La Sicilia è terra di esperienze culturali straordinarie; panorami incantevoli; prodotti alimentari e vini eccellenti. Anche il design può vantare episodi significativi: si pensi al rapporto tra l’azienda del giovane Vittorio Ducrot con l’architetto Ernesto Basile agli inizi del secolo XX, primo esempio di quella collaborazione tra imprenditore e designer che caratterizzerà in anni molto successivi il design italiano.
E per la comunicazione visiva ci sono stati esempi importanti, come “Sicilia” del giovane editore Flaccovio, nata nel 1953 come rivista ufficiale dell’Assessorato Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana (altri tempi?), su progetto iniziale dell’artista Bruno Caruso con il contributo essenziale di due giovani donne attente all’arte e alla grafica, Santuzza Calì e Gabriella Saladino.
Ma ogni meridionale, come chi scrive, sa che il Sud ha sempre vissuto di episodi: la difficoltà è farli ‘stingere’ sui territori, diventare continuità nel tempo. Eppure da qualche anno, in particolare per il progetto della comunicazione visiva, la corporate image e il design degli eventi, qualcosa sembra essere avvenuto.
Si osservino le aziende vitivinicole siciliane, oggi presenti nelle classifiche italiane e internazionali. Fino a una trentina d’anni fa i vini siciliani venivano spediti con navi-cisterna in Paesi come la Francia, dove erano usati come vini da taglio.
Molte aziende siciliane hanno imparato a migliorare la qualità dei vini con la collaborazione di enologi; ma anche a definire la propria identità usando grafici e designer per le bottiglie, le etichette, i cataloghi, il packaging, gli stand alle fiere; fino a sviluppare uno specifico design degli eventi, con iniziative di grande fascino (come la Vendemmia Notturna di Donnafugata o Viaggio in Sicilia di Planeta).
E la progettazione di eventi è in crescita. Un altro esempio è quello dell’azienda Piante Faro, la cui sede comprende vecchie cantine restaurate e modernissime serre: promuove Radicepura Garden Festival, dedicato al design dei giardini e all’architettura del paesaggio nel Mediterraneo.
Spiccano inoltre particolari situazioni. A Palermo, per esempio, sono presenti professionisti come Cinzia Ferrara, attuale presidente dell’AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), Paolo Di Vita (docente all’Accademia di Brera) e Antonio Giancontieri: questi ultimi due hanno collaborato nel 1998 alla progettazione e realizzazione dell’identità visiva del Comune di Palermo.
Antonio Giancontieri ha costituito Atelier 790 con un gruppo di giovani (tra cui Francesco Gioia, laureatosi in design a Palermo) e cura la corporate image di un’altra azienda vinicola, Cusumano a Partinico (Pa). Ma esistono altre realtà, come Catania, dove operano, tra gli altri, un grafico come Gianni Latino, progettista di identità visiva per enti pubblici e privati.
Si potrebbe continuare citando altri episodi: ma, come si diceva all’inizio, occorre evitare che rimangano episodi. Ed è importante sottolineare che la presenza di piccole/medie aziende in diversi settori, anche con capacità tecnologiche avanzate, è cresciuta in questi anni. È necessario che si estenda, nel privato e nel pubblico, la capacità di affermare, con la collaborazione dei designer, la propria comunicazione visiva, la propria corporate image.
“Sicilia felicissima” è il titolo che Cinzia Ferrara ha proposto per un concorso rivolto a enti siciliani, pubblici o privati, e ai loro grafici. È stato promosso da Abadir – Accademia di Design e Arti Visive (Catania) insieme a Moak, azienda siciliana produttrice di caffè (con esportazioni in tutto il mondo) e all’AIAP.
Il concorso è stato affiancato da un convegno con lo stesso titolo che si è tenuto presso l’Università degli Studi di Catania e al quale, oltre a numerosi relatori (non solo siciliani), hanno partecipato con le loro case history Moak, Planeta, le Officine Culturali di Catania (promotrici di iniziative ed eventi) e il Museo Civico di Castelbuono (Palermo).
In realtà “Sicilia felicissima” è il titolo di un libro con testi e fotografie (ed. Il Punto, Palermo 1978) introdotto da una nota di Leonardo Sciascia che, riflettendo sulle bellezze e le difficoltà della sua terra, coniò, dichiarando “amara ironia”, questo titolo (certo memore dell’Austria felix degli inizi del secolo XX).
L’obiettivo di “Sicilia felicissima” è che enti pubblici, aziende e associazioni affrontino il problema di dare risalto ai valori – culturali, imprenditoriali, turistici – dell’isola con le qualità comunicative e grafiche adeguate. Mira quindi a promuovere la collaborazione degli enti e delle aziende con designer e grafici, professionisti portatori di una specifica cultura progettuale.
Assieme a Cinzia Ferrara, Paolo Di Vita, Leonardo Sonnoli, erano presenti nella giuria imprenditori come Annalisa Spadola e Rodrigo Rodriquez. A questa prima edizione del concorso hanno partecipato 62 progetti, inviati da aziende con i loro grafici.
I premi sono stati conferiti a Donato Faruolo per l’Associazione Culturale Sicilia Queer promotrice del Sicilia Queer International Filmfest; a GO Marketing e Comunicazione per La Timpa Piccitto-Di Benedetto, azienda agricola impegnata nel rispetto dell’ambiente e nel recupero della tradizione; ad Atelier 790 per BM srl, progetto di identità visiva del birrificio artigianale Bruno Ribadi.
Sono state conferite anche sei menzioni speciali e una selezione di progetti darà vita a una mostra e a una pubblicazione. Convegno e concorso, messi a punto anche sulla base di questa prima esperienza, si ripeteranno ogni due anni.
Testo di Vanni Pasca