Incontriamo Henrik Haugan a Oslo, nella luminosa sede di Snøhetta, ricavata in un antico edificio dell’area portuale. Classe 1962, già docente presso l’Art Academy della capitale norvegese e creative director presso importanti agenzie di design scandinave, Haugan è dal 2013 senior brand designer di Snøhetta.

Sì, perché il famoso team norvegese, recentemente incoronato ‘Innovator of the year 2016’ dal Wall Street Journal per i suoi visionari progetti, non si occupa solo di architettura, ma anche di libri, mostre, campagne pubblicitarie, progetti di comunicazione, e addirittura di banconote.

“Abbiamo disegnanto la nuova grafica delle banconote norvegesi (in corso da quest’anno, ndr), che sono state riconosciute come ‘Miglior Denaro del Mondo’”, ci spiega Haugan. “E ne siamo davvero orgogliosi. Si tratta, infatti, di un progetto sociale di grandissimo respiro: non esiste nulla che passi fra le mani di tante persone come il denaro”.

Mr. Haugan, perché uno studio di architettura internazionale, con cantieri aperti in tutto il mondo, decide di occuparsi di brand design e visual identity? 
Penso che l’aspetto più importante sia quello della ‘trasposizione’, e cioè la possibilità che abbiamo nel team Snøhetta di scambiarci di continuo i ruoli. In un contesto come il nostro, che affronta progetti su scala anche molto ampia, un designer può ricevere ispirazione e supporto nel suo processo creativo dall’architetto.
E, naturalmente, questo è vero anche viceversa. Del resto è difficile tracciare un confine netto tra progetto di design e progetto architettonico: è sufficiente pensare alle mostre e alle esposizioni, che abbiamo curato in molti musei negli ultimi anni per capire come il layout, e cioè il disegno degli spazi, e la grafica, e cioè la comunicazione del contenuto, siano due facce dello stessa realtà. Si tratta semplicemente di integrare campi differenti, che in realtà hanno parecchi punti in comune.

Qual è il progetto a cui è più legato?
Sicuramente la competizione vinta (insieme a The Metric design studio, ndr) per le nuove banconote della Norges Bank ha avuto un’eco straordinaria, ma il progetto che abbiamo nel cuore un po’ tutti qui in studio è il volume ‘Living the Nordic Light’, realizzato per la società austriaca di illuminazione Zumtobel.
È uno studio su come viene vissuta la luce nei Paesi nordici, e cioè in un contesto geografico dove il sole o non tramonta mai, come d’estate, oppure è sempre al di sotto dell’orizzonte, come d’inverno. Bene, vede quella grande foto che campeggia al centro della parete, là sul fondo della sala? È il ritratto di una delle quattro persone centenarie, che nelle pagine del libro danno testimonianza, e devo dire in modo davvero toccante, di cosa significa vivere tutta la vita al di sotto del Circolo Polare Artico: passare, cioè, da una situazione di luce totale a una sua completa assenza.
Tutti noi siamo rimasti coinvolti da questo progetto, soprattutto per la storia commovente di quell’anziana signora, che è mancata esattamente il giorno dopo aver letto la sua testimonianza sul libro…

‘Living the Nordic Light’, la comunicazione per il Norway National Park, e ancora il progetto di visual identity per le Olimpiadi di Oslo del 2020…solo per citare alcuni dei vostri più recenti lavori. Il link con la Norvegia è sicuramente molto forte: è un modo per esprimere il vostro radicamento con il territorio e naturalmente con la cultura norvegesi?
Diciamo che in generale abbiamo la tendenza ad attrarre lavori che in un modo o nell’altro abbiano a che fare con la responsabilità sociale. Per quanto riguarda la dimensione nazionale dei progetti che lei ha citato, essa dipende dal fatto che i designer dello studio lavorano di più con clienti locali rispetto a quanto facciano gli architetti. Peraltro abbiamo già realizzato alcuni progetti per organizzazioni internazionali, come OECD, e anche per diversi clienti al di fuori dei confini nazionali: sicuramente è nei nostri obiettivi implementare l’internazionalizzazione anche di questo specifico settore dello studio. resta il fatto che il nostro ‘credo’, tipicamente scandinavo, in una società egualitaria sarà sempre alla base di tutto quello che facciamo e del modo in cui affrontiamo ogni nuovo progetto.

