È lungo otto metri e mezzo e largo quasi tre; arriva con un tir e si monta in tre ore. È l’ultimo (mini) progetto dei fratelli Bouroullec, fondato sui principi del design for assembly and for disassembly, che significa pensare all’architettura come a un oggetto scomponibile, che si monta come un meccano, e riciclabile.
Una filosofia ‘del fare’ che rientra pienamente nella storia progettuale del duo francese perché, come ha avuto modo di sottolineare Erwan Bouroullec, “c’è sempre una sorta di responsabilità, o meglio di etica quotidiana che accompagna il nostro lavoro”.
Kiosque – così è stato battezzato – nasce come prototipo di un nuovo concept di negozio, commissionato ai designer francesi dalla società immobiliare Emerge. Il primo è ‘stato montato’ fra i viali alberati dei Giardini delle Tuileries, a Parigi, e donato alla città per progetti sociali e culturali.
La struttura è composta da elementi modulari in acciaio, alternati ad ampie vetrate, che sui lati corti coincidono con il prospetto: un sistema di pannellature scorrevoli consente però di oscurare completamente le facciate.
Un tetto ampio, ‘a fisarmonica’ , sormonta l’edificio, debordando lungo tutto il perimetro con ampie porzioni aggettanti (qui le luci), che creano ombra e riparo dalle intemperie, oltre a un piacevole spazio dehors.
La destinazione dello spazio è davvero ampia: dalla vendita al dettaglio per attività commerciali a spazio espositivo per mostre temporanee, da luogo riunioni di quartiere ad assemblee pubbliche.
Testo di Laura Ragazzola