“Cosa hanno in comune gli italiani e i giapponesi? Il senso della bellezza e la passione per ciò che è fatto ad arte”. Chi parla è Kaori Shiina, designer giapponese ma da vent’anni a Milano (i primi passi li ha mossi presso lo storico studio di De Pas, D’Urbino Lomazzi ), che insieme a Riccardo Nardi, compagno di vita e di lavoro, si è inventata un brand che mixa il mondo della manifattura artigianale con quello del design. Dove Italia e Giappone condividono saperi e valori.

“Non è stato difficile. I giapponesi sono innamorati dell’Italia. Io stessa ne sono un esempio: quando all’età di 22 anni sono venuta in Europa, per conoscerne cultura e tesori, giunta a Roma ho capito che ero a casa e che lì avrei dovuto tornare. Per viverci e lavorare”.

Sorride Kaori al ricordo, ma solo con gli occhi, come vuole una sensibilità tutta giapponese, sempre misurata nel mostrare sentimenti ed emozioni. Quindi aggiunge, calibrando bene le parole: “Italia e Giappone sono due Paesi molto simili. Condividono bellezza, poesia, raffinatezza: certamente ci sono risvolti estetici differenti ma pur sempre complementari. Insomma, la fascinazione è reciproca, soprattutto quando si parla di prodotti unici e senza tempo”.

“Per questo ci è venuto in mente di creare Hands on Design, la nostra nuova avventura imprenditoriale” interviene Nardi. “Da un po’ di tempo ci stava un po’ stretta la professione di designer. Volevamo passare all’azione, impegnarci in prima persona per scoprire (e riscoprire) i migliori maestri e le migliori maestrie, mettendo insieme Italia e Giappone”.

Come? Grazie a una nuova alleanza fra artigianato artistico e design. L’idea è semplice: da Tokyo a Milano, la coppia di progettisti/imprenditori ha avviato un paziente lavoro di ricerca sul territorio per trovare i migliori artigiani e metterli a confronto con altrettanti designer aperti al confronto.

“Volevamo creare una formula diversa, innovativa, che ponesse artigiani e designer sullo stesso piano. Ma che soprattutto ridasse al mondo dell’artigianato nuova dignità e creasse opportunità sul mercato. In altre parole, si trattava di far emergere quelle eccellenze del ‘saper fare’ che molte volte vivono relegate in ‘un piccolo mondo antico’, privo di futuro, per ridare loro nuova vita”.

Così, 20 designer hanno lavorato a stretto contatto con altrettanti maestri-artigiani per creare una collezione di oggetti domestici senza tempo. Perché immaginati a partire dall’abilità delle mani e dalla forza creativa della materia. Che non conoscono confini.

Testo di Laura Ragazzola

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I designer-imprenditori Shiina+Nardi nel cortile di uno storico palazzo milanese dove hanno aperto lo showroom del loro nuovo brand ‘Hands on Design’. Lo sgabello Ovarin è di Giulio Iacchetti, che ha lavorato con Haute Material+Tumar (foto di David Zanardi).
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Vasi Dervish di Kan Architetti realizzati da Soffieria.
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Set per condimento in porcellana di Kan Architetti realizzato da Risogama.
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Lampada Bugatti di Shiina+Nardi ‘tessuta’ in rame dall’artigiano Kanaami Tsuji.
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La ‘fucina’ valtellinese di Haute Material lavora il legno secondo le più antiche tecniche artigianali del made in Italy.
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La ‘fucina’ valtellinese di Haute Material.
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La ‘fucina’ valtellinese di Haute Material.
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Il celebre vetro murrinico di Ercole Moretti.
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Il celebre vetro murrinico di Ercole Moretti.
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L’artigiano Ercole Moretti nel suo laboratorio veneziano dove si lavora il celebre vetro murrinico.
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L’artigiano giapponese Kanaami Tsuji mentre realizza le sue creazioni in filo di rame secondo un’antichissima tecnica di lavorazione.
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Le creazioni in filo di rame di Kanaami Tsuji.
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Le creazioni in filo di rame di Kanaami Tsuji.
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La lavorazione del legno nel laboratorio di Shuji Nakagawa.
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Shuji Nakagawa, nome storico della tradizione artigianale giapponese, lavora il legno.
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La lavorazione del legno nel laboratorio di Shuji Nakagawa.
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La lavorazione della porcellana nel laboratorio di Risogama.
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Risogama, nome storico della tradizione artigianale giapponese, lavora la porcellana.
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La lavorazione della porcellana nel laboratorio di Risogama.