La luce naturale è uno degli elementi con cui l’architettura ha sempre dovuto confrontarsi. Da Vitruvio (che nel primo libro del De Architectura poneva la questione del lumen, sostenendo che nella progettazione sono basilari l’orientamento e l’irraggiamento solare cui devono accordarsi le destinazioni d’uso specifiche dei vari ambienti) sino alle grandi opere del terzo millennio.
Le potenzialità della luce naturale, che nel progetto d’architettura aveva perso la sua funzione dalla seconda metà del 900 in seguito alla crescente disponibilità di energia elettrica a basso costo, vengono oggi riscoperte.

Ecco allora che la luce naturale torna ad essere un materiale per l’architettura al pari di altri materiali. Numerosi studi scientifici hanno rivelato che ambienti di lavoro e di vita illuminati dalla luce solare risultano più stimolanti e produttivi. La luce naturale diventa strumento per raggiungere livelli di comfort sempre più elevati in termini di vantaggi psicofisici (miglioramenti dell’umore, minore affaticamento visivo, contatto con l’ambiente esterno, produzione di vitamina D, aumento delle difese immunitarie, regolazione dei ritmi circadiani) e di risparmio energetico (nei consumi legati all’illuminazione artificiale, al raffrescamento estivo, nei guadagni solari passivi invernali).

Senza  dimenticare i positivi effetti anche sul valore economico di un immobile: luminosità, panorama, orientamento dell’edificio rimangono ancora tra i primi criteri d’acquisto di una casa, per esempio.

La disponibilità di luce naturale attraverso finestre, sistemi di vetrazione e finestre per tetto non deve essere tuttavia incontrollata. Un eccessivo e non consapevole apporto di luce naturale può determinare una serie di inconvenienti che finiscono per causare un “dis-comfort” abitativo: surriscaldamento estivo, fenomeni di abbagliamento, variazione d’intensità, perdite di calore attraverso i serramenti e infiltrazioni d’aria, condensa sui vetri.

Il moderno progettista deve quindi saper lavorare con la luce naturale e con il vento, perché la qualità di un edificio dipende in gran parte da una buona illuminazione e dagli effetti piacevoli della ventilazione.

In quest’ottica, Velux, tra i brand più conosciuti nel settore dei materiali per l’edilizia, racchiude già nel nome (VEntilatio et LUX) l’estrema attenzione verso i moderni canoni della progettazione architettonica. Presente in 11 Paesi con stabilimenti produttivi e in 40 Paesi, tra cui l’Italia, con società di vendita, offre un’ampia gamma di finestre per tetti, soluzioni per tetti piani, tunnel solari, tende decorative e parasole, tapparelle, comandi a distanza, collettori termici.

La nuova generazione di finestre per tetti si è concentrata per il 2015 sul raggiungimento di diversi obiettivi: più luce naturale, più comfort interno, meno energia utilizzata (si veda, a questo proposito, il servizio alle pagine 88-89 di Interni sul progetto realizzato a Willendorf, in Austria, secondo il protocollo Active House), attenzione al design interno ed esterno. E lo fa lavorando su prodotti destinati a veicolare all’interno di un edificio un particolare tipo di luce naturale, quella zenitale (o toplighting).

L’illuminazione zenitale è quella ottenuta attraverso finestre, cupole, shed o lucernari posizionati sulla copertura dell’edificio. Costituisce una delle forme più suggestive di illuminazione naturale e anticamente rivestiva valenze sacre, solenni (si pensi, per esempio, a edifici religiosi come il Pantheon).

È una luce diretta, perpendicolare e garantisce la massima illuminazione: è sufficiente osservare la qualità della luce fornita dalla finestra per tetti di una mansarda o dal lucernario di uno spazio museale. Tra i vantaggi che offre, quello di non dipendere dall’orientamento dell’edificio e di garantire periodi di luce maggiori rispetto alla più usuale luce naturale “laterale”.

Da oltre 70 anni Velux offre soluzioni tecnologiche e di design che permettono di ovviare agli inconvenienti posti dalla illuminazione zenitale: combinazione di finestre (da tetto e verticali) per una migliore vista panoramica; doppia apertura vasistas (per l’affaccio e la vista verso l’esterno) e bilico (per la ventilazione degli ambienti); vetrate a elevato isolamento acustico: 42 dB (rumore aereo) e 48 dB (rumore pioggia); serramenti a elevato isolamento termico (non disperdono, non incidono sull’effetto serra estivo, contribuiscono al guadagno solare durante i mesi invernali); maggiore comfort con sistemi di apertura elettrica programmata e a distanza.

Con un occhio di riguardo al design: interno (telai più sottili, estetica essenziale, capacità di adattarsi a ogni tipologia di ambiente e arredo) ed esterno (inserimento armonico sul tetto in equilibrio tra modernità e tradizione).

Perché anche una finestra per tetto deve sapersi adeguare, come tutta l’architettura, alle evoluzioni e ai cambiamenti degli stili di vita.

 

Testo di Danilo Signorello

gallery gallery
Sulla copertura piana, una serie di cupolini Velux lascia fluire la luce naturale all’interno, contribuendo a creare geometrici riflessi sulla superficie della vasca.
gallery gallery
Un suggestivo esempio di luce zenitale che fluisce attraverso tre finestre cupolino per tetti piani Velux.
gallery gallery
Sunlighthouse, a Pressbaum presso Vienna, progetto degli austriaci Hein-Troy Architekten. Il posizionamento delle superfici finestrate Velux è stato studiato per garantire in modo naturale un alto comfort visivo minimizzando l’utilizzo della luce artificiale
gallery gallery
Nella versione elettrica e solare, le finestre Velux Integra sono dotate di control pad che permette l’apertura e la chiusura a distanza o la programmazione in funzione delle proprie esigenze per ottenere il massimo comfort.
gallery gallery
Una fase dell’installazione di una finestra da tetto Velux.
gallery gallery
Commissionato dal Club Alpino Francese e progettato dallo Studio Groupe-H, il rifugio du Goûter (a sinistra) è l’ultimo prima di arrivare in vetta al monte Bianco a 3.835 metri di altezza. Velux ha fornito circa 60 finestre per tetti a risparmio energetico composte da un triplo vetro isolante e da un ulteriore vetro esterno dello spessore di 8 mm.
gallery gallery
Piscina e area spa dell’Hotel Castell dels Hams a Maiorca (progetto A2arquitectos) sono caratterizzate da aperture luminose a parete e a soffitto.