L’uomo vive di due cose: nutrimento e protezione. Nutrirsi significa procurarsi cibo, produrlo, lavorarlo, prepararlo. Proteggersi significa costruire, antropizzare l’ambiente. Questi due ambiti hanno parecchi punti di contatto: uno di essi è la chimica, l’elaborazione e la trasformazione della materia in base alla sua composizione.
Raramente ci si pensa, ma uno degli ambienti a maggior contenuto di chimica è la cucina. Anche solo preparare un tè o un caffè significa agire attraverso una soluzione; cuocere un filetto, attivare una reazione di Maillard, fenomeno piuttosto complesso che determina la formazione di sostanze come le melanoidine. Insomma, filtrare, riscaldare, raffreddare lentamente o bruscamente, mescolare, portare all’ebollizione, diluire, sono gesti da laboratorio chimico.
Costruire è chimica. Per citare solo due esempi, tra i più antichi: mescolare cemento e acqua porta alla formazione di composti idrati, insolubili che ne consentono poi l’indurimento. Per non parlare di quanta chimica interviene nella cottura di un mattone (solo per darne un’idea: a una determinata temperatura il carbonato di calcio si decompone in ossido di calcio e anidride carbonica; l’argilla si decompone in silice, allumina e acqua; la silice si combina con l’allumina per formare la mullite).
Se abbiamo bisogno della chimica, tanto per nutrirci quanto per costruire, immaginiamo come questa scienza sia essenziale nella realizzazione di tutte quelle strutture necessarie alla produzione, stoccaggio e preparazione degli alimenti.
Dietro qualsiasi cosa noi mangiamo o beviamo quotidianamente vi è una filiera complessa che, prima di arrivare sulla nostra tavola, si sviluppa passando attraverso le fasi dello stoccaggio, della lavorazione, della vendita e della preparazione in cucina. Ognuna di queste fasi richiede ambienti con caratteristiche differenti, alle quali concorrono in modo significativo sia le pavimentazioni che le pareti.
È qui che interviene il Gruppo Mapei, il maggior produttore mondiale di adesivi e formulati per la posa di pavimenti e rivestimenti (2,3 miliardi di euro di fatturato, oltre 7500 dipendenti, 66 stabilimenti produttivi in 31 Paesi nei cinque continenti e 18 centri di ricerca), dunque, specialista a largo spettro in tutto ciò che è chimica per l’edilizia.
Il Gruppo, forte di una gamma di prodotti estremamente ampia e diversificata e di una esperienza specifica maturata sul campo fianco a fianco con i maggiori protagonisti del mondo agroalimentare, ha messo a punto una serie di sistemi e soluzioni per gli ambienti dedicati all’alimentazione, per migliorarne l’igienicità e le performance.
Ed è per questo che Mapei, anche se non si occupa di alimentazione in senso stretto, in occasione di Expo 2015 ha contribuito notevolmente al tema, “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: innanzitutto – e qui, in senso stretto – illustrando come sia possibile la conservazione, lavorazione, produzione, distribuzione e il consumo di cibo e bevande, in ambienti salubri e igienicamente idonei grazie a prodotti adeguati e appositamente certificati.
Mapei ha poi affrontato la sfida rappresentata dall’esposizione portando in vari modi tutta la sua grande esperienza nel mondo dell’edilizia, intervenendo in modo diretto e fornendo i propri prodotti e le proprie tecnologie alle imprese impegnate nella realizzazione di quasi tutti i padiglioni e delle opere collaterali dell’area.
Inutile riportarne un elenco completo, ma la chimica del Gruppo la si ritrova qui nel Seme dell’Altissimo, nel Padiglione Zero, nell’Expo centre, nei teatri, a Palazzo Italia, nei diversi cluster tematici e, come detto, praticamente in tutti i padiglioni.
Per arrivare al ruolo di sponsor del Consorzio Orgoglio Brescia nella realizzazione dell’Albero della Vita, simbolo di Padiglione Italia e di Expo Milano 2015. Dunque, il legame tra alimentazione, chimica e costruzioni dove il cibo transita prima di arrivare sulle nostre tavole è fortissimo ed è una relazione evidenziata dal Gruppo anche in questa manifestazione di portata planetaria.
La strada percorsa dal colosso della chimica confluisce in una serie di sistemi per il rivestimento delle superfici che consentono di rispondere efficacemente alle molte e molto diversificate esigenze delle aziende del settore.
Si tratta, in primo luogo, di sistemi che assolvono ai criteri imposti dalla normativa Haccp in materia di igiene e pulizia dei locali, con una particolare attenzione alla sicurezza dei cibi e alla salubrità dell’ambiente, grazie alla loro certificata non pericolosità.
La realizzazione di superfici continue ottenuta con l’impiego di resine presenta numerosi vantaggi: l’assenza di porosità ne determina una elevata impermeabilizzazione; la ridotta presenza di giunti in cui possono annidarsi polvere, sporco e batteri, ne favorisce le operazioni di pulizia.
Così, per gli ambienti soggetti ad alta aggressione di acidi organici, Mapei propone le malte per la stuccatura di fughe e per le superfici piastrellate, come il riempitivo epossidico batteriostatico Kerapoxy CQ, con tecnologia BioBlock® che fra l’altro impedisce la formazione di muffa in presenza di umidità, un prodotto che ha ottenuto la certificazione dall’Università di Modena secondo la norma ISO 22196:2007 per l’utilizzo a contatto di prodotti alimentari.
Il gruppo ha inoltre messo a punto rivestimenti specificatamente dedicati all’industria alimentare come la gamma Mapefloor CPU, formulati a base di poliuretano-cemento in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti in tali ambienti, quali la continuità delle superfici, l’elevata resistenza ai frequenti contatti con sostanze chimiche, la facilità di pulizia, la resistenza a frequenti lavaggi ed agli shock termici.
Questi formulati resinosi sono certificati in Italia e all’estero per contatti con generi alimentari. Mapei dispone anche di prodotti impermeabilizzanti per gli impianti di adduzione di acqua destinata al consumo umano. È il caso, ad esempio, di Purtop 1000, membrana bicomponente a base di poliurea pura, caratterizzata da eccellenti proprietà meccaniche e conforme ai requisiti del D.M. 174 del 6/4/2004 per l’utilizzo a contatto con l’acqua potabile.
Come detto, la cucina è un piccolo laboratorio chimico ed è qui che si concentra il maggior numero di prodotti alimentari. Pareti e pavimenti sono quindi sottoposti quotidianamente all’aggressione di sostanze di varia natura, oltre che alla presenza di temperatura elevata e abbondante vapore. Inoltre, il frequente ricorso all’acqua, insieme alle sostanze spesso aggressive dei detersivi, sono la norma in cucina. Impermeabilizzare questi ambienti rappresenta pertanto un’esigenza primaria.
Va poi tenuto presente che se queste sono le esigenze dell’industria e quelle della cucina, sia essa di un ristorante, di una mensa o di una comune abitazione, vi è una parte della filiera, la distribuzione, che somma altre problematiche, come quella della rapidità di esecuzione dei lavori all’interno dei propri ambienti.
Un ristorante non può permettersi una chiusura prolungata per riadeguare la propria immagine, né un supermercato, in caso di riparazione di aree limitate della pavimentazione dove possono presentarsi fessurazioni nel pavimento ceramico. Per questo, Mapei dispone di una gamma di sistemi e soluzioni che rispondono efficacemente a problematiche differenti e assicurano l’esecuzione a regola d’arte in tempi molto brevi riducendo quindi i costi di lavorazione, d’esercizio e i disagi.
testo di Alessandro Bini