Robert Wilson – genio multimediale: pittore, scultore, regista, drammaturgo, coreografo, definito dal New York Times l’artista teatrale più visionario al mondo – e Roberto Ziliani, Ceo di Slamp – azienda che può vantare collaborazioni con progettisti come Doriana e Massimiliano Fuksas e la compianta Zaha Hadid – si incontrano meno di un anno fa.
Fra i due nasce all’istante una complicità che diventa comunione di intenti. Ziliani è impressionato dalla messa in scena de La Traviata firmata da Wilson. Dopo quell’incontro, il Ceo dell’azienda decide di inviare all’artista un kit di campioni di materiali brevettati da Slamp. In risposta, l’ufficio creativo di Slamp riceve da Wilson 14 tra disegni, concept e rendering.
Come un segno del caso, l’attenzione del team si concentra sulla stessa immagine che, al primo incontro, Wilson aveva mostrato a Ziliani: quella relativa alla messa in scena de La Traviata. Da questo scambio di competenze e impressioni nasce l’omonima scultura luminosa, così definita da Slamp: “Se tempo, spazio e immobilità fossero catturati non singolarmente, ma in un’unica manifestazione astratta, questa si chiamerebbe La Traviata”.
Secondo le parole del Creative Director Slamp, Luca Mazza, tratte dalla monografia dedicata alla collezione: “Interpretare un’idea astratta, saperne immaginare la trasformazione in un oggetto reale che esprima l’identità del designer e lo stile del brand, sono le sfide che raccoglie il team di Ricerca e Sviluppo quando si avvia un processo creativo.
Nel caso de La Traviata, ci siamo subito focalizzati sulla scelta del materiale e la tecnica di chiusura degli elementi che ne compongono il volume. Richiamando la lampada un cristallo di ghiaccio, e lavorando Slamp con tecnopolimeri brevettati in lastra bidimensionali, la scelta è caduta sul Lentiflex®, che si contraddistingue per la trasparenza e la capacità di ‘fluidificare’ la luce.
Lo studio sul metodo di lavoro degli elementi lanceiformi, per cui era necessario ottenere una perfetta sagomatura dei bordi, è stato condotto parallelamente a quello sulla componente illuminotecnica, per garantire che i ‘cristalli’ ottenessero la stessa quantità di colore voluta da Wilson.
Per la luce, abbiamo progettato dei Led da zero; per la forma, per garantire la solida connessione dei vari elementi tra loro e con la ‘main arrow’ senza scalfire la leggerezza e la trasparenza della lampada, sono stati ingegnerizzati dei connettori stampati a iniezione totalmente invisibili”.
A sintetizzare il percorso di lavoro che ha portato alla nascita dell’opera di luce, queste le parole di Wilson: “La parte più bella del lavoro con Slamp è stato il reale dialogo che abbiamo avuto; non è stata una strada a senso unico, abbiamo potuto scambiarci idee e dire ‘questo funziona, questo no’: una cosa fondamentale per il lavoro di un artista”.
Testo di Andrea Pirruccio