Questa è la storia di un progetto che, come tutti i progetti di design di successo, non nasce per caso ma grazie al felice incontro tra l’intuizione di un designer e la capacità di un’azienda di coglierne le potenzialità di sviluppo segnico, tipologico, materico.
Il designer è Naoto Fukasawa, l’azienda è B&B Italia, il progetto è la seduta Papilio, creata nel 2008 come sedia, diventata nel 2009 una poltrona, ampliatasi successivamente in una famiglia di sedute, infine proposta, a gennaio 2013, come collezione da esterno che rinnova l’immagine materica del prodotto originario pur mantenendo la sua forte iconicità segnica. Della personalità di Naoto Fukasawa la poltrona possiede tutti i tratti più rappresentativi: l’estrema linearità figurativa, innanzitutto, e poi il richiamo al mondo della natura, espresso in questo caso dalle ali dello schienale e della seduta che richiamano quelle di una farfalla. Quello che potrebbe sembrare un approccio stilistico, orientato a un organicismo di minimalistica accezione, in realtà nasce da una visione del progetto diametralmente opposta a quella estetica, che all’interesse per le forme degli oggetti antepone sempre quello per i comportamenti delle persone. Spiegava nel 2005 il designer giapponese, all’epoca del suo grande debutto nel mondo del design italiano: “Più che la reazione dell’occhio e della mente a me importa quella del corpo, che ha tempi sempre più lunghi. Non mi interessa disegnare forme; mi interessa progettare i comportamenti, sviluppare un’idea del design che parte sempre dallo studio dell’inconscio e agisce sui comportamenti, dissolvendosi quasi dal punto di vista fisico” (Naoto Fukasawa: dare forma all’inconscio”, Interni n.550, aprile 2005). Nelle sedute Papilio è proprio l’osservazione dell’atto del sedersi in relazione all’ambiente circostante a suggerire il concept del prodotto: “Ciò che distingue il design di Papilio” commenta “sono le ali che si protendono ai suoi lati. Nella sedia da pranzo o nella poltroncina queste ali fungono da supporto ai fianchi e alla schiena quasi fossero delle mani che accolgono e sostengono la parte superiore del nostro corpo. Questa è la sensazione che creano e che enfatizza il comfort delle sedute. La poltrona Grande Papilio, di contro, avvolge l’area della testa. Garantisce a chi è seduto l’isolamento dai rumori retrostanti e offre tranquillità”. Non era così scontato che questa idea si traducesse in un volume monomaterico di forte iconicità, destinato a essere declinato in più versioni dimensionali e materiche che oggi ne fanno un prodotto di successo anche e soprattutto nell’ambito del contract. Quando Fukasawa presentò il progetto a B&B Italia la poltrona aveva tutt’altra configurazione: presentava le sue ali avvolgenti, ma prevedeva un’esile struttura metallica che entrava decisamente in contrasto con le ampie dimensioni della scocca della seduta. L’intuizione di mettergli una ‘gonnellina’ e di trasformarla in un pezzo monolitico arriva dall’azienda, che in un rapporto di sinergica collaborazione con il designer mette a punto la soluzione formale (scolpita con fluidità plastica all’interno di un tronco di cono rovesciato) e fornisce il know-how tecnologico per realizzarla con imbottitura in schiuma di poliuretano. Presentata durante il Salone del mobile di Milano del 2009, la poltrona riscontra l’immediato favore del pubblico, tanto che nel giro di tre anni diventa una famiglia comprendente due poltroncine di differenti dimensioni, un divanetto a due posti e un pouf. La semplicità delle linee è impreziosita da due dettagli funzionali che diventano elementi caratterizzanti delle sedute: la cerniera metallica posta sullo schienale che permette di sfoderare il tessuto o la pelle di rivestimento e il sistema di rotazione che consente a chi sta seduto di girare a 360 gradi e di avere un rapporto diretto con lo spazio circostante. Qui si esplica l’idea di Fukasawa di un “Design without thought” e “Design dissolving behavior”: la sua convinzione è che la semplicità sia uno strumento per raggiungere la completezza e la relazione armoniosa tra oggetto, utente e ambiente. E che l’obiettivo vero del designer non sia inventare cose sempre nuove a tutti i costi, ma migliorare quello che già esiste, disegnando oggetti che, nella loro normalità, sembrino appartenere da sempre al nostro vissuto quotidiano. Per questo, raccontando di Papilio e del nuovo modello outdoor presentato a gennaio 2013, parla di un progetto che si è evoluto in modo molto spontaneo e che è approdato fuori dalle mura domestiche per un volere condiviso. Lo sviluppo è avvenuto grazie all’esperienza già maturata da B&B Italia nel settore degli arredi per esterni. Era il 2007 quando l’azienda affidava a Patricia Urquiola il progetto della collezione Canasta destinata a definire un nuovo standard di prodotto, dove il polietilene, che a quei tempi tutti usavano in fitti intrecci, veniva invece impiegato per riprodurre a scala gigante la maglia geometrica della paglia di Vienna. Con lo stesso materiale viene oggi realizzato il rivestimento della nuova Papilio, che conserva la sua originaria identità monolitica ma, grazie all’intreccio, assume un aspetto più naturale, leggero e materico, rimandando a una maestria squisitamente artigianale. Il risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra il progettista e il Centro Ricerche & Sviluppo di B&B Italia è piaciuto così tanto che si è deciso di proporre un’analoga versione intrecciata anche per interni. Il volo della farfalla dunque continua, conquistando con delicatezza e connaturata eleganza gli ambiti diversi del nostro quotidiano.