L’Expoforum di San Pietroburgo è un intervento su larga scala che unisce le funzioni espositive, congressuali e ricettive in un’area attrezzata e modellata a livello paesaggistico da un verde geometrico che funge da cornice per l’edificato e da filtro compositivo con i prati della campagna dell’intorno.
Pensato anche come sede principale del St.Petersburg International Economic Forum, il complesso, progettato da Tchoban Voss, Speech, Evgeny Gerasimov and Partners, offre una superficie espositiva di circa 100.000 metri quadrati, vaste sale per incontri (3.000 posti in totale) e due hotel della catena Hilton (Hilton and Hampton).
La filosofia dell’intervento abbandona i tradizionali standard fieristici con macrostrutture funzionali modulari, per intraprendere invece un percorso in grado di offrire la sensazione di un ‘pezzo di città’, con una strada principale su cui si affacciano cinque blocchi compatti.
Questi, che accolgono uffici, hotel e sale congressi, sono tra loro distinti per figura dei fronti; il disegno delle aperture alterna all’impiego di un rivestimento di ceramica arancione – materiale unificante dell’intervento insieme al profilo comune dell’altezza delle coperture – finestre a nastro di diversa dimensione, aperture modulari a scacchiera, brani di curtain wall, brise-soleil di grande dimensione.
L’idea di variabilità all’interno di un percorso di ricerca unitaria dell’insieme è così governato con attenzione, riuscendo a livello progettuale a garantire la riconoscibilità immediata dell’intervento come organismo compatto, ma offrendo allo stesso tempo un’epifania di figure alternate e tra loro legate da affinità materiche e dimensionali.
Nella strada principale su cui si affacciano i cinque edifici allineati che compongono il fronte principale dell’Expoforum, si aggiunge una passeggiata pedonale lastricata, dalla quale emergono aiuole verdi modulari, parte del disegno della pavimentazione. La passeggiata separa le corsie di distribuzione veicolare mettendo in primo piano il valore dello spazio architettonico en plein air.
Alle spalle della cortina architettonica si sviluppano i contenitori dedicati agli spazi espositivi anticipati dal centro congressi. Qui i tradizionali capannoni fieristici sono sostituiti da volumi modulari in cui la ceramica arancione di rivestimento dei fronti ciechi gioca un ruolo dominante; le ampie campiture sono interrotte dai varchi numerati di accesso sormontati da strisce vetrate che raggiungono il colmo di copertura scandendo il ritmo preciso dell’edificio.
Le ampie superfici ceramiche sono assunte anche come improprie tele pittoriche trattate con tecniche di stampa fotografica diretta in cui sono impresse vedute della città storica e delle sue architetture neoclassiche.
In questo gioco tra storia e contemporaneità, l’innesto e la sovrapposizione di motivi del passato, in chiave di immagini macro, tende a legare in modo diretto la microcittà dell’Expoforum alla San Pietroburgo poco lontana.
Particolare attenzione è stata dedicata all’immagine degli interni, agli spazi comuni e di accoglienza come la hall d’ingresso e gli information point, con episodi a tutt’altezza sormontati da controsoffitti ondulati; grandi spazi di attesa con scale in curva di effetto plastico; tutto giocato sul bianco e nero, lasciando il vivace colore arancione acceso solo all’esterno.
Foto di Dmitry Chebanenko / courtesy by Speech – Testo di Matteo Vercelloni