Progetto di MVRDV con Frank van der Salm
Foto di Thomas Mayer
Testo di Matteo Vercelloni

L’architettura del centro commerciale ha visto in America la sua nascita e sviluppo, oscillando tra studi e modelli, tra sperimentazioni figurative e tipologiche, che hanno portato alla reinvenzione della piazza europea del mercato nella formula del mall, poi approdata in Europa negli ultimi decenni come sorta di attualizzazione del modello di riferimento autoctono e antico.

Tra le tante storie di questa architettura made in Usa, il caso dei supermercati Best è stato per molti anni un punto di riferimento per la cultura architettonica internazionale tanto da diventare oggetto di una mostra al MoMa newyorkese che nel 1979 dedicò un’esposizione (Buldings for Bests Products) a quella fortunata stagione, documentando gli edifici-scultura del gruppo SITE e invitando vari architetti emergenti e già noti a proporre una loro idea per il nuovo possibile supermarket Best. Tra le varie proposte quella di Stanley Tigerman, di cui riproduciamo una prospettiva in queste pagine, appariva convincente e allo stesso tempo spiazzante, nel valore concettuale e ‘pop’ in essa contenuta. Si trattava di assumere l’abitazione unifamiliare con box e prato prospiciente di ogni suburbio americano come sorta di modello anonimo e popolare e di trasformarlo in ‘monumento’, al ‘dio consumo’. La proposta di Tigerman consisteva nel rendere a scala gigante la piccola e rassicurante casa familiare il cui involucro ingrandito, diventato appunto ‘a scala monumentale’, conteneva al suo interno la struttura commerciale perfettamente funzionante del supermarket, accessibile da una fessura frontale in corrispondenza della falsa porta basculante d’ingresso all’improbabile garage. A questa ironia progettuale e al gesto spiazzante, che crea una sorta di oggettivo disorientamento di massa, si riconduce il progetto di MVRDV per Schijndel, paese natale di Winy Maas che insieme a Jacob van Rijs e Nathalie de Vries ha fondato e conduce il noto studio di architettura olandese, da sempre impegnato in una ricerca progettuale scandita dall’invenzione e dalla definizione di modelli di riferimento in continuo mutamento. Il progetto del nuovo centro commerciale urbano chiamato, dopo ben sette proposte elaborate, a ridare vita alla vecchia piazza del mercato, si propone con l’immagine rurale di una delle tante fattorie della campagna dell’intorno riprodotta su lastre di vetro stampato in scala maggiore (1,6 volte la scala reale) secondo un riuscito collage di immagini realizzato dall’artista Frank van der Salm. I 1600 metri quadrati di superficie coperta (la massima edificabile nel lotto), sviluppati all’interno su tre livelli con spazi a tripla altezza perimetrali, sono contenuti in una figura e in una tettonica che ricalcano le sembianze di una fattoria con tanto di tetto di paglia e coppi, fronti di mattone faccia a vista interrotti dalle belle finestre di legno bianco con persiane verde scuro (il tutto serigrafato su vetro). Una pellicola architettonica, quella della pelle vetrata dell’edificio, che gioca sul rapporto interno/esterno nella doppia percezione dell’immagine stampata che si stempera in alcuni punti, creando dei brani trasparenti: vetrine e scorci che sembrano ‘cancellati’ con una gomma progettuale dalla suggestiva e rammemorante texture iperrealista. Il grado di trasparenza delle vetrate stampate trasforma l’intero edificio quando in attività nelle ore serali, in una sorta di gigantesca lanterna urbana con le immagini dei fronti retroilluminati dalle luci interne che, come nel caso di Tigerman, trasforma l’anonimo e autoctono edificio agricolo (nel caso americano la casetta unifamiliare) in nuovo landmark urbano di riferimento. Nell’interno, l’articolato sistema di spazi e funzioni (uffici e ristoranti, negozi, un centro estetico, bar e altre attività) si offrono come un sistema sinergico in grado di configurare un efficace centro attrattore e luogo d’incontro. L’antica piazza del paese ritrova oggi la sua originaria funzione di mercato, in un nuovo polo urbano che gioca su un sapiente equilibrio tra ironia e memoria collettiva. L’antica piazza del paese ritrova oggi la sua originaria funzione di mercato, in un nuovo polo urbano che gioca su un sapiente equilibrio tra ironia e memoria collettiva.