Una vocazione famigliare, ispirata al territorio della laguna veneta, rielaborata dalla creatività di giovani designer. Medulum nasce per tradurre la sapiente lavorazione artigianale del legno in collezioni d’arredo contemporanee e sofisticate, al confine tra pezzo unico e serialità ricercata

Brand di arredi e complementi dal design pulito e contemporaneo, Medulum nasce nel 2017 dalla volontà di Diego Zanchettin di mettere a frutto l’esperienza quarantennale nella lavorazione del legno della propria falegnameria di famiglia a Meolo, nell’entroterra veneziano.

Il territorio della laguna veneta è la principale fonte di ispirazione delle collezioni: Medulum è infatti il nome in latino del corso d’acqua che i nobili veneziani prediligevano per raggiungere da Venezia le loro residenze estive. “È un fiume antico, il Meolo, che scorre lungo le verdi campagne dell'entroterra veneto, snodandosi tra le terre emerse da paludi oramai scomparse, per sfociare infine in laguna” spiega Diego Zanchettin. “Il suo fluire placido e costante accompagna generazioni di abitanti e di viaggiatori, pronti a sostare sulle sue rive per ammirarne gli scorci, e il repentino rimodularsi di terre e di colori”.

Ed è da queste atmosfere – dal gioco di colori e di rimandi, tra la luminosità del cielo e lo scorrere delle acque – e dalle architetture che sorgono nel dispiegarsi del paesaggio che prendono idea, forma e consistenza gli arredi.

Medulum ricerca e sperimenta nuovi linguaggi espressivi attraverso la collaborazione con architetti e designer, coordinati dalla direzione artistica dello studio AccardiBuccheri (Mauro Accardi e Silvia Buccheri). Nascono così complementi d’arredo di alta artigianalità, caratterizzati dalla valorizzazione della materia prima nobile – il legno, rispettato e lavorato nella pluralità delle sue essenze  e dalla cura di ogni singolo dettaglio. Cifre stilistiche diverse danno vita e identità ad arredi differenti, caratterizzati da linee pure e sofisticate, che intrecciano elementi puramente funzionali a rimandi inaspettati.

Souvenir è la nuova collezione di arredi Medulum presentata in anteprima nella suggestiva e vibrante cornice del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, in occasione della fiera dedicata al design editoriale Edit Napoli 2020 (leggi qui). In continuità con le collezioni precedenti del brand, lo spazio domestico è concepito come un ‘paesaggio interno, cui si aggiunge l’impulso di offrire suggestioni e immagini fisicamente e culturalmente lontane dai nostri confini, per rispondere a una ritrovata necessità di evasione e scoperta.

La nuova collezione è così composta da arredi legati alla consuetudine – mobili contenitori, librerie, tavolini d’appoggio – ma al tempo stesso aperti all’ispirazione: presenze scenografiche dalle linee semplici e al contempo d'impatto, in grado di fare viaggiare alla scoperta di luoghi vicinissimi o irraggiungibili, in ogni caso inesplorati nelle loro potenzialità oniriche e surreali. Gli spazi del vivere si arricchiscono così di nuovi oggetti dal carattere simbolico, ognuno a suo modo emblematico.

Per la prima volta Medulum presenta una collezione dai tratti più spiccatamente sperimentali, non solo nell’aspetto formale, ma anche nelle modalità di lavorazione della materia prima principale – il legno – assoggettata di volta in volta a diverse tecniche e trattamenti che ne esaltano le caratteristiche intrinseche.

Con la direzione artistica dello studio AccardiBuccheri, i nuovi prodotti nascono dalla collaborazione con giovani e talentuosi designer come Serena Confalonieri e gli studi Cara \ Davide (Cara Judd e Davide Gramatica) e Debonademeo (Luca De Bona e Dario De Meo).

Prospecto è la collezione di mobili contenitori disegnata da Debonademeo le cui superfici in noce canaletto sono solcate da sottili profili in ottone. L’antica tecnica dell’intarsio viene rivisitata per generare sorprendenti effetti cinetici, visioni tridimensionali che rimandano alla optic art e al contempo citano i disegni prospettici di Filippo Brunelleschi, i dipinti di Piero della Francesca e le raffinate atmosfere rinascimentali dello studio ligneo di Federico da Montefeltro a Urbino.

La tradizione indiana è la musa ispiratrice di Parvati, la linea di cabinet ideata da Serena Confalonieri che si distingue per i legni dalle tonalità vivaci, da cui emergono le venature della materia, e dalle texture vibranti e multicolor che rimandano alla cultura psichedelica degli anni ’60, fortemente influenzata dal mondo indorientale. Al centro del contenitore Nanda, la grande maniglia in ottone – che riprende le forme degli anelli indossati al naso dalle donne indiane – diventa il simbolo stesso dell’oggetto.

Yoko, firmata sempre da Serena Confalonieri, si compone di tre tavolini in noce canaletto caratterizzati dalla ripetizione di elementi triangolari, che rimandano all’arte giapponese dell’origami. Il ricorso alla modularità viene enfatizzato attraverso l'utilizzo di una texture lineare fresata che, sul piano dei tavoli, delinea ulteriori effetti geometrici, mentre sulle gambe genera un fronte e un retro della superficie, proprio come in un foglio di carta.

La collezione Mobili Sintetici progettata da Cara \ Davide, prende come punto di riferimento le lavorazioni fondamentali della falegnameria –tagli rettilinei dritti e inclinati, incollaggi, impiallacciature, finiture – per produrre un effetto straniante, dove ogni arredo non sembra nato da un processo tradizionale quanto il risultato di un esperimento di sintesi condotto in laboratorio. Gli oggetti della collezione, costituiti da grandi e semplici volumi, alludono infatti a un immaginario robotico, dalle sembianze quasi antropomorfe.

Infine, la linea di mobili contenitori Basalto, disegnata da AccardiBuccheri, rende omaggio all'abilità scultorea della natura, in particolare alle maestose conformazioni basaltiche colonnari. L’arredo si presenta come un monolite costituito da ante in legno massello dalla superficie scanalata, in contrasto con il massiccio basamento, sempre in legno di abete. L’interno, in acciaio inox con finitura colore verde acido, amplifica la suggestione di un oggetto sospeso nella metamorfosi tra legno e roccia.