Testo di Danilo Signorello

Two roads diverged in a wood, and I /
I took the one less traveled by / And that has made all the difference.” (Divergevano due strade in un bosco, e io… / Io presi la meno battuta / E di qui tutta la differenza è venuta)”. I versi di Robert Lee Frost, poeta statunitense vissuto tra 800 e 900, risultano per certi aspetti appropriati alla storia di Meritalia. Azienda giovane nata nel 1987 da un’intuizione felice del fondatore Giulio Meroni, con una storia recente ma già riconoscibilissima per i suoi prodotti dal design non convenzionale, Meritalia ha fatto e sta facendo la differenza nel settore degli arredi e dei complementi.

Una scelta, quella di osare 27 anni fa aprendo una strada nuova all’interior design tra le numerose e produttive imprese del mobile della Brianza, che ha sempre premiato, sollecitando da subito la curiosità della propria clientela con prodotti originali, oltre i limiti ma sempre misurati. Dal divano “Cesare” disegnato da Tobia Scarpa, che rimane il pezzo storico di maggiore attualità, al tavolo “6 A Tavola” (2011) di Italo Rota lussuoso ma semplice, voluttuoso e tattile; da “La Michetta” (2005) di Gaetano Pesce, che ha reinventato il concetto di modularità nel suo essere sempre diversa, senza limiti e coloratissima, al tavolino “Snake” (2006) di Carlo Contin giocato sulla fantasia compositiva di diverse altezze e di posizioni sempre differenti.

Del resto la storia di Meritalia è ricca di prodotti animati da un forte contenuto progettuale, frutto del lavoro di chi ha qualcosa da dire, da comunicare, da lasciare nella storia, come testimonia la sedia “Libertà” (1989), sempre di Scarpa, entrata nella collezione permanente del Museo di Arte Contemporanea del Louvre di Parigi.

“Design da sempre” recita lo slogan in Home Page sul sito (www.meritalia.it) di un’azienda orgogliosa di collaborare con designer prestigiosi (Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Marc Newson, Karim Rashid, Marc Sadler, Toshiyuki Kita) che hanno saputo e sanno ancora oggi fondere in ogni elemento d’arredo creatività e produzione, mantenendo vivo lo spirito con il quale Giulio Meroni fondò Meritalia a conferma che lo sviluppo progettuale è sempre frutto dell’incontro tra progettista e imprenditore.

Secondo questa filosofia, Innovazione (nelle idee) e Ricerca (nei materiali) hanno permesso la produzione della poltrona “Cubo” (2013), un pezzo inedito dei fratelli Castiglioni del 1957, o il divano “Newcastle” (2013) di Giulio Iacchetti dall’inconsueto rivestimento in Duraform®, tessuto artificiale di fibra di cellulosa, solitamente utilizzato per le etichette dei jeans e mai usato prima nell’arredamento.

E i progettisti non necessariamente devono essere designer e architetti in senso stretto, ma possono anche essere personaggi che hanno idee interessanti da sviluppare e da proporre al mercato, come nel caso di “Fiat 500 Design Collection” (2011) ideata da Lapo Elkann e declinata nel tavolo “Pic Nic”, nella consolle “Cin Cin” e nel sofà “Panorama”.

Tradizione, innovazione, sperimentazione spingendosioltre i limitie sorprendendo sempre. Come all’ultimo Salone del Mobile, dove le novità sono state, dal punto di vista della sorpresa, degne della storia di Meritalia. Nello showroom di via Durini a Milano, più simile a una galleria d’arte che a un punto vendita per i pezzi che ospita e per l’architettura scenografica progettata da Mario Bellini, genio e (s)regolatezza si potevano cogliere nella specchiera “Eye-Eye” di Lapo Elkann, nella sedia “Lierna” nata da un progetto dei fratelli Castiglioni, nel divano “Freud” e nel tavolo “Opera” di Mario Bellini. L’architetto milanese con questo tavolo importante, dalla struttura in legno massello che si intreccia al di sotto di un piano di cristallo, ha rielaborato il concetto di tavolo, dandogli una “doppia” vita sopra e sotto il piano, rendendolo una vera e propria “opera” composta da 24 parti assemblate attraverso ben 40 incastri.