Ma Snøhetta è uno studio internazionale, con  sedi anche oltre i confini norvegesi: come si può salvaguardare l’identità nazionale con la globalizzazione del progetto?
L’elemento che unifica è la ‘cultura’ che si respira qui, nel nostro studio. In altri termini è il nostro particolare metodo di lavoro: mi riferisco, cioè, a una organizzazione orizzontale, che prevede di collocare le scrivanie dei partner fondatori a fianco di tutte le altre, senza alcuna distinzione gerarchica. Per lavorare spalla a spalla, attraverso processi aperti a tutti, dove anche i clienti sono direttamente coinvolti.
Ogni qual volta parte un progetto, vengono formati dei team compositi, dove persone di nazionalità, background, età e sesso differenti possano lavorare insieme. Naturalmente senza mai dimenticare le nostre radici scandinave anche se cerchiamo di non limitare in alcun modo le opzioni progettuali. Perché l’obiettivo è sempre quello di evitare visioni ristrette, sia da un punto di vista culturale sia geografico. Non abbiamo mai pensato di chiuderci entro i confini di una città, di una regione o di un Paese.

Testo di Laura Ragazzola – Foto di courtesy Snøetta

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Il progetto delle nuove banconate della Banca Nazionale norvegese è co-firmato dallo studio grafico con base a Oslo, The Metric design studio (fronte), e da Snøhetta (retro): al design tradizionale dei primi, che nella scelta delle immagini riflette la storia nordica, si affianca l’arte ‘pixelata’ del team di Snøhetta: è una composizione razionale, geometrica che esprime assai bene il linguaggio visuale contemporaneo, cifra distintiva dello studio di Olso.
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Dalla segnaletica alle guide destinate ai visitatori: il progetto di visual identity e brand strategy riguarda i 44 Parchi nazionali norvegesi e ha studiato tutti gli aspetti comunicativi per promuovere la bellezza e la salvaguardia del paesaggio nordico.
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Dalla segnaletica alle guide destinate ai visitatori: il progettoper promuovere la bellezza e la salvaguardia del paesaggio nordico.
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Dalla segnaletica alle guide destinate ai visitatori: il progettoper promuovere la bellezza e la salvaguardia del paesaggio nordico.
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Progetto di Visual Identity commissionato dal comune di Stor-Elvdal 250 chilometri a Nord di Oslo, per ricordare ai guidatori di prestare attenzione alla presenza di alci lungo le strade, causa di numerosi incidenti autostradali.
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Progetto di Visual Identity commissionato dal comune di Stor-Elvdal 250 chilometri a Nord di Oslo, per ricordare ai guidatori di prestare attenzione alla presenza di alci lungo le strade, causa di numerosi incidenti autostradali.
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Progetto di Visual Identity commissionato dal comune di Stor-Elvdal 250 chilometri a Nord di Oslo, per ricordare ai guidatori di prestare attenzione alla presenza di alci lungo le strade, causa di numerosi incidenti autostradali.
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Fra le iniziative de progetto di Visual Identity, la maxi scultura d’acciaio dell’artista Linda Bakke che svetta come richiamo oltre le cime degli alberi della foresta.
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Cover del volume ‘Living the Nordic Light’ realizzato da Snøhetta per Zumtobel Group.
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Pagine del volume ‘Living the Nordic Light’ realizzato da Snøhetta per Zumtobel Group: attraverso le inteviste a 4 persone centenarie (i ritratti sono del famoso fotografo Sølve Sundsbø) che vivono al di sotto del Circolo Polare Artico, il volume eslpora che cosa significa trascorrere un’intera esistenza passando da una situazione di luce totale a una sua completa assenza.
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Pagine del volume ‘Living the Nordic Light’ realizzato da Snøhetta per Zumtobel Group.
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Progetto ‘+Munch Exhibition Series’ realizzato per il Munch Museum di Oslo: si tratta di sei mostre che esplorano il lavoro di Edvard Munch mettendolo a confronto con artisti di ieri e di oggi.
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Il progetto allestitivo per Mapplethorpe+Munch.
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I cataloghi per Mapplethorpe+Munch.
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Il progetto allestitivo per Mapplethorpe+Munch.
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Il logo per il Munch Museum di Oslo.