In Danimarca, a Copenhagen, due residenze studentesche recuperano le suggestioni proprie del design nordico e del genius loci nell’intento di costruire spazi per comunità integrate, dove apprezzare i valori della qualità abitativa e della coesione sociale

In una società dinamica come quella contemporanea, studiare fuori sede è una scelta sempre più diffusa. Oggi gli studenti sono nomadi globali che spesso si trovano a trascorrere gli anni universitari in luoghi anonimi se non degradati, concepiti esclusivamente come 'dormitori'. Eppure, una residenza studentesca è più che uno spazio per dormire: nell’esperienza di studiare fuori casa non c’è solo l’obiettivo formativo ma anche quello della crescita personale che l’architettura, nella sua irrinunciabile funzione sociale, ha il compito di supportare. L’architetto finlandese Eliel Saarinen diceva che “lo scopo dell’architettura è di proteggere e migliorare la vita sulla terra, per appagare il suo credo nella nobiltà della sua esistenza”. Questa vocazione eminentemente sociale della progettazione è fortemente radicata nella cultura nordica, a partire dalla diffusione del funzionalismo scandinavo e del design organico dagli anni Venti del secolo scorso che miravano a migliorare la qualità di vita attraverso l’equilibrio tra forma e funzione.

E questo è proprio l'orientamento di BaseCamp, il principale investitore e developer per la realizzazione di alloggi per studenti nell’Europa centro-settentrionale. Ad oggi, in tutti gli interventi realizzati - Germania (Lipsia), Polonia (Potsdam e Lodz) e Danimarca (Copenhagen e Lyngby) - l’approccio concettuale è il medesimo: una progettazione scrupolosamente user oriented finalizzata a rispondere alle necessità degli utenti finali - studenti ma anche altre tipologie di destinatari - con l’obiettivo di costruire spazi per comunità integrate dove apprezzare i valori della qualità abitativa da un lato e della coesione sociale dall’altro. In Danimarca, le proprietà di BaseCamp sono a Copenhagen (Sølvgade e South Campus) e a Lyngby. Gli interventi più recenti, BaseCamp Lyngby e BaseCamp South Campus, sono stati effettuati il primo in un edificio progettato ex novo dallo studio Lars Gitz a Lyngby e il secondo in una sede in precedenza appartenente alla Royal School of Library and Information Science dell’Università di Copenhagen. In entrambi i casi, la progettazione degli interni è stata affidata allo studio berlinese Aisslinger, che ha scelto di marcare con forza l’identità visiva e l’approccio culturale del developer.

Alla base della filosofia progettuale dello studio c’è la convinzione che il design debba sperimentare materiali e suggestioni provenienti da fonti disparate, campionando, mixando e reinterpretando gli elementi selezionati per dare vita a una miscellanea fondata su sottili riferimenti culturali al contesto. In generale, notevole importanza è data alla qualità sia degli spazi residenziali, molto confortevoli, sia degli spazi comuni, fortemente caratterizzati e ben riconoscibili: è qui che si ritrova e interagisce la comunità, in luoghi dall’immagine fresca e giocosa dove la tradizione del design scandinavo riemerge nei toni accesi e vivaci, nelle texture variegate e nei materiali naturali. Per tutti gli interventi commissionati da BaseCamp, Aisslinger ha codificato un’immagine coordinata che vede la collaborazione con firme di rilievo come Rolf Benz, Cappellini, Wästberg, Kvadrat, B.Lux per la realizzazione di prodotti progettati dallo studio. In particolare per BaseCamp Lyngby, è stato appositamente progettato il nuovo tavolo Thonet 1140, di recente lanciato sul mercato. BaseCamp Lyngby si colloca in un’area di pregio naturalistico all’interno di un parco naturale.

La struttura organica dell’architettura è visibilmente ispirata al paesaggio circostante: un edificio che rimanda alle linee sinuose di aaltiana memoria, di altezza variabile, ospita gli ambienti residenziali e costituisce un recinto al cui centro si inserisce il fabbricato per le attività comuni su tre livelli (al seminterrato: lounge bar e spazi ricreativi; al piano terra: reception, cucina comune, lavanderia e cinema; al primo piano: spazi studio e aree fitness). L’intervento intende promuovere la vita comunitaria per qualsiasi fascia d’età: la struttura ospita infatti 639 monolocali per studenti, 48 monolocali per anziani, 99 appartamenti aziendali, nella convinzione che la mixité sociale costituisca un plusvalore in un 'microcosmo' dove gli anziani convivono con gli studenti e i manager e ne condividono gli spazi comuni. Come la natura e la varietà sono ispirazione per il progetto d’architettura, così lo sono anche per gli interni. Gli spazi, inondati di luce diurna – gradevole e necessaria in un paese a quella latitudine – dalle vetrate a tutta altezza, sono pieni di riferimenti alla cultura e al design scandinavi.

Gli ambienti comuni sono multifunzionali e attrattivi, in modo da garantire la socializzazione e l’interazione nelle diverse ore della giornata, e tra loro sempre visivamente interconnessi; gli ambienti privati sono intimi e accoglienti, con vivaci contrasti cromatici. Ovunque, il linguaggio figurativo è permeato da una notevole molteplicità tipologica degli arredi, caratterizzati ora da tinte accese ora da materiali dai toni più smorzati e naturali.

A BaseCamp South Campus, il fabbricato preesistente su tre livelli ospita al piano terra la reception e la distribuzione verticale, all’interrato gli spazi comuni (cinema, sala fitness, lavanderia, area studio e relax) e al piano primo le camere e i salotti per lo studio. Gli spazi comuni sono caratterizzati da pattern geometrici e colori sgargianti ispirati agli anni Sessanta: pareti e mobili sono connotati da tinte intense, dall'arancione delle piastrelle in cucina ai motivi viola sui muri, ai numerosi colori (blu, rosso, giallo, verde e viola) dei corridoi. Al piano primo, gli arredi acquisiscono un carattere più sobrio mentre la vivace controsoffittatura è un tributo ad Arne Jacobsen.

Due progetti, dunque, che senza intellettualismi dichiarano la vocazione a un umanesimo contemporaneo nel mettere al centro di tutto l’Uomo, con le sue esigenze e le sue aspirazioni, nella sua dimensione privata e collettiva.

Progetto d’interni di Studio Aisslinger - Foto di Nicoló Lanfranchi