E non esiste solo Meritalia. L’azienda è infatti oggi alla guida di una holding attiva nella produzione e nella gestione dei progetti attraverso due compagnie che fanno parte del gruppo, Me.le e Me.me. La prima (acronimo di Meritalia legno) nata nel 1992, è specializzata nella lavorazione dei legni. Tecniche di alta ebanisteria e tecnologie all’avanguardia permettono di realizzare ogni tipologia di arredo di serie e su misura. La produzione spazia dal tavolo alla boiserie, dalla hall alla suite di un hotel. Al suo interno opera un’intera divisione dedicata alla realizzazione di grandi yacht, che segue l’intero sviluppo del progetto.

Me.me(Meritalia metalli), nata nel 1995, si occupa invece della produzione di opere in metallo: tavoli, lampadari, scale realizzati con una grande varietà di metalli. Lavorazioni e finiture sono curate da personale qualificato, tecnici esperti e abili artigiani.  Realtà che riassumono nella parola Contract le diverse anime commerciali di Meritalia, oggi in grado di realizzare chiavi in mano un hotel, un ristorante o qualsiasi altro prodotto commerciale, andando oltre la volontà di progettare il singolo oggetto nella ricerca di un total look che esprima a 360 gradi la filosofia aziendale: accostarsi al design e al progetto, in questo caso su larga scala, con leggerezza e divertimento.

Francesca Meroni, Press&Comunication Manager di Meritalia, ci racconta in questa intervista come è Meritalia oggi, svelandoci progetti e prodotti futuri.

La vostra caratteristica è osare con originalità e misura, essere diversi, fuori competizione. Continuerà a essere una strategia vincente anche per il prossimo futuro?
Credo proprio di sì. Questa caratteristica è sempre stata ciò che ci contraddistingue dagli altri: Meritalia è un’azienda relativamente giovane e ci sembrava poco vincente proporre al pubblico solo prodotti che altre aziende avevano già nel loro catalogo. Anche per attrarre i rivenditori bisogna proporre prodotti originali, e spesso bisogna farlo suggerendo anche il modo per collocarli nelle diverse soluzioni d’arredo, tutto ciò senza dimenticare però la giusta misura. Ecco perché nel nostro catalogo sono presenti sia prodotti originali sia convenzionali e più semplici, in modo da poter offrire una scelta completa a chi ci chiede, come spesso capita, di arredare interamente la propria casa con la nostra produzione. Quindi la nostra è una scelta completa, non quella di chi non sa dove andare.

Un’azienda giovane ma famosa per pezzi unici, riconoscibili, dal design non convenzionale. Esiste un pezzo icona oppure, nella vostra filosofia, è icona l’intera produzione?
La risposta in realtà è ambivalente. Il consumatore riconosce il prodotto finito, e da questo punto di vista non ho dubbi nell’individuare La Michetta come icona della nostra produzione, anche se spesso per molti prodotti della collezione ci sono storie ed esperienze vissute e condivise in azienda che li rendono, ognuno a suo modo, delle icone. Personalmente sono legata a diversi prodotti proprio per questi motivi.

Sul mercato ci sono tanti progettisti e designer, cosa guida le vostre scelte in questo senso?
Queste scelte non avvengono quasi mai nello stesso modo. Ci capita di avere particolari esigenze, e in quel caso pensiamo a chi possa meglio interpretarle, oppure crediamo possa essere giusta per noi una proposta che ci arriva direttamente dal designer. Di sicuro però, occupandoci di Ricerca e Innovazione, collaboriamo con chi crediamo abbia qualcosa da dire con prodotti forti di un’idea e di un contenuto.

Oggi esistono ancora grandi designer e grandi imprenditori? E ancora, è il designer che fa grande un’azienda o è l’imprenditore che permette al designer di diventare grande?
L’esperienza e le intuizioni di mio padre mi dimostrano che esistono assolutamente grandi imprenditori; esistono anche grandi designer, ma penso che siano gli uni complementari agli altri. L’idea del designer non può essere messa in pratica senza l’imprenditore che la sviluppa, e senza il designer l’imprenditore serio non potrebbe sviluppare l’innovazione sui prodotti.

Cosa fa di un prodotto un buon prodotto?
Il progetto innanzitutto. Poi senza dubbio la qualità dei materiali e della realizzazione.

Entrare nello showroom di Durini è come entrare in una galleria d’arte. Ormai il confine tra design e arte è sempre più labile. Cosa ne pensa?
Penso che sia vero che si tratti di un confine molto labile. Nel nostro caso, nella collezione Meritalia ci sono diversi prodotti-scultura, ma quello che cerchiamo di comunicare è che si tratta di prodotti accessibili che si possono collocare accostati a stili diversi di arredo.

