Inaugurato a Peccioli il “Palazzo senza Tempo”, significativo intervento di riqualificazione di Mario Cucinella coronato da una spettacolare terrazza che si affaccia sulla vallata: una promenade sospesa nel vuoto che diventa una sorta di piazza. Con murales di Daniel Buren

Nel centro storico del borgo medievale, noto in tutto il mondo per aver adottato un'agenda di sviluppo che lo ha reso un laboratorio di resilienza artistica, sociale, tecnologica e progettuale a cielo aperto, ora in esposizione all'interno del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, è stata inaugurata una significativa opera di recupero e rigenerazione firmata dallo studio MC A - Mario Cucinella Architects.

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L’intervento, parte di un programma di valorizzazione e restituzione alla comunità del patrimonio storico di Peccioli intrapreso negli anni dall’amministrazione comunale, si è sostanziato lungo il limite del poderoso bastione medievale nel recupero e riqualificazione del quattrocentesco palazzo di via Carraia e nella trasformazione del sottostante edificio diroccato.

Obiettivo del progetto, sviluppato tra il 2016 e il 2018 e che ha coinvolto un’area di 2.500 mq, è stato creare nuovi spazi polivalenti di incontro, servizi, eventi e cultura aperti alla comunità.

La ristrutturazione del palazzo ribattezzato “Palazzo senza Tempo”, perché capace di legare insieme passato, presente e futuro, che ha riconfigurato spazi e funzioni dei piani, è culminata negli interventi in copertura e in facciata, con la creazione nuovi punti di vista degli interni verso l’esterno grazie all’inserimento di lucernari e bowindow che accolgono la luce naturale. La nuova copertura vetrata, posta sul passaggio della corte storica, completa la permeabilità visiva degli ambienti.

Il palazzo storico, già di proprietà della famiglia de’ Medici, è stato acquistato anni addietro dal Comune dall’ultimo proprietario, la Fondazione Gaslini. “Un punto di riferimento che era finito nel degrado afferma il Sindaco Renzo Macelloni. “Il progetto si pone come un ulteriore intervento dell’amministrazione comunale per il centro storico, volto a infondere linfa vitale. Il palazzo sarà sede di mostre, allestimenti ma anche di laboratori residenziali organizzati con università nazionali e internazionali per studi legati al percorso di Peccioli come esempio di comunità resiliente, ora in mostra alla Biennale. Nascerà anche un centro studi sulla resilienza dei piccoli borghi italiani”.

In grado di ospitare fin da subito una serie di mostre temporanee e permanenti, Palazzo senza Tempo ospita la prima opera, firmata dall’artista danese Jeppe Hein: sospesa nel vuoto, rifrange i raggi provenienti dal lucernario soprastante creando un gioco di riflessi.

Il piano strada è stato collegato al nuovo volume, nato dalla riqualificazione dell’edificio diroccato sottostante, con un vano scala. La costruzione, incastonata ai livelli -1 e -2, è ora un elemento architettonico dinamico, dominato da un gioco di trasparenze che si affaccia sul panorama della Valdera.

L’opera di riqualificazione si presenta come un ponte tra la memoria storica dei palazzi e il suo futuro, un centro civico e culturale per il paese, per l’intera Valdera e i turisti che ogni anno visitano questo straordinario museo a cielo aperto.

L’intervento, condotto con coraggio e gentilezza commenta Mario Cucinellafa diventare i palazzi parte della vita contemporanea del territorio: la rigenerazione di un sito deve intendersi come un processo capace di interpretare il passato in dialogo con la contemporaneità. Questa architettura, ponte tra passato e futuro, vuole essere solo una cornice di questo bellissimo paesaggio, un paesaggio che sembra un quadro del 1500”.

Tra i due edifici riqualificati, una maestosa terrazza sospesa di 600 mq, con uno sbalzo da terra di circa 20 metri, domina il meraviglioso paesaggio ritmato dai poggi pecciolesi.

In dialogo con gli accessi pubblici preesistenti e una scalinata laterale che dal piano strada porta al livello -2, la terrazza, come un grande pontile, è affacciata sulla vallata e diviene una nuova piazza pubblica, impreziosita dal murales curato dal pittore e scultore francese Daniel Buren a testimoniare il connubio tra architettura e arte contemporanea, marchio di fabbrica del borgo toscano.