Progetto di Paul de Ruiter Architects
Foto di Jeroen Musch
Testo di Laura Ragazzola

Villa Kogelhof colpisce già dal nome. In olandese, infatti, ‘kogel’ significa proiettile e ‘hof’ cortile (si racconta che durante gli scavi di cantiere siano stati trovati vecchi proiettili di piombo perché alla fine del Settecento, proprio qui, in questo lembo di terra della campagna olandese si combattè un’aspra battaglia fra Olanda e Francia).

Ma Villa Kogelhof ha colpito anche la giuria composta dai 200 architetti del prestigioso premio americano ‘The Architizer A+ 2014’ dove si è aggiudicata il primo posto in ben due categorie (sostenibilità e residenza unifamiliare), ottenendo anche il favore delle ‘giuria’ popolare che ha votato su una piattaforma web, unico progetto a mettere d’accordo il ‘popolo delle rete’ e i giurati-architetti.

E, infine, ha colpito il proprietario della casa, Ton Zwijnenburg, imprenditore ortofrutticolo olandese, che inaspetttamente si è visto consegnare insieme al progettista, l’architetto Paul de Ruiter, il Premio Internazionale Dedalo Minosse, un riconoscimento unico nel suo genere che pone l’accento sulla commitenza: il suo obiettivo, infatti, è mostrare come un’architettura di qualità può  nascere solo da un esemplare connubbio tra chi la promuove e chi la progetta.

Proprio come è accaduto con Villa Kogenhof: ce lo racconta il suo architetto, Paul de Ruiter, progettista olandese che opera su scala internazionale dal suo (eco) studio di Amsterdam.

Archittetto, si è trovato così bene con il suo  committente?
Assolutamente. È stato un rapporto vincente: con Ton abbiamo fatto un lavoro di squadra eccezionale. Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda: abbiamo condiviso coraggio, determinazione e anche un premio!

Come è nata l’idea di una casa-ponte sul paesaggio?
L’obiettivo del cliente era creare una forma astratta, pulita che non ‘disturbasse’ la natura. Per questo ho pensato a un box di vetro, neutro, trasparente, che si sovrappone ortogonalmente a una base di cemento che contiene un lago. Il  risultato formale sono due parallelepipedi: uno sotterraneo, l’altro galleggiante, sostenuto da due ‘gambe’, un pilastro a ‘V’ in acciaio e il modulo-scale che regala l’accesso all’interno.

In che modo la casa dialoga con l’ambiente circostante?
La villa ‘appartiene’ al paesaggio in modo totale. La sfida è stata quella d’inserire l’edificio nell’ambito di un più ampio progetto governativo di riqualificazione del territorio: mi riferisco  all’area della Zelanda (provincia dell’Olanda Sud-Occidentale, ndr), a cui Ton, il proprietario, ha attivamente partecipato,  piantumando ben 70 mila alberi e creando un lago  diventato nel tempo un habitat importantissimo per gli animali selvatici. In cambio ha ottenuto il permesso di costruire la propria casa…
…che naturalmente doveva presentare caratteristiche formali e costruttive particolari. Certo. La scelta del vetro rende leggero il volume, regalando una completa trasparenza alla luce e al paesaggio. Affaccia poi la casa sulla natura, con grandi vetrate da pavimento a soffitto, offrendo dall’interno suggestive vedute sulla campagna. Ma Villa Kogelhof rispetta la natura non solo dal punto di vista formale: è infatti una costruzione sostenibile a 360 gradi perché produce la propria energia, riscalda la propria acqua e ricicla i propri rifiuti. Insomma il suo impatto sull’ambiente è pressoché nullo.

 

Laura Ragazzola

gallery gallery
Ampie vetrate corrono lungo l’intero perimetro della casa, sviluppandosi da pavimento a soffitto.
gallery gallery
All’interno, pannelli scorrevoli e tende ritagliano ‘isole’ più intime, a seconda della necessità, lasciando però che sia sempre il paesaggio l’indiscusso protagonista.
gallery gallery
La pianta del primo livello della casa, che accoglie l’area residenziale studiata per quattro persone. Ortogonalmente si allunga uno specchio d’acqua, inserito in un bacino di cemento armato.
gallery gallery
Una veduta a volo d’uccello dell’area agricola dove la casa è stata costruita: si riconosce l’ampio specchio d’acqua a ‘elle’ trasformato dal padrone di casa in una riserva naturale accessibile al pubblico
gallery gallery
L’unico volume in muratura dell’edificio è il blocco-scala che regola l’accesso al primo livello. È anche un elemento strutturale perché, insieme a un pilastro in acciaio, solleva di 4 metri l’edificio sullo specchio d’acqua.