Nel settore Contract, quali i progetti più importanti realizzati e a quali state lavorando?
Il Contract è il settore più importante della nostra attività: proprio per questo Meritalia è a capo di una holding di cui fanno parte Me.le e Me.me, le aziende del gruppo che si occupano rispettivamente della lavorazione di legno e metallo. Così strutturati siamo in grado di fornire un progetto chiavi-in-mano realizzato da noi al 100% senza doverci appoggiare a terzi: questo aspetto ci permette di controllare e garantire la nostra qualità sotto ogni aspetto. Oggi tutti parlano di Contract, ma in pratica c’è una bella differenza tra una grossa fornitura di prodotti di serie e la realizzazione da zero di un progetto finito in ogni sua parte. Lavorando per committenti ai più alti livelli, il problema che spesso abbiamo è quello della riservatezza, che non ci permette di mostrare i lavori finiti comunicando così il nostro potenziale. Tra i progetti più importanti il primo hotel 6 stelle al mondo nel Borneo, diverse residenze di Emiri e Sultani negli Emirati, il Boscolo Hotel di Milano, il ristorante Lever House di New York progettato da Marc Newson, prestigiosi yacht oltre i 60 metri  e molti altri. Attualmente stiamo realizzando diverse residenze private in Oriente e in Russia.

Quali sono oggi i vostri mercati di riferimento?
In termini generali la Russia e gli Emirati Arabi. Attualmente stiamo sviluppando l’Oriente e gli Stati Uniti, avendo comunque un occhio di riguardo sui Paesi emergenti.

Un’ultima domanda: può svelarci qualche prodotto importante in cantiere?
Stiamo valutando diverse soluzioni. Quest’anno al Salone il tavolo Opera disegnato da Mario Bellini è stato il nostro prodotto di punta attraverso il quale abbiamo dimostrato la nostra abilità nella lavorazione del legno partendo dalla genialità del progetto dell’architetto. Sicuramente Opera dimostra che c’è stata molta ricerca e molto lavoro: siamo orgogliosi del risultato e questo è lo spirito che vogliamo mantenere anche per i prodotti futuri.

 

Danilo Signorello

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Il tavolo Opera di Mario Bellini ha la struttura in legno massello nelle finiture acero naturale o tinto grigio, rovere naturale, teak, multistrato di betulla laccato opaco in diversi colori.
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Il tavolo Opera di Mario Bellini ha la struttura in legno massello nelle finiture acero naturale o tinto grigio, rovere naturale, teak, multistrato di betulla laccato opaco in diversi colori.
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Un ritratto di Giulio Meroni, fondatore di Meritalia, scomparso lo scorso anno. Foto di Giuseppe Pino.
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Il tavolo Opera di Mario Bellini ha la struttura in legno massello nelle finiture acero naturale o tinto grigio, rovere naturale, teak, multistrato di betulla laccato opaco in diversi colori.
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Cubo è la poltrona progettata dai fratelli Castiglioni sviluppata da Meritalia nel 2013. La seduta in poliuretano con il peso del corpo cede abbassandosi e permettendo alle braccia di posizionarsi comodamente sui braccioli.
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La poltrona Cesare, disegnata da Tobia Scarpa, ha rivestimento in pelle o tessuto in diversi colori. Le ruote piroettanti anteriori e i piedini posteriori sono di serie.
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La sedia Libertà è considerata un simbolo del marchio Meritalia. Disegnata da Afra e Tobia Scarpa, ha struttura in alluminio, finitura anodizzata o verniciata ed è disponibile anche nella finitura foglia oro 24 carati.
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Fasi della lavorazione artigianale del divano Freud e de La Michetta.
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Una composizione de La Michetta, design Gaetano Pesce.
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L’allestimento di un negozio Stuart Weizman con Air Lounge System di Fabio Novembre.
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Il tavolino Snake di Carlo Contin.
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Il divano Nubola di Gaetano Pesce.
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Il sofà Panorama di Lapo Elkann.
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6 A Tavola, di Italo Rota, con struttura in metallo verniciato opaco nero, top laccato finitura poliestere, disponibile anche in rosso, bianco e nero.
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Il Boscolo Hotel di Milano, progettato da Italo Rota. Meritalia si è occupata degli aspetti della produzione: dalla colonna con i vetri colorati alle gabbie sospese, al bancone bar in acciaio e led.
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Uno scorcio dello showroom di via Durini a Milano.