di estruso di policarbonato in colori sfumati e semitrasparenti, che poggia su quattro gambe affusolate di legno verniciato.

“Un gesto proiettato al futuro che ho voluto contaminare con un rimando al passato”, spiega Foggini. “Con una scocca così importante mi domandavo come progettare le gambe. Come riferimento ho preso quelle che Fornasetti utilizzava solitamente per le sue sedute. Le ho studiate, le ho riprogettate; l’accostamento con questi elementi anni ’50 mi è sembrato funzionare bene”.

La stessa struttura lignea caratterizza la nuova sedia Gilda B., che a differenza di Gina presenta una scocca di materia compatta: ancora di policarbonato, ancora trasparente, ma stavolta arricchita da calde sfumature cognac che fanno pensare a una nuova maturità espressiva di Jacopo Foggini, meno ‘pop’ e più propensa a certe contaminazioni estetiche con il mondo degli interior (il design tra gli anni ’30 e ’50 e l’organicismo di Carlo Mollino, in primis).

Il risultato è una seduta che sembra fatta di vetro ma che nell’aspetto imperfetto e non finito assume una vibrante matericità. “Rispetto al metacrilato” spiega l’autore “il policarbonato è più difficile da lavorare; deve essere estruso a una temperatura molto più elevata, però ha una resistenza maggiore e si presta ad applicazioni più ampie”.

Ogni esemplare di Gilda B. viene realizzato a mano, uno a uno, quando il materiale è ancora caldo e può essere plasmato attorno a una forma. Il processo viene eseguito con macchine e tecniche che Foggini, ancora una volta, ha personalmente messo a punto per il progetto. Ogni pezzo è diverso dall’altro; ogni sedia esprime l’ingegno di un moderno homo faber un po’ artista e un po’ designer, che, tra Mollino e barocco piemontese, tra industria, arte del vetro e quella della pasticceria, regala alla materia plastica un’espressività sempre nuova e sorprendente.

 

Maddalena Padovani

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Proposta da Edra su progetto di Jacopo Foggini, la sedia Gilda B. ha una scocca in policarbonato che viene plasmato manualmente ad alta temperatura mediante una tecnica messa a punto dallo stesso designer. La seduta verrà presentata a Colonia il 19 gennaio presso la galleria Karsten Greve.