Il nuovo grande edificio pensato per rappresentare e raccogliere l’esclusivo universo di Christian Dior, dalle collezioni di moda agli accessori, dai profumi ai gioielli, dagli orologi alle calzature, si sviluppa su sei piani attraverso la sommatoria di due volumi distinti per immagine e materiali, ma uniti dal punto di vista delle funzioni e dei percorsi interni.
Il nuovo doppio edificio si colloca in un angolo del distretto della moda della capitale sud coreana, lungo il viale alberato dove si allineano le facciate dei diversi palazzi. La posizione d’angolo, con più fronti offerti alla scena del paesaggio urbano dell’intorno, è stata colta come occasione da Christian de Portzamparc (già Pritzker Prize 1994) per pensare a una soluzione scultorea in grado di fare del nuovo progetto architettonico, un edificio-ritratto del mondo Dior e un nuovo landmark per la città.
Come afferma l’autore: “Volevo che la costruzione rappresentasse Dior e il suo lavoro. Così ho voluto che le superfici fossero fluide come se fatte del tipico tessuto di cotone bianco del couturier. Queste superfici, che svettano verso il cielo e ondeggiano come se fossero in movimento, attraversate da poche righe, sono costituite da grandi elementi sagomati in fibra di vetro, montati con precisione aeronautica”.
Le dodici scocche bianche opache creano così nella loro addizione la figura della torre d’ingresso che ricorda, nel suo sviluppo verticale di grandi petali accostati, anche forme proprie al mondo botanico.Le sinuose superfici in curva, tutte diverse tra loro, avvolgono la struttura di acciaio interna, disegnando un profilo plastico in sommità che protegge e rende più raccolta l’atmosfera del Café Dior ricavato sulla terrazza e gestito dallo chef pâtissier francese Pierre Hermé.
La sommatoria delle superfici della torre, caratterizzate da un pattern geometrico inciso di richiamo tessile, lascia degli scorci liberi da cui emerge la luce dello spazio interno e dove, nel varco più ampio posizionato sull’angolo, è ricavato l’accesso.
Questo è segnato da un’ulteriore trama architettonica; una doppia pelle di rete metallica chiamata a disegnare un arco acuto, che ricorda le cattedrali gotiche, che si affianca nella base della struttura alle vetrine ‘ritagliate’, come quadri espositivi, in alcuni punti dei pannelli in fibra di vetro al livello del marciapiede esterno.
Alle spalle della candida ed emergente struttura scultorea si sviluppa il secondo edificio di forma cubica, con il fronte vetrato rivolto verso il corpo d’ingresso. Anche questo essenziale volume architettonico, da cui emerge dal filo di copertura la stella emblema della Maison Dior, ha i fronti ciechi, rivestiti di pannelli metallici, trattati con raffinate incisioni di pattern geometrici, che ancora ricordano il mondo della moda; per trasformare la ‘pelle dell’architettura’ in una superficie più sensoriale al tatto e alla vista.
Foto di Nicolas Borel courtesy Christian Dior – Testo di Matteo Vercelloni