L’appuntamento è al 150 West 28th Street, nel Garment District, cuore di Manhattan Midtown, New York. Lo studio di architettura Res4 (come recita l’abbreviazione più confidenziale) si trova al 18° piano di un grattacielo fine anni ‘20: dalla hall d’ingresso magnificamente ‘scolpita’ in stile gotico si sale a sorpresa in un luminosissimo open space, con vista mozzafiato su tre lati completamente vetrati. È qui che nasce la nuova architettura prefabbricata di Joseph Tanney e Robert Luntz: più di 60 case monofamiliari, che hanno conquistato from coast to coast premi e riconoscimenti. E fatto felici chi ha deciso di viverci. Interni ha incontrato il duo newyorkese: ecco l’intervista che abbiamo raccolto.
SIETE RICONOSCIUTI COME ‘I PIONIERI’ DEL NUOVO PREFABBRICATO DOC: QUANDO E COME È NATA QUESTA IDEA?
Ci lavoriamo da circa una decina di anni: considerando che abbiamo fondato lo studio nel 1990, diciamo che la ricerca nel campo della prefabbricazione è iniziata a circa metà della nostra vita professionale. Alle spalle avevamo una ricchissima esperienza nella progettazione e ristrutturazione di loft e spazi minimi, soprattutto a New York. Abbiamo imparato a lavorare all’interno di ambienti dalla superficie ridotta, molto simili fra loro per sviluppo di pianta, lunga e stretta; quasi dei moduli, che riproponevano serialmente comuni caratteristiche spaziali, formali e di luce. Bene, da lì siamo partiti per progettare il nostro Modern Modular design System.
IN CHE COSA CONSISTE ESATTAMENTE?
L’idea vincente è stata quella di usare modalità costruttive già patrimonio del mondo della prefabbricazione americana, rinnovandone, però, la produzione. Nel segno della qualità e della bellezza formale.
STATE DICENDO CHE FATE PROGETTI INNOVATIVI USANDO METODI GIÀ ESISTENTI?
Proprio così. Abbiamo, infatti, sfruttato tutto il know how dell’industria ‘modulare’ americana (Modern Modular), che prevede la realizzazione dei vari pezzi dell’edificio in fabbrica per poi essere trasportati e montati a destinazione. L’idea è quella di operare all’interno degli standard costruttivi della prefabbricazione tradizionale, e quindi dei limiti imposti dall’industria, ma, a sorpresa riusciamo, a realizzare case ‘a misura’ del cliente. E con una totale salvaguardia del rapporto qualità/prezzo.
COME CI RIUSCITE?
Pensiamo in modo sistematico: dalla struttura della casa e delle sue proporzioni alla collocazione di porte e finestre, nonché alla scelta dei materiali e persino dei colori, c’è sempre molta metodicità. Sulla base delle singole esigenze del committente, possiamo, infatti, creare in modo sistematico la ‘sua’ casa. Partiamo dalla progettazione di volumi ideali, che chiamiamo ‘modules of use’, conformi agli standard costruttivi della catena di montaggio della fabbrica, per poi combinarli fra loro, come una sorta di ‘conceptual building bloks’. Il numero delle combinazioni volumetriche (su più piani) e delle superfici (varie metrature) è illimitato e il nostro cliente può trovare sicuramente la sua casa ideale. Con un grandissimo vantaggio…
QUALE?
Avere la casa in 16 mesi dal momento che ci ha contattato sino a quando ne prende materialmente possesso. Il concetto è che si può abitare in una casa di qualità anche se costa meno e si produce in tempi rapidi. Nel segno dei principi di sostenibilità e senza rinunciare a elevate performance energetiche e di durabilità. Pensi che uno dei nostri ultimi progetti, la villa costruita sulle dune di sabbia di Long Island (in questa pagina ndr), ha resistito al terribile uragano Sandy. Differente è stato il destino delle case vicine…
UN SUCCESSO, QUINDI ASSICURATO?
Direi di sì. Grazie anche a un network di aziende partner che abbiamo curato sul territorio. Oggi, infatti, possiamo contare, soprattutto qui nel Nord-Est degli Stati Uniti, su realtà industriali medio-piccole che si sono aperte a questo tipo di collaborazione: accogliere, cioé, all’interno della fabbrica la figura dell’architetto. Certo non è stato facile
D’ALTRA PARTE IL NOME DEL VOSTRO STUDIO È RESOLUTION: 4.ARCHITECTURE…
È vero: infatti, noi lavoriamo per risolvere questioni complesse che riguardano la dimensione dell’abitare contemporaneo.
testo di Laura Ragazzola – foto di Laurie Lambrecht, courtesy of RES4